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M5S, nuova causa per Grillo in tribunale. Comitato di attivisti: “C’è conflitto d’interesse”

Il Comitato per la difesa dei diritti dell’Associazione M5s, guidato dalla consigliera romana Cristina Grancio, solleva il conflitto d’interesse per l’ex comico genovese.
A cura di Annalisa Cangemi
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I guai per Grillo non sono finiti. Il Comitato per la Difesa dei Diritti dell'Associazione M5s, guidato dall'avvocato Lorenzo Borrè, dichiara una nuova battaglia a Beppe Grillo e lo trascina in Tribunale, a Genova, dove tre giorni fa ha chiesto la nomina di un curatore che rappresenti la prima associazione M5s, del 2009, per curarne gli interessi.

Il presupposto è che Grillo appoggiando la costituzione della terza associazione M5s a dicembre, concedendogli anche il simbolo, sia in "conflitto di interesse" nel difendere i diritti dei primi associati.

Beppe Grillo in quanto tale non potrebbe rappresentare gli interessi dei primi attivisti, quelli che restano e che non intendono trasmigrare nella terza nuova associazione creata lo scorso 20 dicembre. Per questo, sostengono i componenti del comitato, serve un Curatore che agisca in nome e per conto della prima associazione e che ne tuteli i diritti dei componenti rispetto alla seconda e terza che sono state, a loro giudizio "irregolarmente", costituite. La richiesta di tutela vale, ovviamente, anche per il nome e il simbolo del Movimento. Ma c'è di più. Il conflitto di interesse riguarderebbe anche diversi ruoli di Grillo nelle tre diverse associazioni costituite nel tempo: nel 2009, nel 2012 e nel 2017. Nella prima Grillo figurava come Capo Politico, nella seconda come Presidente del Consiglio Direttivo e nella terza come Garante. Le intenzioni del Comitato Di.Di.A M5S per la difesa dei diritti dell'Associazione MoVimento 5 Stelle saranno inoltre annunciate domani in occasione di una conferenza stampa che si terrà a Roma anche con gli avvocati ricorrenti Lorenzo Borrè e Alessandro Gazzolo.

Alla guida del comitato c'è la consigliera capitolina del M5S Cristina Grancio, sospesa dal M5S, era stata perché la consigliera aveva espresso dubbi e e richiesto approfondimenti sulla questione stadio della Roma. Poi il M5S ha ritirato il provvedimento disciplinare di sospensione, e la grillina era stata riammessa. Ora Grancio siede sempre nei banchi della maggioranza in Campidoglio con i colleghi del M5S ma non potendo iscriversi alla nuova associazione M5S, di fatto non può votare online i candidati al Parlamento.

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