La proposta della Lega Araba: a Gaza peacekeeping ONU fino a soluzione “due popoli, due stati”

Un'operazione di peacekeeping sotto l'egida delle Nazioni Unite, con i Caschi Blu dell'ONU schierati come "forza d'interposizione" tra le parti, un po' come fatto in Libano e Kosovo in anni recenti. È la proposta di soluzione del conflitto israelo-palestinese avanzata al termine del 33esimo vertice arabo, in corso nel Bahrein. Una bozza del documento finale, ottenuta dall'egiziano Ahram online, contiene un appello da parte degli Stati della Lega Araba a "dispiegare forze di protezione internazionale e di mantenimento della pace sotto il controllo delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati fino al raggiungimento della soluzione dei due Stati".
Nel documenti, si chiede l'impegno del Consiglio di Sicurezza delle ONU di "intraprendere azioni chiare per attuare la soluzione dei due Stati" e di "stabilire una tempistica" per il processo politico e i negoziati. I leader arabi inoltre chiedano "misure urgenti per un cessate il fuoco immediato e permanente, porre fine all'aggressione nella Striscia di Gaza, fornire protezione ai civili e rilasciare prigionieri e detenuti". La Lega Araba chiede anche il "ritiro delle forze di occupazione israeliane da tutte le aree della Striscia di Gaza", la revoca dell'assedio imposto su di essa e la riapertura di tutti i valichi per consentire l'ingresso degli aiuti umanitari.

I leader arabi considerano lo stato ebraico responsabile anche della distruzione delle città e delle infrastrutture civili nella Striscia e ribadiscono il loro "rifiuto categorico di qualsiasi tentativo di sfollare con la forza i palestinesi dalle loro terre nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est". In un altro capitolo del documento i membri della Lega Araba affermano "il totale e deciso rifiuto di qualsiasi sostegno a gruppi armati o milizie che operano al di fuori dell'autonomia degli Stati e che perseguono o eseguono programmi esterni in conflitto con gli interessi superiori degli Stati arabi".
Gli Stati arabi concordano "sul principio della difesa della propria autonomia e integrità territoriale e sulla necessità di proteggere le proprie istituzioni nazionali da qualsiasi tentativo esterno di aggressione, imposizione, influenza, indebolimento dell'autonomia o compromissione dei loro interessi". Infine, nella bozza delle conclusioni del vertice Manama, respingono inequivocabilmente "motivi e giustificazioni" del terrorismo e sottolineano la necessità di "tagliare le sue fonti di finanziamento", sostenendo al contempo gli sforzi internazionali per combattere le organizzazioni terroristiche