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Migranti, denuncia di Sea Watch: “Guardia costiera libica minaccia di arrestarci, grave violazione”

La Sea Watch 3 denuncia le minacce ricevute dalla cosiddetta guardia costiera libica, che ha intimato all’Ong di lasciare l’area Sar, di rinunciare ai soccorsi in mare, “altrimenti manderemo degli assetti e vi arresteremo”. L’Ong tedesca riporta la conversazione con gli ufficiali libici e parla di “sistematica violazione del diritto internazionale marittimo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La cosiddetta guardia costiera libica minaccia di arrestare l’equipaggio della Sea Watch 3. “Dovete andarvene, altrimenti utilizzeremo qualsiasi mezzo per costringervi a lasciare l’area Sar”, è il messaggio che la cosiddetta guardia costiera libica ha rivolto alla Sea Watch, in mare per soccorrere i migranti in difficoltà. “Vi arresteremo”, è la minaccia inviata all’equipaggio. Dalla stessa Ong tedesca viene resa nota la conversazione avuta con la guardai costiera: “È la guardia costiera libica, dovete andarvene, dovete lasciare l’area Sar”, esordiscono gli ufficiali libici. Che proseguono minacciosi: “Altrimenti utilizzeremo qualsiasi mezzo per costringervi a lasciare l’area Sar”. L’ufficiale chiede nuovamente di lasciare l’area, parlando con il capitano della Sea Watch, sostenendo che stiano “violando il diritto internazionale, queste sono acque economiche libiche, è l’area Sar libica. Non potere restare in questa posizione, potete solo passare ma non restare lì”, affermano. Prima di concludere: “Altrimenti manderemo degli assetti e vi arresteremo”.

La conversazione viene riportata dalla Sea Watch che denuncia quanto avvenuto: “La cosiddetta Guardia Costiera Libica ha minacciato di arrestare l'equipaggio di Sea Watch 3. Millantano di avere giurisdizione sulla zona SAR libica ma è solo l'area in cui hanno la responsabilità di salvare vite. Acque internazionali in cui noi abbiamo il diritto di operare. Invece di adempiere all'obbligo di salvare vite nella zona SAR di sua competenza, la cosiddetta Guardia Costiera Libica minaccia di "ricorrere a tutti i mezzi disponibili" per costringerci ad andarcene. Questa è una gravissima violazione della Convenzione sul Diritto del Mare”. Dalla Ong tedesca proseguono: “Se non ci fosse un interesse europeo a proteggere la sistematica violazione del diritto internazionale marittimo da parte delle autorità libiche, questo comportamento porterebbe a una crisi diplomatica. Le autorità tedesche ne sono state informate”.

La denuncia di Sea Watch viene sottolineata anche dal deputato di Leu, Erasmo Palazzotto: “La cosiddetta guardia costiera libica chiama il ponte della Sea Watch, minaccia di arrestare l’equipaggio e di ricorrere a tutti i mezzi disponibili per allontanarla dalle acque internazionali, dove le navi delle ONG hanno tutto il diritto di navigare per adempiere all’obbligo di soccorso di persone in pericolo. Evidentemente non vogliono che nessuno possa testimoniare il loro operato, i loro speronamenti, i loro respingimenti illegali e i loro colpi di mitra verso chi fugge. La cosiddetta guardia costiera libica opera così. Basterebbe molto meno per creare un incidente diplomatico, se solo l'Europa non avesse abbandonato la tutela dei diritti in quel tratto di mare”. Protesta condivisa anche dal deputato del Pd, Matteo Orfini: “Dato che abbiamo scelto incredibilmente di continuare ad addestrarli, dato che la missione di addestramento è in capo al Viminale, la ministra Lamorgese può cortesemente far sapere alla cosiddetta guardia costiera libica che tutto questo è inaccettabile?“.

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