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Osservatorio Milex: “Aumento risorse difesa? Spesa militare Nato 18 volte superiore a quella russa”

In un’intervista a Fanpage.it l’Osservatorio Milex replica al ministro Guerini, che ha invocato un aumento della spesa militare italiana: “Stiamo già assistendo negli ultimi anni a una crescita della spesa militare italiana. Per il 2022 saremo a oltre 8 miliardi, fino a tre anni fa eravamo a meno di 5 miliardi e mezzo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, alla luce della crisi internazionale innescata dall'offensiva russa in Ucraina, ha prospettato un aumento della spesa militare italiana. "Ci deve essere in Italia una crescita della spesa della difesa e una riflessione e aggiornamento del nostro modello organizzativo", ha detto a la Repubblica.it. La dichiarazione del ministro dem ha suscitato subito perplessità nel mondo politico e non solo.

"Ci mancava solo il ministro Guerini che invoca un aumento delle spese militari. E io che invece pensavo che fosse necessario un ancor maggiore investimento in cultura ed istruzione in questo Paese…", ha replicato in un tweet il segretario nazionale si Sinistra italiana Nicola Fratoianni.

Il punto è che le spese per la difesa in Italia stanno già crescendo, come ha sottolineato l'Osservatorio sulle spese militari italiane Milex. "Se dobbiamo fare una valutazione tecnica stiamo già assistendo negli ultimi anni a una crescita della spesa militare italiana, l'abbiamo registrata, e ci sarà un ulteriore incremento – ha detto Francesco Vignarca, contattato da Fanpage.it –  I fondi pluriennali d'investimento stanno entrando sempre di più nel bilancio della Difesa, dal 2016 in poi, e quindi è cresciuta la spesa per nuovi sistemi d'arma. L'aumento della spesa in difesa negli ultimi due o tre anni deriva proprio dal fatto che sono esplosi gli acquisti di nuovi cacciabombardieri, navi, blindati, missili. Per il 2022 saremo a oltre 8 miliardi, fino a tre anni fa eravamo a meno di 5 miliardi e mezzo. Quindi in realtà quello che Guerini chiede già sta avvenendo proprio per effetto di questi fondi pluriennali".

"Perché ora si sta chiedendo un aumento ulteriore? Forse perché in Parlamento c'è chi vuole neutralizzare la riforma del ministro Giampaolo Di Paola, del 2012, che prevedeva una riduzione degli effettivi dell'esercito e delle forze armate in generale, riforma che non è stata mai applicata del tutto. Bisogna capire cosa intende Guerini quando parla di "modello organizzativo". Potrebbe significare tornare indietro a una forza armata con ancora più effettivi, perché bisogna dispiegare magari militari all'estero. Noi però chiediamo trasparenza. Non si può continuare a chiedere di aumentare le spese militari, sfruttando questo momento di attenzione per la guerra, senza capire per cosa sono destinate le risorse. Non ci dimentichiamo che proprio Guerini ha molta attenzione per l'industria della difesa. Per questo l'anno scorso ha firmato una direttiva, in cui dice esplicitamente che l'industria della difesa è centrale, è addirittura un pilastro. Questo fa sospettare che l'aumento di spesa serva soprattutto a dare più soldi a chi produce le armi. Quindi basta slogan, ci vorrebbe un approfondimento sulle linee politiche che stanno dietro a certe richieste".

"Anche perché la Nato spende già 18 volte di più in spese miliari rispetto alla Russia. Davvero abbiamo bisogno di spendere di più, per mantenere un confronto tra due blocchi, anche nell'ottica di una nuova Guerra Fredda?", si chiede ancora Vignarca.

Decreto armi non dovrebbe essere secretato

Due giorni fa è stato firmato il decreto attuativo del ministro della Difesa per l'invio del materiale bellico all'Ucraina. Ma il contenuto del provvedimento, che contiene la lista degli armamenti che verranno mandati in aiuto alle forze ucraine, è stato secretato. Secondo l'Osservatorio Milex però non sarebbe una procedura standard. "Non è normale, su queste materie c'è bisogno di maggiore chiarezza – ha detto Vignarca a Fanpage.it – Dal punto di vista militare non ha nessun senso nascondere il tipo di forniture che vengono mandate, una volta che vengono consegnate. Non penso che i servizi di sicurezza russi abbiano difficoltà a capire quante sono le nostre armi, e conoscere il tipo di armamento che abbiamo a disposizione non modificherà la percezione russa. Anche qui allora il sospetto viene: l'elenco non viene fornito perché non si vuole far capire a chi vengono dati i soldi? Perché il materiale bellico viene comprato da qualcuno, tramite fondi italiani o tramite l'European Peace Facility, non viene dato gratis dai produttori di armi per sostenere gli sforzi dell'Ucraina, si parla di 150 milioni".

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