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Cos’è la patente a punti per i cantieri voluta dal governo e come dovrebbe evitare i morti sul lavoro

La patente a punti, o a crediti, è lo strumento che da ottobre 2024 ogni azienda che lavora in un cantiere edile sarà obbligata ad avere. Si partirà da trenta punti, e chi va a meno di quindi non potrà più lavorare. La norma era attesa da tempo: dovrebbe spingere a un maggiore rispetto delle norme sulla sicurezza. Ma le opposizioni sono critiche per il modo in cui è scritta.
A cura di Luca Pons
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Il decreto Pnrr è stato approvato dalla Camera e passerà al Senato per diventare definitivamente una legge entro il primo maggio. Nonostante l'attenzione si sia concentrata soprattutto sulla norma che permette l'ingresso delle associazioni pro vita nei consultori, il decreto prevede anche l'introduzione di una misura mirata a tutelare la sicurezza sul lavoro: una patente a punti – o a crediti – per le aziende che operano nei cantieri. La patente sarà un documento digitale da trenta punti, che saranno tolti nel caso di violazioni delle norme sulla sicurezza. Chi scende sotto i quindici punti non potrà più lavorare in cantiere. La misura secondo le opposizioni mantiene comunque diverse criticità: inizialmente riguarderà solo l'edilizia, e sarà il governo (non il Parlamento) a decidere molti dettagli importanti.

Cos'è la patente a crediti per i cantieri e quando parte

La patente a punti sarà una certificazione di cui sarà necessario dotarsi nei cantieri temporanei o mobili. L'obbligo scatterà a partire dal 1° ottobre 2024. Al momento, diversi aspetti non sono ancora noti perché il decreto Pnrr rimanda a successivi atti del governo, da adottare nel giro di un anno. All'inizio la patente verrà utilizzata solo nel settore edile, dove si contano circa due milioni di imprese. La prospettiva è quella di allargarla poi anche agli altri, ma sarà – appunto – il governo a stabilire come e quando. Sempre l'esecutivo dovrà decidere come vengono assegnati i punteggi, e in quale modo sarà possibile recuperare i punti per chi ne perde.

Tutte le aziende e i lavoratori autonomi nel cantiere dovranno avere una patente, a meno che non si occupino semplicemente di forniture o svolgano prestazioni "di natura intellettuale". Sono esonerate anche le aziende con un'attestazione Soa almeno di livello tre. Sarà l'Ispettorato del lavoro a rilasciare la patente a chi ne fa richiesta. Per la procedura sarà sufficiente compilare delle autodichiarazioni, ma se poi queste risultano essere false la patente sarà revocata senza possibilità di chiederla nuovamente per un anno.

Come funzioneranno i punti della patente

Ciascuna patente partirà con trenta crediti. Se si arriva al di sotto dei quindici, l'azienda in questione non sarà più autorizzata a operare in un cantiere fino a quando non ne avrà recuperati. Nel caso in cui un'impresa o un lavoratore resti nel cantiere nonostante un punteggio troppo basso scatterà una sanzione pari al 10% del valore dei lavori (con un minimo di 6mila euro) e l'esclusione dai bandi pubblici per sei mesi.

Si perderanno punti sia per mancanze formali – ad esempio se non ci sono i documenti necessari, non è stato nominato un responsabile della prevenzione o i dipendenti non sono in regola con la formazione – sia nel caso di danni veri e propri alle persone. Si parte da un punto sottratto per le carenze più leggere (come la mancata formazione su alcuni ambiti molto specifici e con basso rischio per i lavoratori) e si sale: due punti se i lavoratori non hanno caschi e altre protezioni contro le cadute, tre punti se non c'è un piano di evacuazione. Se manca interamente il documento per la valutazione dei rischi, sono cinque punti.

Naturalmente i crediti sottratti aumentano se si parla di danni ai dipendenti. Se c'è un infortunio derivato dalla violazione delle norme di sicurezza che causa una parziale inabilità permanente si perdono otto punti. Se l'inabilità è totale, i punti sono quindici. Se, sempre in conseguenza della mancata osservazione delle regole, si verifica una malattia professionale vengono sottratti dieci punti. Infine, la morte di un lavoratore sottrae venti crediti e impedisce immediatamente all'azienda di tornare a lavorare in un cantiere.

Critici Pd, M5s e sindacati

La ministra del Lavoro Marina Calderone ha detto che la norma sarà da "accompagnare e arricchire" nel tempo, ricordando che salirà il numero di ispettori del lavoro, aumentando così i controlli. Secondo l'opposizione e sindacati come Cgil e Uil, però, ci sono aspetti che non funzionano. Da quando il governo ha annunciato questa misura il segretario della Cgil Maurizio Landini ha ribadito più volte che "non è adeguata", seguito anche dal segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, che ha attaccato perché "la vita di un lavoratore vale venti crediti". Dalla Cisl, Luigi Sbarra ha detto che la patente va inserita in una più ampia strategia nazionale per limitare i morti sul lavoro.

Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, ha dichiarato che è un errore non aver esteso la patente da subito a tutti i settori, e aver affidato molti dettagli al governo: "Avete scritto la norma in modo così pasticciato che ci avete poi chiesto una delega in bianco per riscriverla con un decreto che deciderà cose essenziali". Il Movimento 5 stelle negli scorsi giorni ha presentato un ordine del giorno chiedendo di aprire un tavolo con le parti sociali sul tema, e che i prossimi interventi del governo sulla patente dovessero ricevere anche il parere del Parlamento. Ma l'odg ha ricevuto una bocciatura, che il primo firmatario Davide Aiello ha definito "surreale".

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