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La Marina italiana ha soccorso un barcone con a bordo 100 migranti, non ci sono vittime

La Marina italiana ha confermato di aver soccorso il barcone alla deriva con 100 persone a bordo. Già ieri le Ong avevano denunciato la presenza di un’imbarcazione in difficoltà. La Marina militare ha confermato che non ci sono vittime, smentendo la notizia della morte di una bambina di cinque anni.
A cura di Annalisa Girardi
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AGGIORNAMENTO: In seguito alle operazioni di soccorso tutte le persone sono state recuperate e messe in condizioni di sicurezza, secondo quanto confermato dalla Marina militare italiana a Fanpage.it. A bordo del gommone, trovato in condizioni di estrema precarietà, sono state trovate circa 100 persone. Non ci sono vittime. Viene quindi smentita la notizia, diffusa in mattinata da alcune organizzazioni, della morte di una bambina di 5 anni. Il Viminale ha poi indicato Genova come porto di sbarco per la nave Cigala Fulgosi, ma l'imbarcazione non dovrebbe arrivare prima di 36 ore nel porto ligure.

Secondo alcune organizzazioni, una bambina di cinque anni sarebbe morta a bordo di un barcone, avvistato ieri mattina in difficoltà a largo delle coste libiche, su cui viaggiano un'ottantina di persone. Già ieri dopo i primi avvistamenti varie Ong avevano chiesto assistenza alla Marina italiana. A quanto denunciato dalla Sea Watch, i militari avrebbero inviato sul luogo un elicottero per monitorare la situazione, senza però procedere al soccorso. Questa mattina, a 24 ore dalle prime segnalazioni, il pattugliatore militare "Cigala Fulgosi" sarebbe intervenuto in soccorso ai migranti. La Marina italiana ha confermato a Fanpage.it l'avvio delle operazioni di salvataggio.

Il gommone era stato avvistato nella mattinata di ieri a largo della Libia dal Moonbird, l'aereo dei piloti volontari in supporto alle Ong. Sempre secondo la Sea Watch, l'imbarcazione si trovava "in acque internazionali a poche decine di miglia" dal pattugliatore della Marina Militare. Alarm Phone, una linea telefonica autorganizzata per rifugiati in difficoltà in mare, ha scritto su Twitter che le persone a bordo sarebbero in grave pericolo, per cui urge soccorso immediato. In nottata "siamo riusciti a parlare di nuovo con le persone a bordo", scrivono, segnalando il timore che i bambini (almeno 15 a bordo di cui il più piccolo di soli nove mesi) possano morire di ipotermia.

Due barconi arrivano a Lampedusa

Intanto, l'account italiano dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha dichiarato su Twitter che ieri sera sono arrivati a Lampedusa due barconi con a bordo 46 e 57 persone. I migranti avevano lasciato la Libia almeno tre giorni fa ed erano stati avvistati da dei pescherecci. "Navi mercantili, Ong, navi militari e istituzionali: tutti attori essenziali per salvare le vite in pericolo", ha scritto Unhcr Italia in conclusione del post.

La replica di Matteo Salvini e Elisabetta Trenta

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è intervenuto sulla vicenda, definendo "infondate e diffamatorie le accuse contro gli uomini e le donne della Marina". Il leader della Lega ha scritto un post su Facebook, accompagnandolo dallo slogan #portichiusi, in cui ha affermato: "Anche in questo caso, come sempre e rispettando legge e morale, hanno soccorso chiunque fosse a rischio. È incredibile che alcuni organi di stampa italiani diano credito a provocazioni e illazioni delle solite Ong a cui finalmente abbiamo tagliato il business e che sono sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Difendiamo l’onore della Marina". Salvini ha poi concluso ribadendo, per quanto di sua competenza, l‘indisponibilità dei porti italiani ad accogliere clandestini. Lo status dei migranti a bordo del barcone, fra cui potrebbero esserci persone con il diritto alla protezione internazionale, non potrà essere verificato finché non verrà raggiunto un porto sicuro, dove potranno avviarsi le varie procedure amministrative.

Dalla Difesa, anche la ministra Elisabetta Trenta ha affermato di non permettere a nessuno "di dire che la nostra Marina militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita". Rispondendo alle allusione "di qualche quotidiano e una Ong" secondo cui la nave militare non fosse intervenuta in soccorso del barcone diretto verso le coste italiane, Trenta ha scritto su Facebook: "È del tutto falso e strumentale! Quando è arrivato l’allarme ai nostri uomini, la nave italiana si trovava a 80km di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c’è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro". La ministra ha poi affermato che all'arrivo dell'elicottero i militari italiani hanno potuto appurare che erano già in atto delle operazioni di soccorso da parte della guardia costiera libica, e hanno offerto il supporto necessario. "La vita umana è sacra, ma questo non può voler dire accogliere tutti indiscriminatamente. Rispetto per i nostri militari e in questo caso per la Marina. Nessuno si permetta di infangare il lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne in uniforme!", ha concluso.

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