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Aborto, ministra spagnola critica governo italiano e Meloni si irrita: “Ignorante, non dia lezioni”

L’emendamento al decreto Pnrr che apre i consultori alle associazioni pro vita ha suscitato proteste anche fuori dall’Italia: la ministra spagnola per l’Uguaglianza Ana Redondo ha attaccato il governo Meloni. La premier italiana ha replicato: “Quando si è ignoranti si deve avere la buona creanza di non dare lezioni”.
A cura di Luca Pons
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"Permettere pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere la loro gravidanza significa indebolire un diritto sancito dalla legge. È la strategia dell'estrema destra: intimidire per togliere diritti, per fermare l'uguaglianza tra uomini e donne". Queste parole, scritte su social dalla ministra spagnola per l'Uguaglianza Ana Redondo, hanno scatenato polemiche in Italia arrivando a suscitare anche una risposta stizzita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

La norma a cui Redondo fa riferimento è un emendamento inserito nel decreto Pnrr, in discussione alla Camera in questi giorni. Il testo di poche righe prevede che le Regioni aprano i consultori anche alle associazioni del terzo settore che hanno una "qualificata esperienza nel sostegno alla maternità". Non è un mistero che questa espressione si riferisca alle associazioni antiabortiste. Più volte queste hanno trovato il sostegno del governo Meloni, che ha citato come giustificazione proprio la norma italiana di riferimento (la legge 194 del 1978) sottolineando che questa nella prima parte prevede anche norme per la "tutela sociale della maternità".

Come detto, le parole della ministra Redondo hanno portato a una risposta dura da parte di Giorgia Meloni: "Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni italiane senza conoscerne i fatti. Quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni", ha dichiarato. Anche la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella – a sua volta protagonista di interventi problematici sull'aborto, avvenuti con gli stessi toni più di una volta – ha replicato a Redondo: "Suggerisco ai rappresentanti di altri Paesi di basare le proprie opinioni sulla lettura dei testi e non sulla propaganda della sinistra italiana, che si dichiara paladina della legge 194 ma non ne conosce il contenuto o fa finta di non conoscerlo, dal momento che contesta un emendamento che non fa altro che riprodurre alla lettera un articolo della legge sull'aborto in vigore da 46 anni".

Lo scontro politico è continuato anche in Italia. Il Movimento 5 stelle ha proposto un ordine del giorno per chiedere di tenere fuori dai consultori gli enti "ideologicamente orientati" che tentano di "negare le tutele" per le donne che invece dovrebbero essere al centro dell'attività di un consultorio. Il governo ha proposto di riformularlo, in modo che chiedesse invece "un equilibrio tra operatori sanitari obiettori di coscienza e non obiettori", senza riferimenti all'aborto. Il Movimento ha rifiutato la modifica e il testo è stato bocciato, con l'astensione di due deputati di FI (Russo e Bergamini).

Sull'odg è intervenuta Gilda Sportiello (M5s), rivendicando di essere madre oggi ma di aver anche scelto in passato di interrompere una gravidanza: "Sapete perché lo dico qui, nel luogo più alto della rappresentanza democratica di questo Paese, in cui ancora oggi a qualcuno tremano le gambe quando si parla di aborto? Perché nessuna donna che vuole abortire deve essere attaccata dallo Stato. Quando mi guardo allo specchio, io non mi sento né colpevole, né mi vergogno, quelli che si devono vergognare siete voi". Sportiello ha annunciato che presenterà anche una proposta di legge per inserire la tutela dell'aborto in Costituzione, come avvenuto in Francia.

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