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In Italia lo stipendio delle mamme è dimezzato rispetto alle colleghe senza figli, anche 15 anni dopo

La relazione annuale della Banca d’Italia dedica una sezione all’effetto che la maternità ha sullo stipendio delle lavoratrici: chi fa un figlio, rispetto alle proprie colleghe, ha uno stipendio più basso del 50% anche dopo 15 anni dalla nascita.
A cura di Luca Pons
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In Italia, fare figli costa alle donne la metà dello stipendio. Cioè, considerando due donne – con la stessa età, le stesse competenze e lo stesso stipendio di partenza – se una delle due fa un figlio, dopo quindici anni si ritrova in media ad avere uno stipendio che è la metà rispetto a quello della collega. Lo rivela la Banca d'Italia, nella sua relazione annuale sul 2022.

I dati di Bankitalia, infatti, mostrano che una donna che fa il primo figlio, nel primo periodo, arriva a perdere anche l'80% dello stipendio in confronto a una collega ‘identica'. Dopo i primi due anni dalla nascita, la differenza si attesta attorno al 40%, ma poi gradualmente aumenta, invece di diminuire. Così, con un primogenito di 15 anni la donna ha uno stipendio del 50% più basso della collega che si trovava nelle sue stesse condizioni.

Perché le donne con figli guadagnano meno delle colleghe senza figli

Bankitalia sottolinea quindi che "la nascita di un figlio ha conseguenze rilevanti per le prospettive di carriera delle donne". Il motivo di questo ‘dimezzamento' dello stipendio si spiega in fretta: per la maggior parte (circa i 90%) è legato a "un numero minore di ore lavorate, dovuto al passaggio a contratti a tempo parziale e alla riduzione delle settimane retribuite nell’anno a parità di tipologia di rapporto di lavoro". Il resto si spiega con "la minore crescita delle retribuzioni settimanali delle madri, verosimilmente determinata da progressioni di carriera più lente".

Insomma, una donna con figli è solitamente costretta a lavorare meno ore, spesso passando al part time. E anche se questo non avviene, in molti casi ha una carriera rallentata rispetto alle colleghe che non hanno figli. Non solo: le donne che fanno figli, nei due anni successivi, hanno il doppio della probabilità di perdere o lasciare il lavoro. Per quelle disoccupate, fare un figlio riduce di molto la probabilità di trovare lavoro per almeno cinque anni.

Pochi servizi per l'infanzia, e a prendersi cura della casa sono ancora le donne

Alla base di questa differenza ci sono i motivi noti: la mancanza di servizi per l'infanzia e in generale per la conciliazione famiglia-lavoro, e un contesto in cui le donne si trovano a dover dedicare molto più tempo alla cura domestica rispetto agli uomini. L'impatto dei figli sullo stipendio è più forte "nelle Regioni in cui i servizi di cura per l’infanzia sono meno diffusi", sottolinea la Banca d'Italia, e le carriere delle donne sono più penalizzate dove "è maggiore la quota di popolazione che ritiene il lavoro domestico e le attività di accudimento dei figli prevalentemente di competenza delle donne".

E nei fatti la situazione è così: le donne italiane tra i 25 e i 44 anni che hanno figli "vi dedicano in media oltre cinque ore al giorno, quasi quattro ore in più degli uomini". In un contesto del genere, è chiaro come possa emergere la tendenza a ridurre o abbandonare il lavoro, avendo di conseguenza uno stipendio più basso nel tempo.

Un tema strutturale su cui il governo Meloni dovrà lavorare parecchio. Se non altro perché l'esecutivo ha messo al centro dei suoi obiettivi un aumento della natalità, e Bankitalia afferma che "in Italia il tasso di fecondità appare più alto nelle aree in cui le donne hanno una maggiore probabilità di lavorare". Questo evidenzia come "una più elevata occupazione femminile e una maggiore fecondità non siano obiettivi in contrasto tra loro".

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