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L’accusa del Viminale: “Dalla Alex provocazione, rifiutano Malta e vogliono impunità”

Il Viminale accusa la nave Alex di aver rifiutato Malta come porto sicuro e il trasbordo degli immigrati a bordo “a condizione che in porto entri anche l’imbarcazione della Ong”. Il ministero dell’Interno parla di “provocazione” che prefigura “una sorta di impunità”. Mediterranea replica: “Non abbiamo rifiutato La Valletta ma in queste condizioni è impossibile affrontare 15 ore di navigazione”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ancora scontro tra il Viminale e Mediterranea per il destino dei migranti a bordo della nave Alex. Il ministero dell’Interno, guidato da Matteo Salvini, accusa l’imbarcazione di  aver rifiutato l’offerta del governo italiano di trasbordare le persone per portare a La Vallettaa condizione che in porto entri anche l’imbarcazione della Ong Alex”. Pronta la risposta della Ong che spiega di non aver rifiutato il porto maltese, ma di essere in attesa che qualcuno intervenga – dall’Italia o da Malta – per trasbordare i migranti, non essendo in queste condizioni in grado di affrontare 15 ore di navigazione.

Fonti del Viminale accusano l’Ong: “Niente Malta. Mediterranea rifiuta l'offerta del governo italiano, ovvero il trasbordo degli immigrati per condurli a La Valletta, a condizione che in porto entri anche l'imbarcazione della ong Alex. La risposta di Mediterranea, che inizialmente aveva detto di non essere in grado di arrivare in condizioni di sicurezza fino all'isola, prevede la possibilità di fermarsi, trasbordare tutti gli immigrati su altre imbarcazioni messe a disposizione da Roma o La Valletta e invertire la rotta a circa 15 miglia nautiche da Malta (acque internazionali)”.

Secondo le stesse fonti la situazione si è complicataanche perché il rifiuto a entrare in porto (e quindi ad assoggettarsi ai controlli e alla legge maltese) è considerato una provocazione assurda e una scorciatoia per dribblare le norme di un altro Paese membro dell'Unione europea". Il ministero dell'Interno sottolinea che "le cosiddette fragilità a bordo di Alex (come già successo in tutti i casi analoghi) sono state già portate a terra, in Italia. Si tratta di 14 persone. Eppure, Mediterranea pone una serie di condizioni che appaiono finalizzate a sottrarsi a qualsiasi forma di controllo anziché a salvaguardare le persone a bordo. Questa impressione è rafforzata dalla espressa richiesta di essere sottratta a qualsiasi ‘azione coercitiva' da parte di Malta o Italia, prefigurando una sorta di impunità”.

La risposta di Mediterranea: ‘Mai rifiutato Malta'

Attraverso il suo profilo Twitter, Mediterranea replica al Viminale: “Non abbiamo rifiutato La Valletta come porto sicuro ma in queste condizioni è impossibile affrontare 15 ore di navigazione. Siamo in attesa di assetti navali italiani o maltesi che prendano a bordo queste persone”. Lo stesso messaggio viene ribadito dalla portavoce Alessandra Sciurba, nel video correlato allo stesso post: “Oggi è stato permesso lo sbarco solo di 13 persone, hanno lasciato a bordo tutti i minori non accompagnati tranne uno di 11 anni. Rimangono a bordo decine di persone stremate, stanchissime. Lampedusa è qui, a un’ora di navigazione, è il porto sicuro più vicino rispetto al punto di salvataggio. Purtroppo è andata in scena ancora una volta la propaganda politica. Siamo in attesa di una conferma formale che arriveranno degli assetti navali delle autorità italiane o maltesi per arrivare a La Valletta. È impossibile pensare di fare 15 ore di navigazione”.

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