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Alberto Forchielli: “Perché dobbiamo ringraziare la Cina se il 2023 andrà meglio del previsto”

L’inverno mite e la domanda cinese che rallenta stanno aiutando l’Europa. Gli Usa rischiano di essere la sorpresa positiva dell’anno appena iniziato. Ma occhio al debito italiano. Le previsioni dell’economista ed imprenditore per il 2023.
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Alberto Forchielli.
Alberto Forchielli.

“La scarsa crescita cinese sta aiutando l’Europa ad affrontare il 2023”. Sceglie la strada di un apparente paradosso, l’economista ed imprenditore Alberto Forchielli, profondo conoscitore dell’economia globale, per spiegare come mai, a fronte di tutte gli allarmi, l’anno appena trascorso forse non sarà così brutto come ce l’aspettiamo.

Forchielli, però era stato proprio lei, qualche mese fa, a dirci che sarebbe arrivata la tempesta perfetta sull’economia globale. E recentemente sia il Fondo Monetario Internazionale sia la Banca Mondiale hanno parlato di recessione globale in arrivo…

Sì, va bene. Però dire che un terzo dell’economia mondiale non cresce è un affermazione molto semplice, quasi ovvia: Stati Uniti, Europa e Giappone sono un terzo dell’economia mondiale e non cresceranno nel 2023. Quindi il gioco è presto fatto.

Quindi niente tempesta perfetta?

Sarà un anno duro, in linea con le aspettative. Rispetto a tre, quattro mesi fa non è cambiato nulla.  Se vuoi, è cambiato che il profilo dell’inflazione è più dolce.

Come mai?

Il gas non aumenta perché l’inverno è mite. Il petrolio non aumenta perché la Cina non cresce abbastanza e non lo domanda.E pure le spinte inflattive da materie prime sono meno, sempre perché la Cina ne domanda meno.

In pratica, la crisi cinese sta aiutando l’Europa ad affrontare il 2023…

Attenzione a dire crisi. Noi non cresciamo, ma il resto del mondo continua a crescere: i Paesi del sud est asiatico cresceranno del 3-5%, la Cina del 2-3%.

Diciamo allora che cresce, ma non abbastanza…

Diciamo che per la Cina non è una crescita vicina ai loro obiettivi, che sono attorno al 6%. Però non cala, ed è già qualcosa. E non cresce abbastanza per far salire il prezzo di petrolio e materie prime.

Il rovescio della medaglia però è che la locomotiva economica dell’Europa, la Germania, dipende molto dalla domanda cinese…

La Germania sta andando bene, però. L’occupazione cresce, l’inflazione cresce meno del previsto. Questa crisi della Germania legata alla Cina si dovrebbe vedere, ma non si vede.

Come mai?

È l’investimento tedesco che è molto alto in Cina, non le esportazioni. L’export tedesco va in tutto il mondo. Soprattutto negli Usa, che potrebbero essere la vera piacevole sorpresa del 2023.

Di nuovo: come mai?

Gli Stati Uniti avranno sì e no una recessione. Stanno uscendo molto bene da questa crisi. Gli utili delle aziende si mantengono importanti, l’inflazione si sta attenuando pure lì, in ragione della sua componente energetica, i consumi tengono perché non c’è disoccupazione. I tedeschi venderanno lì e noi andremo lì con loro.

Anche per l’Italia ci possiamo aspettare un 2023 migliore del previsto, quindi?

Per l’Italia l’uscita della Banca Centrale Europea dal Quantitative Leasing è il tema centrale del prossimo anno.

Spieghi meglio…

Nel 2023 dovremo andare a sostituire gli acquisti di titoli di Stato italiano che fino a oggi faceva la Bce. C’è un grande punto di domanda legata al nostro debito: a quanto andrà il tasso d’interesse per trovare dei sottoscrittori diversi dalla Bce? Perché potrebbero chiedere pure il 10% per acquistare i nostri titoli, col debito al 150% e la crescita a zero.

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