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Migranti, con le mani ‘insanguinate’ davanti al Viminale: la protesta contro il governo

Una manifestazione davanti al Viminale per protestare contro il governo e la sua politica in tema di flussi migratori. Con le mani rosse, insanguinate, per rappresentare il colore del “sangue delle migliaia di migranti inghiottiti nel Mediterraneo o torturati nelle carceri libiche”, un centinaio di persone si sono ritrovate davanti al ministero dell’Interno.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le mani tinte di rosso, ‘insanguinate', protese verso l'alto e in particolare verso il palazzo del Viminale, sede del ministero dell'Interno, per manifestare contro la politica del governo sui migranti e contro le scelte italiane in tema di gestione dei flussi migratori. Un centinaio di persone si sono ritrovate a Roma, davanti alla sede del Viminale: cittadini e rappresentanti di associazioni, politiche e non, che hanno deciso di convocare questa iniziativa non violenta che richiama il Duran Adam, la protesta dell'uomo fermo, come quella dei manifestanti turchi in piazza Taksim nel 2013 contro il governo. Una manifestazione, quasi un flash mob di pochi minuti, quella di oggi, che verrà replicata nei prossimi giorni, a partire da domani. E che parte da un dato: "Nel 2018 sono morte nel Mediterraneo circa 1500 persone. Oltre 500 lasciate morire solo nell'ultimo mese. Questa è l'unica verità in mezzo a tante menzogne. Non vogliamo essere complici di questa strage di Stato", afferma Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani e deputato di +Europa, insieme ad Antonella Soldo e Silvja Manzi, rispettivamnete presidente e tesoriera del movimento.

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La manifestazione nasce anche in seguito alle immagini diffuse ieri da chi si trovava a bordo della Ong Open Arms: l'imbarcazione ha soccorso una donna lasciata in mezzo al mare – secondo le accuse della Ong – dalla Guardia costiera libica. Ma insieme a lei c'erano anche i cadaveri di un'altra donna e di un bambino. "Le immagini diffuse ieri – spiegano ancora i promotori dell'iniziativa – rappresentano solo una delle migliaia di testimonianze dell'orrore che si consuma nel Mediterraneo e in Libia: soccorsi ostacolati, punti d'approdo negati, donne, uomini e bambini tenuti in ostaggio in condizioni di salute precarie o rispediti nei centri di detenzione libici. E sempre più morti in mare. A tutto ciò rispondiamo con un presidio non violento e promuovendo, con un ampia rete di organizzazioni, l'iniziativa dei cittadini europei Welcoming Europe per fermare la criminalizzazione dell'aiuto umanitario, creare canali legali e sicuri in Europa e mettere fine alle violazioni e agli abusi alle frontiere".

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"Alla chiusura del fronte nazionalista a cui sembra essere così devoto il titolare del Viminale – continuano ancora – opponiamo uno strumento democratico di cittadinanza europea. Che questo messaggio arrivi forte e diretto con l'immagine delle nostre mani tinte di rosso come il sangue delle migliaia di migranti inghiottiti nel Mediterraneo o torturati nelle carceri libiche".

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