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Manovra, Luigi Di Maio: “È un atto di coraggio che l’Italia aspetta da anni”

Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, intervistato alla trasmissione radiofonica Radio Anchio, ha parlato della bocciatura della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza: “Se si torna indietro si tradiscono gli italiani e io i miei concittadini non li abbandono” ha detto, aggiungendo poi che se a Bankitalia non piace la manovra, “si può candidare”. È stato toccato anche il tema del ponte Morandi di Genova: “Devo mantenere prima di tutto una promessa con le famiglie delle vittime”.
A cura di Chiara Caraboni
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"Il mio obiettivo è rendere felici i miei concittadini, e questo va al di là dei numeriTornare indietro vorrebbe dire cominciare a fossilizzarci sui numeri, quindi fare come quelli di prima. E allora autorizzerò io gli italiani a mandarci a casa. Perché questa manovra è quell’atto di coraggio che l’Italia aspettava da anni", sono alcune delle parole del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio durante l'intervista a Radio Anchio. Due i temi principali affrontati: il Documento di Economia e Finanza e il ponte Morandi.

Nell'intervista si parla quindi della Nota di aggiornamento al Def, bocciata ieri sera dall'Ufficio parlamentare di bilancio in quanto non in linea con le regole e i patti presi con il Consiglio europeo. Secondo Di Maio, però, tornare indietro e rivedere la manovra sarebbe un tradimento nei confronti degli elettori del Movimento 5 Stelle: "Quando mi si dice si torna indietro, stanno dicendo che dobbiamo rinunciare a quota 100 per la Fornero, rinunciare alla pensione di cittadinanza che aumenta le pensioni minime, rinunciare all’abbassamento delle tasse. Non si può tornare indietro, non accetto l’idea che, in questo momento, dopo che abbiamo fatto questa azione, questa manovra del popolo che restituisce i soldi ai cittadini, perché ieri sono venuti tutti a dirci che non va bene questa manovra dobbiamo tornare indietro". E qui il riferimento è proprio a Bankitalia, Commissione, Corte dei Conti che "indicano la strada del passato" secondo il rappresentante della Lega Matteo Salvini. Più duro, dai toni sarcastici, invece il commento di Luigi Di Maio a riguardo: "Bankitalia viene in Commissione e dice che non bisogna superare la Fornero, si può candidare, fa un programma elettorale e dice che non vuole abolire la Fornero. Vediamo quanti voti prende", ha detto durante la trasmissione radiofonica, ma anche ieri su Twitter: "Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima si volta si presenti alle elezioni con questo programma. Nessun italiano ha mai votato per la Fornero. È stato un esproprio di diritti e democrazia che viene rimborsato. Giustizia è fatta. Indietro non si torna!"

L'intervista poi è virata su un altro tema caldo: il ponte Morandi. A distanza di un mese e mezzo dalla tragedia, avvenuta il 14 agosto, è stato comunicato nei giorni scorsi il commissario straordinario per la ricostruzione del ponte: il sindaco di Genova Marco Bucci. "Io devo mantenere prima di tutto una promessa con le famiglie delle vittime, a cui ho detto che non avrei mai fatto ricostruire il ponte a chi lo aveva fatto crollare. Ciò significa che lo faremo con i poteri speciali che abbiamo dato al commissario Bucci", dice Di Maio, commentando poi anche il ruolo di Autostrade che, spiega, "ora dice che potrebbe ricostruirlo in meno mesi che il commissario. Ma chi gli crede, che in 30 anni non sono stati capaci neanche di fare la manutenzione di quel ponte?". Il ministro del Lavoro rivolge un pensiero anche ai cittadini liguri colpiti dalla disgrazia che è stata il crollo del ponte e parla dei fondi destinati a permettergli di ricostruire un futuro: "Immagino che dopo un mese e mezzo senza nemmeno poter entrare a riprendere i propri effetti personali, debba essere molto frustrante. Ci metteremo i soldi che non avevamo ancora messo nel decreto emergenze e chiuderemo questo capitolo con 50 milioni di euro, somma che secondo noi permetterà al commissario Bucci di poter avviare i rimborsi. Questi soldi saranno destinati alle famiglie sfollate, cosi che ognuna possa trovare una nuova casa e con questo contributo farsi una vita. I 300 milioni di danni poi comunque li chiederemo ad Autostrade perché non dimentichiamo chi sono i responsabili del crollo di questo ponte. Quello che posso garantire è che ci sarà la cassa integrazione per le aziende della zona rossa in modo tale da permettere una misura per i dipendenti in attesa del momento in cui avremo ricostruito questo ponte, e soprattutto avremo abbattuto quello che è rimasto del vecchio ponte Morandi".

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