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Migranti, la Open Arms a Taranto: sbarcano i 62 naufraghi, tra cui 26 minori

“Assegnato Taranto come porto di sbarco per le 62 persone a bordo Open Arms. Impossibile muoverci prima di domani a causa condizioni meteo”: così la Open Arms su Twitter aveva comunicato l’imminente sbarco. Ora la nave è giunta al porto di Taranto. L’ong aveva lanciato un appello all’Europa affinché venisse individuato un porto sicuro per i naufraghi a bordo, da giorni in balia del maltempo.
A cura di Annalisa Girardi
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AGGIORNAMENTO: Ha attraccato al molo san Cataldo del porto di Taranto la nave della ong spagnola Open Arms dalla quale sbarcheranno i 62 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel tratto di mare fra Italia e Libia. Secondo quanto dichiarato nelle ultime ore dal capo missione Riccardo Gatti, a bordo si contano 26 minori di cui 24 non accompagnati. Ci sarebbe anche un giovane avrebbe ferite d'arma da fuoco e ci sarebbero persone con forti ustioni.

A comunicare lo sbarco è stata la stessa Ong su Twitter, dove ha scritto: "Assegnato Taranto come porto di sbarco per le 62 persone a bordo Open Arms. Impossibile muoverci prima di domani a causa condizioni meteo". L'organizzazione non governativa aveva lanciato un appello all'Europa affinché venisse individuato un porto sicuro per i naufraghi a bordo, da tre giorni in balia del maltempo.

Malta aveva già respinto la richiesta della Open Arms. La ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, aveva affermato che invece l'Italia avrebbe con ogni probabilità fornito un porto sicuro. "Continuiamo a chiedere che le persone vedano rispettati i loro diritti, stabiliti dalle convenzioni internazionali e dal diritto marittimo", aveva dichiarato in un video diffuso su Twitter Riccardo Gatti, capomissione a bordo della Open Arms: "Settantatre persone in balia del maltempo, a bordo ci sono bambini piccoli, persone con ferite da arma da fuoco e ustioni gravi, 26 ragazzi che viaggiano da soli. Hanno già attraversato l’inferno, l’Europa dimostri di rispettare la loro dignità".

"Situazione molto critica a bordo"

"A bordo abbiamo una situazione molto critica, abbiamo un ragazzo a cui hanno sparato. Dobbiamo richiedere l'evacuazione. Abbiamo anche persone con delle forti ustioni dovute alla benzina, abbiamo 26 minori in totale di cui 24 non accompagnati", ha precisato Gatti. "Stamattina siamo ormai nella zona della costa orientale siciliana. Siamo dovuti venire a proteggerci dal maltempo. Abbiamo ricevuto l'autorizzazione ad entrare nelle acque territoriali italiane per poterci mettere al riparo". Domenica 24 novembre erano stati trasferiti ad Augusta, vicino a Siracusa, 11 dei migranti bordo. Si tratta di bambini con le famiglie e dei feriti.

Il processo di ricollocazione

È stata avviata la procedura per la ricollocazione a livello europeo dei migranti a bordo delle navi della Open Arms e della Aita Mari, la nave dell'Ong basca Salvamento Maritimo Humanitario (Smh) che aveva chiesto un porto sicuro per le 78 persone a bordo, soccorse nel Mediterraneo. La richiesta di ridistribuzione è stata presentata congiuntamente dai quattro Paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta: Italia, Germania, Francia e Malta. Taranto e Pozzallo sono stati individuati come porti di sbarco per i migranti a bordo, rispettivamente, della Open Arms e della Aita Mari.

"Piove e fa freddo di fronte alla Sicilia, dove 78 persone stanno aspettando un porto di sbarco sicuro", aveva scritto l'Aita Mari su Twitter: "Nessuna risposta da parte dell'Ue da giovedì. Ciò aumenta la sofferenza per i fratelli che stanno solo cercando un Paese pacifico". Nel frattempo la Ocean Viking, la nave delle Ong Sos Mediterranee e Medici senza Frontiere che aveva soccorso più di 200 migranti, è sbarcata a Messina. A comunicarlo è lo stesso ministero dell’Interno, spiegando che "per la prima volta" sono state "Italia, Germania, Francia e Malta" a chiedere "congiuntamente alla Commissione europea l’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti a bordo della Ocean VikingÈ la prima volta che accade: l'intervento europeo viene sollecitato da tutti i Paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta. È un passo significativo in vista di una gestione realmente solidale dei flussi migratori che interessano la rotta mediterranea".

Fermate le ricerche a Lampedusa per il maltempo

Si sono fermate a causa del maltempo, le ricerche dei 15 dispersi del naufragio di Lampedusa, avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato a circa un miglio dall'isola dei Conigli. Il barcone su cui viaggiavano i migranti si è ribaltato a causa del mare in tempesta, con onde alte fino a quattro metri. All'alba di oggi le motovedette della Guardia costiera avrebbero dovuto raggiungere nuovamente la zona del naufragio ma il mare mosso e il vento forte impediscono l'avvio delle ricerche. Al momento sono 5 i cadaveri dei migranti rinvenuti durante le ricerche dei dispersi del naufragio  avvenuto davanti alle coste di Lampedusa. Si tratta di cinque donne. I 149 migranti tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera, tra i quali ci sono 13 donne e 3 bambini, hanno raccontato che sul barcone erano presenti altre venti persone che risultano disperse. Molti migranti hanno riferito di avere perso familiari o amici.

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