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Meloni torna ad attaccare la maternità surrogata: “Non è amore vedere i figli come prodotti da banco”

Giorgia Meloni ha attaccato “l’utero in affitto” durante un intervento sulla natalità, ricordando che in Senato c’è una legge che lo renderebbe “reato universale”. La presidente del Consiglio ha anche detto che non bisogna perdere la “specificità del ruolo della madre e del padre”.
A cura di Luca Pons
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Alla conferenza sulla natalità "Per un'Europa giovane", la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata a usare termini duri per attaccare la gestazione per altri, pratica anche definita ‘maternità surrogata' o, con il termine più dispregiativo (utilizzato da Meloni) "utero in affitto". La leader di Fratelli d'Italia ha detto che la Gpa  "alimenta un mercato transnazionale spacciandolo con un atto di amore" ma "nessuno mi può convincere che sia libertà affittare il proprio corpo, non è un atto d'amore vedere il figlio come un prodotto da banco. L'utero in affitto è una pratica disumana".

"Presto la legge per rendere utero in affitto reato universale"

Sono parole simili a quelle usate da Meloni circa un anno fa agli Stati generali sulla natalità, quando aveva parlato sul palco insieme a Papa Francesco. Pochi giorni prima la commissione Giustizia della Camera aveva adottato il testo di legge per rendere la Gpa un reato universale, cioè punibile anche se la procedura avviene fuori dall'Italia.  Una scelta giuridicamente controversa che prevederebbe sanzioni fino a un milioni di euro e fino a tre anni di carcere. La legge fu approvata dalla Camera a luglio. mentre oggi è ferma al Senato. "Sostengo la proposta di legge perché l'utero in affitto diventi reato universale. C'è una proposta in discussione al Parlamento che spero possa essere approvata quanto prima", ha infatti ricordato Meloni.

Il discorso ha assunto toni da battaglia culturale in difesa della natalità: "Per decenni è stato raccontato dalla cultura dominate che avere un figlio avrebbe compromesso libertà, carriera, sogni e in alcuni casi bellezza, una scelta che ti avrebbe tolto qualcosa. Per decenni cattivi maestri hanno proclamato che la genitorialità era qualcosa di stantio, un concetto arcaico e da superare". Non solo, ma secondo la presidente del Consiglio "negli ultimi anni si sono anche diffuse tesi folli che fare meno figli serve anche a tutelare l'ambiente. Credo che queste tesi surreali rischiano di trascinare l'Italia e l'Europa sull'orlo del precipizio".

"Ormai parlare di ‘padre' e ‘madre' è rivoluzionario"

Anche se naturalmente a essere genitori dovrebbero essere le coppie composte da uomo e donna, ha suggeriyo Meloni: "Oggi già parlare di padre e madre sembra un atto di rivoluzione, se lo fai sembri retrò in un'epoca in cui si nega che per mettere a mondo bambino servono un uomo e una donna". E ancora: "Pari opportunità non è cancellare le differenze" tra padre e madre "ma consentire che le donne possano realizzarsi nella consapevolezza della specificità di ognuno: la responsabilità condivisa non può cancellare la specificità del ruolo della madre e del padre".

In particolare, negli scorsi mesi sono stati numerosi i casi giudiziari di coppie omogenitoriali che rischiavano di vedere annullata la trascrizione degli atti di nascita. Sul tema la giurisprudenza è complessa, e più di una volta la Corte costituzionale è intervenuta – anche in modo molto deciso – per chiedere al Parlamento di varare una legge che sistemi la situazione. Tuttavia, Meloni oggi ha insistito che non ce ne sia bisogno: "Viste le polemiche che leggo sulla stampa italiana e anche internazionale, vorrei sfatare un mito e una narrazione distorta: in Italia non esiste un solo bambino a cui non siano assicurati pieni diritti, perché è previsto dalla Costituzione e quindi banalmente non si potrebbe fare".

La presidente del Consiglio ha parlato anche dell'aspetto economico: sono stati messi in campo "2,5 miliardi di investimenti diretti, con benefici per le famiglie italiane di 16 miliardi di euro", ha detto citando l'Ufficio parlamentare di bilancio. La spesa pubblica che mira a sostenere la natalità, ha affermato "è spesa buona, con un moltiplicatore altissimo, non può essere considerata come altre spese dei nostri bilanci".

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