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Il governo non imporrà l’obbligo vaccinale contro il Covid agli studenti

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha spiegato che “c’è stata un’ottima adesione alla vaccinazione da parte dei ragazzi” e che per questo motivo non ci sarà ragione di inserire l’obbligo vaccinale tra i più giovani. Il medico ha spiegato anche che il green pass non è affatto un obbligo indiretto a vaccinarsi, “perché lo puoi ottenere anche con un tampone”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il vaccino obbligatorio contro il Covid è una possibilità di cui ormai si parla da settimane, ma non per tutta la popolazione. Soprattutto non per gli studenti. A tornare su questo punto è il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che è intervenuto su Radio Cusano Campus questa mattina: "C'è stata un'ottima adesione alla vaccinazione da parte dei ragazzi – ha spiegato – Credo che la scuola ripartirà in sicurezza, è stato fatto tanto, anche se si può fare un passo in più sullo screening". Insomma, secondo il medico non sarà necessario l'obbligo vaccinale per i più giovani. "Auspico l'uso dei test salivari perché per un'opera di screening per persone a basso rischio è una diagnostica che può essere utilizzata – ha aggiunto – Se vuoi fare un controllo a campione puoi tranquillamente utilizzare questo tipo di diagnostica più semplice, più adatto anche ai bambini piccoli".

Sul green pass, però, Sileri ha le idee chiare: "Paragonarlo ad un obbligo vaccinale indiretto non è corretto, perché puoi ottenere il green pass anche con un tampone", ha commentato anche alla luce delle polemiche delle ultime settimane, tornate al centro dell'attenzione negli ultimi giorni tra proteste e il voto della Lega. "Possiamo discutere sulla possibilità di tamponi a prezzi calmierati o anche gratuiti – ha aggiunto il sottosegretario – ma il green pass è uno strumento di sicurezza sanitaria". Secondo Sileri "il green pass dà la libertà di non vaccinarsi".

Un altro tema molto discusso è quello relativo alla terza dose, che per alcuni potrebbe scattare molto presto: "Quando se ne parla è necessario chiarire cosa si intende, bisogna specificare il chi, il quando e il quale – ha chiarito subito Sileri – Per quanto riguarda il chi, ad esempio chi fa la dialisi o quelle categorie di pazienti fragili nei quali si è dimostrato che è necessario fare una terza dose come rinforzo e per queste categorie la terza dose dovrà essere fatta quanto prima, credo ad ottobre". Poi, però, la platea "aumenterà" perché "altre categorie avranno bisogno di una terza dose, ad esempio le persone molto anziane". Ma "questo però non significa che tutti da ottobre dovranno rifare la terza dose". Poi bisogna capire "con quale vaccino". È verosimile pensare che in futuro "questi vaccini vengano migliorati anche in relazione alle varianti", è possibile che in futuro "i richiami verranno fatti con vaccini più aggiornati". Se "il virus non muta diventando un semplice raffreddore, avremo bisogno di proteggerci con una vaccinazione da ripetere nel tempo", con "richiami similari a quelli del virus influenzale".

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