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Cosa sta succedendo sulla riforma del Csm: i nodi da sciogliere

La maggioranza aveva annunciato di aver raggiunto un’intesa per quanto riguarda la riforma del Csm, ma in commissione Giustizia non mancano le fibrillazioni. Ecco cosa sta succedendo.
A cura di Annalisa Girardi
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Fibrillazioni in commissione Giustizia, impegnata nell'esame della riforma del Csm. La seduta è stata infatti aggiornata alla fine dei lavori in Aula, dopo le votazioni sul decreto Energia. Già questa mattina si era arrivati a uno stallo su un emendamento di una ex deputata di Forza Italia, ora nel Misto, riguardo al divieto di cumulo degli stipendi per i magistrati contabili e amministrativi. I giorni scorsi esponenti azzurri, ma anche del Partito democratico e di Azione, avevano annunciato che la maggioranza fosse giunta a un accordo sul contenuto della riforma. "Spero che non spuntino sabotatori dell'ultima ora. L'accordo è chiuso", aveva detto questa mattina in un'intervista a Repubblica il vice segretario di Azione.

Era stata trovata un'intesa su diversi punti, dal metodo di sorteggio nelle corti d'appello alla formazione dei collegi elettorali nel Consiglio. Come concordato in Consiglio dei ministri, il sistema dovrebbe restare di tipo maggioritario binominale con un correttivo proporzionale. Inoltre, si era giunti a un accordo anche per quanto riguarda il passaggio di funzioni, da giudice a pm, stabilendo che fosse possibile una sola volta nell'arco della carriera.

"Il disegno complessivo mi pare sia quello di trasformare i magistrati in burocrati: un'impostazione figlia di un grave errore di prospettiva. Più che una riforma mi sembra una regressione culturale. È un accordo che peggiora sensibilmente un impianto già denso di criticità": aveva commentato il segretario dell'Anm, l'Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro. Subito, inoltre, era emersa la volontà di alcuni partiti, come la Lega e Italia Viva, di presentare alcuni emendamenti e così facendo di cambiare i contenuti della riforma. I renziani fino all'ultimo hanno deciso di non ritirare le richieste di modifica, mentre il Carroccio ha definito il testo della ministra Marta Cartabia un buon punto di partenza, anche se la via da imboccare resta quella tracciata dai referendum.

Insomma, nonostante l'intesa annunciata si resta ancora lontani da un punto definitivo e i lavori in Parlamento si preannunciano difficoltosi. L'associazione Magistratura Indipendente ha commentato in una nota: "La riforma del Csm su cui la maggioranza di governo ha raggiunto l'intesa delude tutta la magistratura, e specialmente quella più moderata. Si continua a trascinare la magistratura nella lotta politica, dipingendola come ‘di sinistra' o ‘di destra', fingendo di dimenticare che la maggioranza dei magistrati italiani è culturalmente moderata e ha una voce chiara e precisa, che però non viene ascoltata dalla politica".

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