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Perché serve il salario minimo, Turco (M5s): “Governo vigliacco verso 4 milioni di lavoratori poveri”

M5s, Pd e Avs hanno depositato in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare per istituire il salario minimo legale in Italia. Mario Turco, senatore e vicepresidente Cinque Stelle, commenta con Fanpage: “C’è un bisogno impellente: stabilire una volta per tutte il confine tra lavoro e sfruttamento”.
A cura di Annalisa Girardi
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Alla vigilia della Festa dei Lavoratori, mentre il governo approvava un altro decreto Primo Maggio, Movimento Cinque Stelle, Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra hanno depositato in Cassazione la proposta di iniziativa popolare per istituire anche in Italia il salario minimo legale. In Italia oltre un milione di lavoratori, pur avendo un contratto, prendono meno di 9 euro lordi l'ora, la soglia al quale – secondo le opposizioni – andrebbe fissato un salario minimo per legge. Il tasso di occupazione nel nostro Paese è in aumento, è vero, ma a crescere è anche il numero di persone che si trova in condizione di povertà, pur lavorando.

La proposta di legge di iniziativa popolare è l'ultima strada tentata dalle opposizioni dopo l'affossamento della proposta di legge in Parlamento da parte della maggioranza di governo. Secondo cui, per risolvere il problema del lavoro povero, si dovrebbe invece puntare sulla contrattazione collettiva. I partiti del campo progressista, però, non demordono e, dati Istat alla mano, sottolineano che stare sotto l'ombrello di un contratto nazionale non sempre assicuri una paga dignitosa.

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"Questa proposta di iniziativa popolare, che ricalca il testo presentato lo scorso anno dal M5S insieme a una parte delle forze di opposizione e affossato dalla maggioranza, nasce da un bisogno impellente: stabilire una volta per tutte il confine tra lavoro e sfruttamento", dice a Fanpage.it il senatore Mario Turco,  vicepresidente Cinque Stelle. "Il salario minimo già esiste in 22 Paesi UE su 27, dove ha contribuito a migliorare la condizione dei lavoratori e la situazione economica e sociale più in generale. Ciò che noi proponiamo non è solo fissare una soglia minima di 9 euro l’ora, ma anche valorizzare i contratti collettivi ‘leader’, ossia quelli siglati dai soggetti comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale per arginare la proliferazione dei cosiddetti Ccnl ‘pirata’", aggiunge.

Per poi accusare il governo di non voler prendere posizione contro i cosiddetti sindacati gialli, che non favoriscono gli interessi dei lavoratori, ma pensano a tutelare quelli delle imprese. Secondo Turco l'obiettivo di valorizzare i contratti collettivi principali, i più rappresentativi, "dovrebbe essere pienamente condiviso dal governo, che invece, per via dei suoi rapporti con alcuni sindacati ‘gialli’ preferisce non contrastarli". E prosegue: "Un atto di vigliaccheria nei confronti di quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, che si traduce, il più delle volte, in un vero e proprio ricatto lavorativo".

Il vicepresidente del M5s sottolinea che mentre "il governo si vanta dell'aumento dell'occupazione", nel Paese "oltre il 63% delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese". Insomma in questo primo maggio, la Festa dei Lavoratori, "c’è poco da festeggiare, soprattutto dopo due anni di forte inflazione che ha eroso i salari". Turco continua: "Lo scorso anno la povertà assoluta, che ha raggiunto il record storico con 5,7 milioni di persone in condizione di grave indigenza, è cresciuta tra gli occupati, specialmente i lavoratori dipendenti. Ancora: l’ultimo rapporto Bes dell’Istat segnala che sempre nel 2023 è aumentata la percentuale di quanti svolgono un lavoro a termine da cinque anni e più. Un fenomeno che colpisce soprattutto i laureati. Queste evidenze sono la prova lampante dell’inadeguatezza di Meloni e soci ad affrontare l’emergenza in atto".

Anche quest'anno, a ridosso della ricorrenza, il governo ha approvato un pacchetto in materia di lavoro. Il provvedimento principale è un bonus di 100 euro una tantum per i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito inferiore ai 28mila euro. Ma per Turco è solo propaganda: "Il bonus 100 euro una tantum annunciato da Giorgia Meloni alla vigilia della Festa del lavoro non è altro che una mancetta elettorale, che, peraltro, taglia fuori i lavoratori a basso reddito senza figli. Al contrario, servono misure sinergiche che spingano le imprese ad accrescere la propria produttività e ad aumentare i salari in modo strutturale".

Il senatore, alla fine, conclude: "Questo è un governo senza visione, che punta solo ed esclusivamente alla continua ricerca del momentaneo consenso. Così non si va da nessuna parte".

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