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Nuovo monitoraggio Gimbe: “La strategia del ‘rischio ragionato’ del governo sembra funzionare”

Secondo l’ultimo monitoraggio Gimbe nella settimana che va dal 12 al 18 maggio 2021, rispetto alla precedente, si nota una diminuzione di nuovi casi (43.795 vs 63.409) e decessi (1.215 vs 1.544). Cartabellotta: “Ad oggi la strategia del “rischio ragionato” sembra funzionare: agli effetti delle restrizioni stanno gradualmente subentrando quelli dei vaccini, “assorbendo” l’impatto delle riaperture graduali sulla curva epidemiologica”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo il nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe nella settimana che va dal 12 al 18 maggio 2021, rispetto alla precedente, si nota una diminuzione di nuovi casi (43.795 vs 63.409) e decessi (1.215 vs 1.544). Risultano in calo anche i casi attualmente positivi (315.308 vs 363.859), le persone in isolamento domiciliare (302.080 vs 346.866), i ricoveri con sintomi (11.539 vs 14.937) e le terapie intensive (1.689 vs 2.056).

Nel dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 1.215 (-21,3%)
  • Terapia intensiva: -367 (-17,9%)
  • Ricoverati con sintomi: -3.398 (-22,7%)
  • Isolamento domiciliare: -44.786 (-12,9%)
  • Nuovi casi: 43.795 (-30,9%)
  • Casi attualmente positivi: -48.551 (-13,3%)
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"Continua la riduzione dei nuovi casi settimanali – ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione
Gimbe – che dimostra come gli effetti ottenuti grazie a 6 settimane di restrizioni stiano lasciando gradualmente il posto ai primi risultati della campagna vaccinale. Si rileva tuttavia una riduzione dei tamponi (-15% di persone testate rispetto alla settimana precedente), segno di un allentamento dell’attività di testing". Tutte le Regioni confermano un trend in riduzione.

"Ancor più netta – ha detto Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – la riduzione della pressione ospedaliera che riflette l’effetto dei vaccini sulle categorie più a rischio". Tutte le Regioni rimangono sotto le soglie di allerta sia per l’area medica che per le terapie intensive, con una media nazionale al 19% per entrambe.

In dettaglio:

  • Area medica: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 29.337) i posti letto occupati sono 11.539, con una
    riduzione del 60,7% in 6 settimane.
  • Terapia intensiva: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 3.743) rimangono occupati 1.689 posti letto, con
    una riduzione del 54,9% in 6 settimane;

"Gli ingressi in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – sono in linea con la riduzione progressiva dei posti letto occupati: la media mobile a 7 giorni questa settimana scende a 78 ingressi/die".

Le forniture di vaccini

Al 19 maggio (aggiornamento ore 10:29) risultano consegnate 30.132.960 dosi, il 39,5% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:

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"Ad oggi le Regioni – ha detto il presidente – hanno somministrato quasi tutte le dosi consegnate (94,2%). Questo significa che, senza un aumento consistente e regolare delle consegne, è impossibile accelerare la campagna vaccinale". Infatti, fatta eccezione per l’exploit della settimana 26 aprile-2 maggio (n. 4.911.630 dosi), da metà aprile il numero di consegne settimanali si è attestato tra 2,57 e 2,71 milioni. E sembra sfumare anche la ventilata “invasione” di vaccini: infatti, tra consegne annunciate dal Generale Figliuolo per maggio e dal Ministro Speranza per giugno, sono attese circa 25 milioni di dosi, ovvero il consuntivo del 2° trimestre chiuderà con circa 13 milioni di dosi in meno rispetto ai 62 previsti dal Piano vaccinale.

"Con queste stime – ha precisato Gili – è impossibile ampliare a dismisura la platea delle prime somministrazioni, visto che un numero rilevante di dosi, in particolare di AstraZeneca, servirà per i richiami".

A che punto sono le somministrazioni

Al 19 maggio (aggiornamento ore 10:29), il 32,9% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 19.614.396) e il 15,2% ha completato il ciclo vaccinale (n. 9.049.348), con importanti differenze regionali. Si registra un lieve aumento delle somministrazioni settimanali (+2,9%), nettamente inferiore rispetto alle settimane precedenti, con una media mobile a 7 giorni
che si attesta intorno a 481 mila somministrazioni al giorno.
Il 74,6% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con Veneto, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Puglia che superano l’80%. Nelle fasce over 80 e 70-79 anni si registrano ancora notevoli differenze regionali, e la fascia 60-69, a rischio elevato di ospedalizzazione, rimane ancora indietro.

In dettaglio:

  •  Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.565.404 (80,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 470.826 (10,7%)
    hanno ricevuto solo la prima dose.
  • Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 1.487.355 (24,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e
    3.203.884 (53,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
  • Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 1.210.285 (16,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e
    3.308.843 (44,9%) hanno ricevuto solo la prima dose.
  • Soggetti fragili e loro caregiver: a questa categoria sono state somministrate 5.819.432 dosi.

"Guardando l’altra faccia della medaglia dunque – ha spiegato Cartabellotta – oltre 4,5 milioni di persone ad elevato rischio di ospedalizzazione e morte sono ancora senza alcuna protezione vaccinale, riducendo la sicurezza delle riaperture, seppur graduali". Infatti, se solo l’8,7% degli over 80 (n. 383.473) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 21,4% nella fascia 70-79 (n. 1.277.134) e al 38,6% per quella 60-69 anni (n. 2.845.236).

"Seguendo i trend delle coperture vaccinali – ha aggiunto Gili – se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l’80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente". Questo dimostra che una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria, ma deve essere integrata con altre strategie, com la chiamata attiva e il colloquio individuale per superare i dubbi e le perplessità; servono anche campagne d’informazione con il coinvolgimento di influencer.

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Ad esempio, ha spiegato Cartabellotta "man mano che a tutti viene concessa l’opportunità di ricevere il vaccino, nel green
pass questo dovrebbe offrire vantaggi maggiori rispetto all’esito di un tampone".
"Ad oggi – conclude Cartabellotta – la strategia del “rischio ragionato” sembra funzionare: agli effetti delle restrizioni stanno gradualmente subentrando quelli dei vaccini, “assorbendo” l’impatto delle riaperture graduali sulla curva epidemiologica. Tuttavia, in questa fase della campagna vaccinale non bisogna limitarsi a rincorrere i numeri con l’obiettivo primario di non lasciare “dosi in frigo”, ma è prioritario vaccinare rapidamente il maggior numero possibile di over 60 e fragili. Solo questa strategia potrà minimizzare l’impatto ospedaliero della ripresa della circolazione del virus, visto che il testing & tracing, già abbandonato da tempo, viene di fatto anche “scoraggiato” dal nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni. Un sistema fortemente condizionato dall’incidenza dei casi che, senza definire alcuna soglia minima di testing, ripropone quanto già visto nella primavera 2020: ovvero, meno tamponi, meno casi".

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