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Maturità, come potrebbe cambiare: esame simile al 2020, ma con una prova scritta e un orale

L’esame di maturità si avvicina per molti studenti, ma non è ancora stato stabilito in che modo verrà strutturato: la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ipotizza che l’esame possa essere simile a quello dell’anno scorso, mentre il presidente dell’Associazione dei presidi, Antonello Giannelli, ritiene che si possano svolgere almeno una prova scritta e un orale.
A cura di Stefano Rizzuti
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Tanti mesi di didattica a distanza e la presenza in classe solo per una parte degli studenti potrebbe comportare una modifica agli esami di maturità anche per l’anno scolastico in corso. Un esame che potrebbe ricalcare quello semplificato dello scorso anno o che potrebbe prevedere sia lo scritto che l’orale, anche se in forme diverse rispetto al passato. A parlarne su Sky Tg24 è il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: “Sicuramente sarà diversa da quella ordinaria, perché le condizioni sono diverse, sarebbe irrealistico pretendere di svolgere un esame di maturità come quando non c'era la pandemia”. Secondo Giannelli si può pensare a un esame “più consistente, più solido, con una verifica delle competenze più significativa di quella dell'anno scorso”.

Come potrebbe cambiare la maturità per il 2021

Ancora è presto per definire il formato, ma “per il momento è ipotizzabile almeno una prova scritta oltre a quella orale. Dipende molto anche dal piano vaccinale: se potessimo contare su una vaccinazione diffusa per quell'epoca sarebbe diverso”. Anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, parla dell’esame di maturità durante la trasmissione Agorà: “Nel giro di pochi giorni decideremo, gli studenti hanno bisogno di certezze. Noi stiamo ascoltando tutti, famiglie, sindacati, docenti e studenti. Loro, gli studenti, vorrebbero un esame serio ma che sia simile se non uguale a quello dell'anno scorso. Questo è l'orientamento. Nelle prossime ore decideremo”.

Giannelli: contrario a eliminazione prove Invalsi

Altro tema affrontato dal presidente dell’Associazione presidi è quello delle prove Invalsi: “Sono assolutamente contrario all'ipotesi di mettere da parte le prove Invalsi, perché servono a valutare lo stato di salute del sistema educativo e non gli studenti, sarebbe un grave errore non farle”. Giannelli, inoltre, parla dei problemi causati dalla didattica a distanza: “È indubbio che ci sia qualche ritardo, che ci siano delle carenze formative che sicuramente vanno a colpire quelle fasce più deboli dal punto di vista socioculturale”. Infine si parla anche del ritorno alla didattica in presenza, che secondo Giannelli “si può fare con le dovute precauzioni”. Secondo il presidente dell’associazione dei presidi il problema è “sempre quello del mondo esterno alle aule scolastiche, all'interno delle scuole si riesce a far rispettare le regole di sicurezza”. Parla di didattica in presenza anche la ministra Azzolina: “Sarò davvero soddisfatta quando tutti gli studenti italiani torneranno in classe”.

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