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Il Tribunale di Milano annulla la trascrizione dell’atto di nascita del figlio di una coppia Lgbt

Il Tribunale di Milano ha stralciato la posizione del genitore intenzionale nell’atto di nascita di un bambino con due papà. Allo stesso tempo, ha dichiarato inammissibili i ricorsi della Procura contro gli atti di nascita di bambini di coppie omogenitoriali femminili.
A cura di Francesca Del Boca
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Foto di repertorio
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Il Tribunale Civile di Milano ha stralciato la posizione del genitore intenzionale nell'atto di nascita relativo a un bambino nato all'estero attraverso la gestazione per altri di una coppia omogenitoriale maschile. La decisione è stata presa dopo le direttive adottate dal governo di Giorgia Meloni: la Procura aveva così chiesto di annullare, sulla base della sentenza della Cassazione dello scorso dicembre, le registrazioni all'anagrafe del Comune di Milano dei figli di alcune coppie Lgbt.

Opposta, invece, la decisione presa dai giudici nei confronti delle richieste della Procura dell'annullamento delle trascrizioni che riguardano i figli di tre coppie omogenitoriali femminili, definite inammissibili. L'associazione Famiglie Arcobaleno ha precisato che "non si cancella un genitore come fosse un errore o un vizio di forma, con una semplice rettifica". "È una notizia importantissima che ci ridà fiducia dopo i fatti di Padova" afferma Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno.

L'associazione tiene a precisare: "Serve un'azione di Stato a tutela del supremo interesse del minore, un'azione più stringente e di garanzia che interviene sullo stato di figli e figlie. Il Tribunale di Milano con queste sentenze traccia una strada importante che ci auguriamo possa essere percorsa e seguita anche dal Tribunale di Padova. Purtroppo lo stesso non è avvenuto per il caso di trascrizione di atto di nascita con due papà, ai quali viene indicata la strada dell’adozione in casi particolari, che tuttavia non assicura tutele equivalenti".

La presidentessa Crocini infine aggiunge: "Siamo sempre costretti a difenderci nelle sedi giudiziarie per farci riconoscere quanto dovrebbe essere riconosciuto ai nostri figli e alle nostre figlie da una legge nazionale. Ma siamo certi, e queste sentenze lo confermano, di essere sulla strada giusta".

La sentenza della Cedu e il commento di Fratelli d'Italia

A piombare come un macigno su queste vicende arriva anche l'ultima sentenza della Corte europea dei Diritti dell'Uomo, che ha dichiarato inammissibili una serie di ricorsi contro l'Italia presentati da coppie dello stesso sesso che chiedevano di condannare il Paese perché non permette di trascrivere all'anagrafe gli atti di nascita legalmente riconosciuti all'estero per bambini nati con maternità surrogata.

"Il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali non si è scontrato con un'impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l'opzione dell'adozione e non l'avevano utilizzata", hanno osservato i giudici di Strasburgo.

Plauditi dal vicecapogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio Augusta Montaruli: "La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ribadisce la legittimità dell'Italia a rifiutare la trascrizione del rapporto di filiazione riconosciuto all'estero a causa dell'accesso a una pratica vietata nella nostra nazione", le sue parole a sostegno della neo proposta di legge che dichiara reato universale la gravidanza per altri. "Le motivazioni ricalcano quanto il governo Meloni sta ripetendo da mesi, sia sulla legittimità del divieto di utero in affitto, sia nella illegittimità dei registri delle coppie omogenitoriali".

La Procura di Padova non riconosce 33 bambini

Un durissimo scontro sui diritti che si consuma in tutta Italia e in particolare a Padova, dove la Procura ha recentemente deciso di impugnare 33 atti di nascita di bimbi nati all'estero di coppie omogenitoriali femminili. "Va contro le leggi e i pronunciamenti della Cassazione, secondo cui può essere registrato come genitore quello biologico, un atto di nascita con due mamme", sostengono i pm veneti. "La seconda mamma, per la legge, non esiste".

"Un atto di ferocia nei confronti di quelle famiglie e dei bambini a cui viene negato un genitore, orfani per legge", il commento del Partito Democratico, attraverso la senatrice Cecilia D'Elia. "La restaurazione della cosiddetta famiglia naturale in nome dell'ideologia mette in discussione legami vivi e reali".

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