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Il Senato vota sì alla proroga dello stato di emergenza

Dal Senato della Repubblica via libera alla proroga dello stato di emergenza voluta dal governo guidato da Giuseppe Conte, grazie al voto compatto della maggioranza giollorossa. Domani toccherà alla Camera dei deputati, che si esprimerà dopo aver ascoltato le argomentazioni del Presidente del Consiglio.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Senato si è espresso in merito alla proroga dello stato di emergenza a causa dell'epidemia di coronavirus, votando a favore a maggioranza. Preclusa la risoluzione dell'opposizione, esclusa la parte (approvata) in cui si chiede un maggior coinvolgimento dei Presidenti di Regione se il quadro epidemiologico cambiasse. Prima del voto, Giuseppe Conte è intervenuto in Aula per spiegare perché il governo intende prorogare lo stato di emergenza al prossimo 151 ottobre. Avvertendo che altrimenti tutte le misure anti-contagio, che continuano a contrastare la diffusione del coronavirus nel territorio nazionale, smetterebbero immediatamente di essere efficaci. "Benché la proroga non sia condizione di legittimità per estendere temporalmente l'efficacia delle misure in vigore, è però evidente come queste siano radicate proprio nello stato di emergenza. La proroga è una scelta inevitabile e obbligata, fondata su valutazioni meramente tecniche". Conte ha poi parlato della questione sanitaria, evidenziando che sebbene i contagi siano diminuiti in Italia e il sistema sanitario non rischi più il collasso, i numeri ci dicono che il virus è ancora in circolazione nel Paese. "La pandemia si è ridimensionata, ma non è ancora finita", ha detto  Conte.

Il presidente del Consiglio ha anche lanciato un'appello alla responsabilità: "Mi permetto di dire che anche questo dibattito parlamentare dovrebbe attenersi ai profili tecnici e giuridici della decisione. Un'impropria drammatizzazione di significato potrebbe sì creare un danno all'immagine del Paese all'estero". Respingendo poi le accuse dell'opposizione, per cui il governo vorrebbe prorogare lo stato di emergenza solo per mantenere poteri straordinari: "Questa accusa si fonda su un'evidente equivoco. La proroga non incide infatti sul potere del governo e del presidente del Consiglio di emanare decreti. Lo stato di emergenza è il presupposto di fatto, ma non la fonte di legittimazione formale".

E ancora: "Mi rivolgo alle forze di maggioranza e opposizione: non credo che su queste questioni si debba ragionare sulla base di schieramenti precostituiti. Bisogna essere consapevoli che la fine dello stato di emergenza al 31 luglio farebbe arrestare il sistema di protezione e prevenzione costruito in questi difficili mesi nell'interesse della collettività, a tutela della salute. Che è precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti.  Sono state scelte difficili, ma che ci hanno permesso di superare con successo le fasi più acute dell'emergenza. Sono scelte che abbiamo sempre condiviso con il Parlamento. Spero che anche in questo caso possa maturare una convergente valutazione positiva su questo passaggio decisivo, da cui discendono importanti conseguenze per la comunità nazionale".

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