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Mes, Salvini: “La riforma non è emendabile? Vero, è da bloccare del tutto”

“Dal nostro punto di vista non è questione di emendamenti. La riforma è da bloccare, punto. Per noi è un’esperienza chiusa, che non è utile né modificare né ripetere”: Matteo Salvini da Bruxelles torna sul dibattito riguardo al Meccanismo europeo di stabilità e ne approfitta per attaccare il presidente Giuseppe Conte: “La parabola Conte mi sembra sia ormai ovvio che si è conclusa. Ieri al Senato mentre parlava mancavano più di 60 parlamentari della maggioranza. Ditemi voi se non è chiaro ed evidente che saranno quelli che gli stanno vicino a mollarlo”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, si trova oggi a Bruxelles, dove è intervenuto in conferenza stampa al Parlamento europeo. L'ex ministro dell'Interno non ha perso l'occasione per tornare sulle polemiche di ieri in Senato, dove ha preso la parola riguardo al Meccanismo europeo di stabilità. Oggi rilancia l'affondo al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, mentre elenca le priorità degli europarlamentari del Carroccio in Ue. "Il clima è frizzantino e al presidente del Consiglio non mancheranno le cose da chiarire su tanti fronti, e non lo invidio. Per quanto riguarda i fronti di lavoro della Lega in Europa troviamo al primo posto il bilancio pluriennale. Il quadro finanziario parte con numeri inaccettabili per l’Italia, in primis per quanto riguarda l’agricoltura: saremo contro ogni tipo di attacco alla nostra produzione e tradizione alimentare. Stiamo anche lavorando sul tema concorrenza sleale in alcuni settori. Stiamo seguendo il dossier immigrazione: qui dovremo marcare a uomo sia la Commissione europea che il governo italiano perché non ci siano trattive a ribasso nel nome di una riapertura all’immigrazione di massa che non serve né all’Italia né all’Europa. Stiamo monitorando gli Stati in pre-adesione e interverremo per togliere tutti i finanziamenti rimasti a un Paese come la Turchia".

E si concentra quindi sul dibattito sul fondo salva- Stati: "Saremo in mille piazze italiane fra sabato e domenica almeno per spiegare alla popolazione quello che fortunatamente, grazie alla Lega, è diventato oggetto di dibattito pubblico, quando fino a pochi giorni fa era oggetto oscuro di nostro accanimento. Sembravamo ossessionati da questa preoccupazione ma fortunatamente è venuto a galla che qualcuno ha fatto alle spalle di altri qualcosa che a nostro personale avviso non è a vantaggio dell’economia nazionale".

Le polemiche sul Mes

Alla domanda di un giornalista che sottolinea come, invece che sulle preoccupazioni in tema Mes, non sarebbe meglio concentrare le energie sull'abbassamento del debito pubblico, Salvini risponde: "Ne ero convinto quando ero al governo, lo sono ora dall’opposizione e ne rimarrò convinto quando torneremo al governo, che mi auguro sia il prima possibile: l’unico modo significativo per incidere sul debito pubblico è ridurre le tasse". E rilancia il suo punto sullo salva-Stati: "Sul Mes il dibattito è aperto, non pretendo di aver ragione: noi abbiamo una posizione, rispetto anche quella contraria, ma quello che non accetto è la presa in giro del Parlamento e del popolo italiano. Se il Parlamento dà un chiaro mandato a non firmare ma rinegoziare, se cambi idea devi tornare in Parlamento per chiedere il permesso di firmare qualcosa che non avevi autorizzazione a ratificare, contrattare e accordare. Qualcuno ha mentito. O è stato Conte, o è stato Gualtieri, o l’Eurogruppo. La nostra posizione è quella dei Cinque Stelle: il trattato così com’è non è accettabile".

A chi gli chiede invece come mai si sia scatenato il dibattito solo ora, quando all'ultimo Eurogruppo, risalente allo scorso giugno, la Lega era al governo, e quindi sapeva che cosa si stesse trattando: "Quello che fa fede è l’atto parlamentare firmato dalla Lega e dai Cinque Stelle che non dava mandato ad accordare alcun sì. Poi noi abbiamo reiteratamente invitato l’allora ministro Tria a venire in Parlamento, ma ci veniva sempre risposto che non si fosse preso alcun impegno. Il presidente del Consiglio, smentendo il suo attuale ministro dell’Economia, continua a dire che si può ancora intervenire e quindi noi lavoriamo perché si intervenga. Noi non cambiamo posizione rispetto a cinque mesi fa: se anche i Cinque Stelle non cambiano posizione il problema non si pone perché nessuno ha il mandato per firmare alcunché", replica Salvini.

Come dovrebbe essere il Mes?

Salvini è chiaro sul Mes: "Dal nostro punto di vista non è questione di emendamenti. La riforma è da bloccare, punto. Per noi è un’esperienza chiusa, che non è utile né modificare né ripetere". Prende quindi la parola l'eurodeputato leghista Marco Zanni, seduto a fianco del segretario del Carroccio, che spiega: "Per noi il Mes è un meccanismo complicato e inutile nei suoi obiettivi. Come funziona in tutti gli altri Paesi c’è una banca centrale, la Bce, che potrebbe benissimo garantire meglio quello che in teoria dovrebbe garantire il Mes. Sia la stabilità finanziaria, che è uno degli obiettivi statutari che ha la Banca centrale europea, sia per quanto riguarda la tutela e la protezione dei depositi, sia come cosiddetto backstop, lo strumento che interviene in caso di crisi. Noi non vogliamo quindi altri strumenti complicati e poco trasparenti, ma siamo per l’utilizzo di strumenti semplici, che esistono già e che hanno tutta la potenza di fuoco necessaria per far fronte alle situazioni di crisi".

Salvini chiude quindi l'intervento rispondendo a una domanda sul futuro dell'esecutivo: "Dopo questo governo vediamo solo le elezioni, non un terzo governo inventato a tavolino. La parabola Conte mi sembra sia ormai ovvio che si è conclusa. Ieri al Senato mentre parlava mancavano più di 60 parlamentari della maggioranza. Ditemi voi se non è chiaro ed evidente che saranno quelli che gli stanno vicino a mollarlo".

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