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La notte d’inferno dei migranti sulla Ocean Viking: il racconto dalla nave di un soccorritore

La nave Ocean Viking sta entrando al porto di Augusta. Ma la notte che i 306 migranti hanno trascorso è stata infernale, con il ponte letteralmente invaso dall’acqua, con onde alte 4 metri. “È così necessario mettere alla prova ulteriormente queste persone, oltre a quello che già stanno soffrendo e patendo?”, ha detto Alessandro Porro, uno dei soccorritori a bordo della nave della ong, contattato da Fanpage.it.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il calvario dei 306 migranti a bordo della Ocean Viking non è purtroppo terminato dopo l'assegnazione del porto sicuro, arrivata ieri sera, dopo ben 9 richieste cadute nel vuoto. Dopo l'esultanza iniziale della notizia dell'autorizzazione allo sbarco al porto siciliano di Augusta è iniziata per i migranti e per gli operatori della ong Sos Mediterranee una notte interminabile, con onde alte anche 4 metri e vento forza 7, lampi e pioggia forte. Una tempesta in piena regola che ha messo a dura prova queste persone, alcune delle quali sono state recuperate in mare durante un soccorso avvenuto nella notte del 1 novembre, quindi ormai 11 giorni fa. In questo momento l'imbarcazione umanitaria è all'ingresso del porto di Augusta, ma la situazione di estremo pericolo delle ultime ore ha fatto temere il peggio.

Ora i migranti sono in salvo, ma l'esito dell'operazione non era così scontato. Non tanto per condizioni del natante, che è sicuro, ma per lo stress e per la tensione che si è scatenata a bordo dopo un'attesa estenuante. Il sollievo momentaneo registrato non appena lo stallo si è sbloccato è stato infatti immediatamente seguito da un malessere generale, con diversi casi di mal di mare: persone già stremate da giorni faticosi si sono trovate a dare di stomaco per ore, ammassati nel poco spazio disponibile.

Il resoconto di questa notte interminabile ce lo fa Alessandro Porro, uno dei soccorritori a bordo della Ocean Viking, contattato da Fanpage.it: "Ieri sera e stamattina, con il tempo in peggioramento, la situazione è stata molto faticosa, al limite della capacità di sopportazione delle persone. Si può dire che quasi tutti sono stati male, con mal di mare. Il ponte era ricoperto di acqua, e le persone erano ammonticchiate nell'unico punto sopraelevato. Le abbiamo messe a dormire anche nei container dove normalmente teniamo gli attrezzi, sul tavolo da lavoro dove facciamo la riparazione dei gommoni, perché non c'era altro posto".

"Abbiamo dei grossi lavandini, tipo quelli industriali, vicino ai servizi igienici degli uomini, ed erano letteralmente pieni di vomito, saranno stati 20 litri. Abbiamo dato loro le pillole per attenuare il disturbo, ma gli effetti si vedono ancora. La nave è stata messa a dura prova, sapevamo che sarebbe successo, guardando le previsioni. La giornata di oggi se non fosse arrivata l'assegnazione del POS non sarebbe stata concepibile. Credo che siamo stati salvati in calcio d'angolo".

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"Ieri avevamo avuto a bordo un momento di grande felicità, dopo la notizia dell'assegnazione del porto di Augusta, che è arrivata appena in tempo, poco prima che il malessere fisico forte prendesse il sopravvento. Adesso sono tutti molto stanchi, molti stanno dormendo seduti o appoggiati alle ringhiere, sono arrivati proprio all'esaurimento fisico". 

A bordo ci sono persone di 17 nazionalità diverse, soprattutto siriani, ma alcune provenienti da Mali, Egitto e Nigeria. Ci sono in tutto 84 minori, di cui 48 non accompagnati, e 9 molto piccoli. A questi vanno aggiunti i due minori che sono stati già evacuati nei giorni scorsi per motivi di salute.

Anche il team della Sos Mediterranee è molto provato: "Il pericolo e la stanchezza la avvertiamo anche noi operatori, siamo esseri umani. Da una perte c'è la soddisfazione personale di essere riusciti a mettere in salvo queste persone e di condurle alla fine di quest'avventura. C'è però anche un po' di dispiacere per il fatto che si debba arrivare ogni volta a situazioni così complicate. Già il soccorso in mare non è facile e queste persone arrivano da realtà non semplici, in più si aggiunge un problema burocratico, che non è altro che un permesso, non è altro che carta. E però ha un impatto reale sulla vita di queste persone. È così necessario metterle alla prova ulteriormente, oltre a quello che già stanno soffrendo e patendo?", si chiede Alessandro.

Ora i migranti potranno finalmente scendere dalla nave, ma la procedura, che cambia da porto a porto, prevede ovviamente che vengano effettuati tutti i controlli Covid prima dello sbarco effettivo, un passaggio che in alcuni casi può prendere anche 2 o 3 giorni.

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