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L’inflazione continua a colpire le famiglie più povere: quando caleranno i prezzi

L’inflazione resta ancora elevata in Italia, pesando sul potere d’acquisto specialmente delle famiglie più povere. Ma le prospettive per il prossimo biennio sono positive.
A cura di Annalisa Girardi
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L'alta inflazione continua a colpire le famiglie, "soprattutto quelle meno agiate che spendono gran parte del reddito per beni alimentari ed energetici". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, intervenendo al congresso dell'Associazione degli operatori dei mercati finanziari. Il numero uno di Bankitalia ha spiegato come l'incertezza economica resti ancora molto elevata e l'economia sia in rallentamento, ma nonostante questo le prospettive per il futuro siano in miglioramento.

"I segnali di contenimento registrati negli ultimi mesi dell'anno passato si sono confermati in gennaio, le aspettative d'inflazione a breve termine sono in forte calo sui mercati finanziari", ha detto Visco.

Anche l'Ufficio parlamentare di bilancio ha messo nero su bianco una prospettiva positiva per il biennio 2023-2024. Infatti, nella nota in cui sono state aggiornate le previsioni per questo e per il prossimo anno, si afferma che l'inflazione dovrebbe venire riassorbita nel giro dei prossimi 12 mesi. Ipotizzando un progressivo miglioramento del contesto internazionale, nonostante lo scenario di incertezza sia ancora ampio, prosegue il documento, si riesce a intravedere una ripresa per il prossimo anno. Anche se, appunto, quest'anno a causa dell'inflazione i prezzi resteranno ancora elevati e il potere di acquisto dei consumatori, di conseguenza, ridimensionato.

Soprattutto dal momento in cui la dinamica dei prezzi continua a non essere allineata con l'aumento dei salari. Il picco inflattivo, però, dovrebbe essere ormai superato per il nostro Paese.

"La nostra, a differenza di quella americana, è inflazione importata. Se si guarda all’inflazione al netto dei costi dell’energia e degli alimentari, il tasso è poco più alto del 5%. Noi stimiamo che possa calare in modo importante da settembre anche tenendo conto anche di questi costi", ha detto da parte sua il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Per poi però aggiungere: "Va bene le politiche anti-inflazione purché non ci portino in recessione e su questo credo che qualcuno debba avere anche coscienza dei propri limiti".

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