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Italia Viva non voterà la riforma della giustizia della ministra Cartabia

Matteo Renzi ha annunciato che Italia Viva non voterà la riforma del Consiglio superiore della magistratura promossa dalla ministra Cartabia. Ma il sostegno al governo non è in discussione.
A cura di Giacomo Andreoli
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Italia Viva non voterà la riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario promossa dalla ministra Cartabia. Ad annunciarlo è lo stesso Matteo Renzi su Twitter. "Non è una riforma– dice- l'azione di Bonafede era dannosa, quella della Cartabia inutile: meglio così, ma ancora non ci siamo". Sul testo, approvato a febbraio dal Consiglio dei ministri, c'è un accordo di massima tra Lega, PD, Forza Italia e Movimento 5 stelle.

"Noi– conferma Renzi nella sua ultima E-news- siamo gli unici che non voteranno a favore. Il vero problema dello strapotere delle correnti e del fatto che chi sbaglia non paga mai, con la riforma Cartabia non si risolve. Le correnti continueranno a fare il bello e il cattivo tempo nel Csm. Peccato, una occasione persa: la riforma arriverà, se arriverà, nella prossima legislatura. Questo è un pannicello caldo, anzi tiepido”.

La notizia ha creato un piccolo terremoto nella maggioranza. Per questo la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, è intervenuta spiegando che Italia Viva non intende far cadere il governo né sul tema giustizia, né su quello della riforma fiscale, su cui il partito di Renzi pone diversi problemi. "Se sta per cadere il governo sulla giustizia e sulla riforma fiscale? Non credo – assicura alla trasmissione Rai "Un giorno da pecora"- e se dovesse accadere sarebbe un atto di totale irresponsabilità. Dal mio punto di vista c'è un pieno sostegno al governo e non sarà certo Italia Viva ha causare una rottura". La ministra, però, ha rivendicato il diritto a dire la loro dei parlamentari di Iv che in commissione Giustizia hanno votato contro le indicazioni del governo proprio sulla riforma promossa dalla ministra Cartabia.

Il partito di Renzi, in particolare, chiede di trovare un nuovo accordo che inserisca nella riforma il sorteggio temperato per l’elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura. Si tratta cioè dell’estrazione a sorte degli eletti tra i membri della magistratura, fattispecie che la Guardasigilli considera incostituzionale.

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