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“L’economia mondiale sta andando meglio del previsto”: Bce e Fmi concordano al forum di Davos

Dalla direttrice del Fondo monetario internazionale alla presidente della Banca centrale europea, ci sono diverse conferme: l’economia va meglio di quanto ci si aspettasse qualche mese fa. Ma la situazione non è ancora buona e ci sono motivi per essere cauti, dall’inflazione alla Cina.
A cura di Luca Pons
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"Le prospettive", per quel che riguarda l'andamento dell'economia mondiale, "sono meno negative di quanto si temesse un paio di mesi fa". A dirlo è stata una delle figure più autorevoli sul tema, la direttrice generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva. Il suo intervento è avvenuto nel corso del World economic forum di Davos, un evento annuale che raccoglie molti esponenti di alto livello dal mondo della politica e dell'economia.

Nell'ultima conferenza dell'evento, Georgieva è stata la prima a parlare. Subito dopo aver detto che la situazione è meno peggio del previsto, ha comunque chiarito che "dobbiamo stare attenti a non passare da troppo pessimismo a troppo ottimismo". In particolare, "non sappiamo bene com evolverà l'inflazione", e anche se "sembra aver iniziato a scendere" potrebbe essere necessario alzare ancora i tassi d'interesse.

Insomma, la situazione è "migliore ma non ancora buona" e non ci sono "miglioramenti drastici", ma poteva andare peggio. L'attuale previsione di crescita economica globale per il 2023 è del 2,7% ma potrebbe cambiare nei prossimi giorni. Si tratterebbe comunque di uno dei dati peggiori degli ultimi anni, a parte quelli successivi alla crisi finanziaria del 2008 e alla pandemia.

È una stima, quella sulla crescita globale, che il Fondo monetario internazionale ha già abbassato tre volte di fila. Anche Georgieva ha ricordato questo dato, dicendo che quindi "non abbassarla di nuovo è già un passo avanti", anche se non ci si può aspettare che la previsione cresca di molto.

Che effetto avrà la Cina sull'economia mondiale nel 2023

Quest'anno, anche la Cina è cresciuta meno del solito, e per la prima volta da tempo meno della media mondiale. Nel 2023, però, ci si aspetta che l'economia cinese riparta. Secondo Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea che è intervenuta dopo Georgieva, questo porterà benefici all'economia globale, ma creerà anche "pressioni sull'inflazione" e soprattutto sui prezzi dell'energia. Infatti, l'aumento dei consumi e della domanda di petrolio e gas in Cina avrà un impatto sui prezzi di tutto il pianeta.

Anche Lagarde, poi, ha confermato che "l'economia mondiale sta andando meglio rispetto alle nostre previsioni". La situazione "deve migliorare un pochino se vedi così tanti economisti competenti dire ‘non è così negativa come si temeva'", ha detto, concludendo: "Ora bisogna rimanere sulla strada già imboccata". Anche la Bce "manterrà la rotta" per quel che riguarda l'inflazione.

Per rispondere agli Stati Uniti, serve un piano Ue sull'energia pulita

A Davos ha parlato anche Bruno Le Maire, ministro delle Finanze francese, che in un'intervista a Bloomberg ha commentato l'Inflation reduction act varato dagli Stati Unit. Si tratta di una legge che incentiva la produzione di energia pulita nel Paese, ma così facendo minaccia il settore europeo dell'energia green. "Ci aspettiamo alcune concessioni dai nostri amici americani", ha detto Le Maire, "ma c'è anche un altro modo di agire, che è quello di mettere in atto una sorta di European inflation reduction act".

Gli Stati europei "devono essere più indipendenti", ha continuato il ministro francese, perché gli Stati Uniti puntano a "una globalizzazione in stile cinese, con massicci sussidi", mentre l'Unione europea deve "sia chiedere modifiche agli Usa, sia sviluppare misure proprie". I tempi dovrebbero essere rapidi: "Il fattore tempo è essenziale, due o tre anni per agire sono troppi", ha concluso Le Maire.

Pochi giorni fa, sempre a Davos, anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di una proposta simile, dicendo che la commissione sta lavorando a "una nuova legge sull’industria a zero emissioni. L’obiettivo sarà quello di concentrare gli investimenti su progetti strategici lungo l’intera catena di fornitura". In particolare, si pensa di "semplificare e accelerare le autorizzazioni per i nuovi siti di produzione di tecnologie pulite", per favorire "i per i settori cruciali per il raggiungimento del net zero. Tra questi, l’eolico, le pompe di calore, il solare, l’idrogeno pulito, lo stoccaggio e altri ancora".

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