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Migranti, ancora un respingimento illegale: 500 persone riportate in Libia e 20 annegati

Ancora un respingimento illegale verso la Libia. Lo denuncia Alarm Phone: “Almeno 20 persone sono annegate oggi al largo della Libia mentre cercavano rifugio in Europa. Altre 500 sono state forzatamente respinte. Le morti e le intercettazioni devono finire! Proprio ora, un’altra barca è in pericolo e le autorità non agiscono”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un altro respingimento illegale verso la Libia, attuato dalla cosidetta Guardia costiera del Paese nordafricano. "Circa 20 Migranti sono annegati e altri 230 intercettati e riportati in Libia oggi. L'inattuabile risposta dello Stato alla situazione nel mar Mediterraneo continua ad avere conseguenze umane molto gravi", ha scritto su Twitter Safa Msehli, portavoce dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), pubblicando il video di una nave carica di persone. Poche ore fa, aveva scritto anche che "oltre 500 Migranti sono stati intercettati nelle scorse 24 ore e riportate in Libia. Sono state tutte messe in detenzione".

Alarm Phone, il call center per i migranti in difficoltà, lo ha denunciato sul suo profilo Twitter. "Almeno 20 persone sono annegate oggi al largo della Libia mentre cercavano rifugio in Europa. Altre 500 sono state forzatamente respinte. Le morti e le intercettazioni devono finire! Proprio ora, un'altra barca è in pericolo e le autorità non agiscono!". L'organizzazione umanitaria, che ha anche diffuso la notizia della morte di venti migranti che tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale.

Il riferimento è a un'imbarcazione in difficoltà, che si trova in zona Sar maltese, con 100 persone a bordo. Alarm Phone aveva raccontato che i migranti avevano chiamato di notte per chiedere aiuto, dicendo che imbarcavano acqua, ed erano ormai senza acqua potabile.

Sbarchi a Lampedusa

Intanto oggi nella maggiore delle Pelagie, Lampedusa, sono arrivati altri barconi. Dopo la tregua della scorsa settimana sulla più grande delle Pelagie gli approdi sono ripresi a pieno ritmo con le motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza impegnate in diversi interventi di soccorso. Altre due carrette del mare sono state intercettate dalle motovedette della Guardia costiera rispettivamente a 24 e 20 miglia dall'isola. Sulla prima viaggiavano 110 migranti, di cui 5 donne e 2 minori, sulla seconda 15 tra cui 3 donne e due minori. Entrambi le imbarcazioni sono state lasciate alla deriva e i migranti trasbordati sulle unità della Capitaneria di porto. Anche per gli ultimi naufraghi, dopo un primo triage sanitario, è stato disposto il trasferimento nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove gli ospiti hanno superato quota 700 a fronte di 250 posti disponibili.

La nave Sea Watch 3 torna in mare

È tornata in mare un'altra delle navi della flotta civile, la Sea Watch 3. Dopo un lungo fermo amministrativo, disposto dopo che la nave aveva completato l'ultimo soccorso, portando in salvo 363 persone, lo scorso 21 marzo, l'imbarcazione dell'ong Sea Watch torna in missione: "Siamo adesso in rotta verso la nostra zona di operatività nel Mediterraneo Centrale", annunciano dall'organizzazione umanitaria.

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