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Inail, aumentano i morti sul lavoro nel 2023: sono 196 nei primi tre mesi dell’anno

L’Inail ha diffuso i dati del suo bollettino trimestrale: da gennaio a marzo 2023 sono morte sul lavoro 196 persone, in aumento rispetto alle 189 dello stesso periodo nel 2022. In diminuzione le denunce di infortunio, soprattutto perché ci sono meno casi di Covid-19.
A cura di Luca Pons
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Nei primi tre mesi dell'anno sono morte sul lavoro 196 persone. Lo ha comunicato l'Inail, con il suo bollettino trimestrale relativo alle denunce di infortunio. Il dato è in aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, quando le vittime erano state 189. Si tratta del numero di morti più alto dal 2019, quando i morti sul lavoro nei primi tre mesi dell'anno furono 212.

Aumentano i morti soprattutto al Nord-Ovest, in calo al Sud

Rispetto al 2022, l'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro ha rilevato che l'aumento ha riguardato solamente gli uomini, che costituiscono la maggioranza della forza lavoro. Le denunce di infortunio con esito mortale per lavoratori uomini sono state 174, contro le 165 dello scorso anno. Al contrario, le donne vittime del lavoro sono passate da 24 a 22. Delle morti, 148 sono avvenute durante il lavoro mentre 48 "in itinere", cioè nel tragitto casa-lavoro o nello spostamento da una sede lavorativa a un'altra.

Guardando all'area geografica, si nota che i morti sono aumentati sopratutto al Nord-Ovest: un +22,45%, a causa soprattutto del Piemonte, dove le vittime nei primi tre mesi dell'anno sono salite da 12 a 21. In Liguria sono cresciute da una a 4, mentre c'è stato un leggero calo in Lombardia (da 35 a 34). I morti sono aumentati anche nelle Regioni del Centro (+6,67%), in particolare in Umbria (da 2 a 8), nelle Marche (da 6 a 7) e nel Lazio (da 19 a 20), mentre c'è stato un calo significativo in Toscana (da 18 a 13).

Nelle Isole le morti sono salite da 15 a 16 a causa di una vittima in più in Sardegna, mentre al Sud il dato è sceso: – 20,51%, con un calo importante in Puglia (da  15 a 9), Molise (da 3 a 0) e Calabria (da 4 a 2). Lieve aumento in Campania, da 14 a 15. Nessuna variazione, invece, al Nord-Est.

Scendono gli infortuni non letali, anche a causa del Covid

Mentre sono aumentati i morti sul lavoro, le denunce per infortunio non letale nei primi tre mesi del 2023 sono scese: 144.586 in tutto, contro le 194.106 del 2022, pari a un -25,51%. Il dato è legato anche al fatto che "nel numero complessivo degli infortuni sono comprese le denunce relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro, o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, e in itinere". Rispetto allo scorso anno, in Italia, è calato decisamente il numero di nuovi positivi.

Le denunce di infortunio sono scese soprattutto per le donne (da 89.130 a 52.956, cioè -40,59%), mentre la contrazione è stata più lieve per gli uomini (91.630 contro 104976, un calo del 12,71%). Guardando alla divisione territoriale, invece, il calo è stato del 30,96% nelle Isole, del 30,67% al Sud, del 29,44% nel Nord-Ovest, del 25,76% al Centro e solo del 17% nel Nord-Est.

In particolare, il calo più significativo è stato in Campania (da 10.063 a 5.303, cioè un -47,3%) seguita dalla Liguria che ha visto una discesa del 43,03% (da 8.201 a 4.672). Al contrario, gli infortuni sono diminuiti in misura minore nelle Province autonome di Bolzano e Trento e in Umbria, con variazioni tra il 5% e l'8%.

Sono aumentati anche i casi di malattie professionali: rispetto al 2022, le segnalazioni sono cresciute del 25,12% arrivando a 18.164. Per malattia professionale si intende una patologia che nasce a causa del lavoro che si svolge, a causa di azioni ripetute nel tempo e in modo progressivo.

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