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Opinioni

Le giravolte di Brunetta spaccano Fi: e c’è già il progetto di un “vero” Mattinale al Senato

Brunetta ha sotterrato l’ascia di guerra verso il Governo e ora teorizza la “coesione nazionale”, ma al Senato c’è chi non ne può più del renzismo e lavora a un “Mattinale” alternativo. E il capogruppo alla Camera è bersaglio di ironie e battutine….
A cura di Carlo Tarallo
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Salvate il soldato-Renato. Da chi? Da se stesso e dalla smania di non mollare nulla di nulla, di occupare più “poltrone” possibile, di restare sempre e comunque al centro dell’attenzione e sotto i riflettori. Renato Brunetta è capogruppo alla Camera di Forza Italia, è presidente della Fondazione Ravello in Campania, è il “guru” del Mattinale, bollettino quotidiano interno del partito di Silvio Berlusconi. E’ stato fino a poche settimane fa uomo di opposizione durissima alle politiche economiche del Governo guidato da Matteo Renzi ed ora è diventato una “colombina” dialogante.

In aula, il “vorrei ma non posso” sull’economia – Il suo intervento in aula di questa mattina è stato il perfetto esempio di “vorrei ma non posso”. Mentre l’economia italiana affonda, Confindustria è in allarme, l’Ocse bacchetta e l’Europa “ammonisce”, Brunetta è costretto a un intervento di maniera alla Camera. Un discorso teatrale, contrito, sofferto, a tratti (inevitabilmente) aggressivo ma con quella conclusione che ha fatto sorridere tantissimi parlamentari forzisti: “Abolirà l’art 18? Ce lo dica perché questo chiede il paese, questo chiede l’Europa. E' in grado di farlo, ha una maggioranza per farlo?”. Tradotto: la maggioranza non ce l’ha, ma può averla. Come? Ovvio: allargando la maggioranza stessa a Forza Italia. E a chi, se no?

Anche la Bergamini si allinea: critiche morbide a Matteo – Del resto la linea dettata da Berlusconi è quella: Renzi non si tocca, non si critica, non si attacca. E se la responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, si limita a definire “non indimenticabile e ripetitivo” il discorso del premier, è lampante che dalla linea “non disturbate Matteo” dettata direttamente dal Capo, non si può scantonare, deviare, tornare indietro. Ma non tutti sono d’accordo, sulla “linea”. E a farne le spese potrebbe essere proprio Renatino Brunetta.

Al Senato, in particolare, in tanti tra gli azzurri non ne possono più della totale subalternità di Forza Italia a Matteo Renzi. E rimpiangono quel “Mattinale” d’assalto che fino a poche settimane fa, ogni santo giorno, infilzava Renzi su economia, tasse, lavoro. Azzannava e incalzava, il “bollettino” che fu la creatura di Paolo Bonaiuti, finchè Silvio, nel bel mezzo dell’agosto passato ad Arcore, ci ha messo una pietra sopra: “Renato, basta con questi attacchi a Renzi oppure…”.

Il Mattinale diventa renziano e al Senato si lavora a un bollettino autonomo – Oppure, era il senso, il Mattinale cambia timoniere. E con Paolo Romani, renzianissimo capogruppo al Senato, in agguato, a Brunetta non è rimasto altro da fare che obbedire e (smettere di) combattere. Renatino ha cambiato registro e ha iniziato a teorizzare addirittura la “coesione nazionale”, ovvero l’ingresso di Forza Italia nella maggioranza di governo. Ingresso ufficiale, perché ufficiosamente l’unico vero alleato strategico del Pd di Renzi è già da tempo, per l’appunto, Forza Italia.

Ma il Mattinale-tappetino non piace, ed ecco che al Senato, dove i forzisti si sentono molto meno legati al “patto del Nazareno”, non fosse altro perché quel patto prevede la sparizione degli stessi senatori, si sta pensando ad un “house-organ” alternativo. “Ci vuole un Mattinale – spiega un esponente azzurro di spicco – che trasmetta la linea vera del partito a tutti, dai consiglieri comunali dei più piccoli comuni ai parlamentari. Un bollettino che non sia la copia sbiadita degli editoriali dei giornali di sinistra ma che aiuti i nostri esponenti politici e istituzionali a riallacciare il rapporto con il nostro elettorato storico, quelle partite Iva che sono rimaste fuori dai famigerati 80 euro e che dall’appoggio esterno mascherato al governo Renzi ottengono in cambio solo tasse, tasse, tasse”.

Forza Italia al bivio: stampella o alternativa al Pd? – Dunque, l’ennesima battaglia interna a Forza Italia si combatte a colpi… di bollettini interni. Mattinale, pomeridiano o serale che sia, il malcontento interno verso questa Forza Italia appiattita su un Governo che sembra già in difficoltà, monta. L’insofferenza dei graduati e dei peones verso lo strapotere di Denis Verdini rischia di alimentare inaspettatamente la fronda guidata da Raffaele Fitto, mentre la deriva leghista allontana definitivamente l’elettorato meridionale dal partito. Al bivio tra la battaglia liberale e un futuro da stampella eterna del Partito Democratico, per Forza Italia è il momento delle scelte…

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