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Che cos’è lo stato di emergenza e perché il governo vuole prorogarlo al 31 ottobre

Il governo intende prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 ottobre, dopo averlo dichiarato per 6 mesi lo scorso 31 gennaio. Un prolungamento di 3 mesi, quindi, che ha scatenato le polemiche da parte dell’opposizione. Ma che cos’è lo stato di emergenza? E quali sono le conseguenze pratiche che questo comporta per i cittadini? Facciamo chiarezza.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo vuole prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 ottobre. Questo era stato dichiarato lo scorso 31 gennaio, per 6 mesi, per far fronte alla pandemia di coronavirus, che si stava espandendo al di fuori della Cina. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva spiegato che si trattasse di una misura precauzionale che il governo aveva deciso di attivare in seguito a quanto dichiarato dall'Organizzazione mondiale della sanità, che aveva proclamato l'emergenza a livello globale. Ora l'esecutivo intende prolungarla per tre mesi. Ma che cos'è lo stato di emergenza a livello pratico? Cosa comporta a livello di decisioni politiche e di conseguenze concrete per i cittadini?

Lo stato di emergenza è un provvedimento definito dalla legge 225 del 1992 sulla Protezione civile e delega al governo dei poteri normalmente attribuiti agli enti locali. In questo modo si permette all'esecutivo di intervenire in modo tempestivo, straordinario e coordinato a livello nazionale. Lo stato di emergenza può essere dichiarato di fronte a diverse situazioni: ad esempio per rischio sismico, vulcanico, meteo-idro, ambientale e infine, come accaduto a gennaio, sanitario.

Che cos'è lo stato di emergenza

È la Protezione Civile a spiegare quando scatta lo stato di emergenza: "In Italia gli eventi calamitosi sono classificati in base ad estensione, intensità e capacità di risposta del sistema di protezione civile. Per le emergenze di rilievo nazionale che devono essere, con immediatezza d'intervento, fronteggiate con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza, su proposta del Presidente del Consiglio, acquisita l’intesa della regione interessata. Lo stato di emergenza può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all'attività dell'uomo in Italia. Può essere dichiarato anche in caso di gravi eventi all’estero nei quali la protezione civile italiana partecipa direttamente.  Il Codice della Protezione Civile (Decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018), ridefinisce la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale, portandola a un massimo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi", si legge nel sito.

Perché il governo vuole la proroga dello stato di emergenza

Giuseppe Conte è intervenuto in Senato per spiegare perché il governo intende prorogarlo. "Un avvenimento come la pandemia non è un fatto puntuale, ma un processo in continua evoluzione che seppur in maniera contenuta, non ha completamente esaurito i suoi effetti. Se ci assumessimo la responsibilità di non prorogare lo stato di emergenza, le 38 ordinanze adottate smetterebbero di avere effetto, così come i conseguenti provvedimenti attuativi", ha detto. Per precisare che lo stato di emergenza non sia sinonimo di pieni poteri, come accusa l'opposizione: "La proroga non incide sul potere del governo e del presidente del Consiglio di emanare decreti. Lo stato di emergenza è il presupposto di fatto, ma non la fonte di legittimazione formale. Qualora il Cdm decidesse di prorogare lo stato di emergenza, non per questo il presidente del Consiglio sarebbe autorizzato a emanare Dpcm. Il potere del presidente del Consiglio dei ministri non deriva dallo stato di emergenza, né quindi si protrarrebbe con una proroga, ma si radica nella normativa di rango primario".

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