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Il governatore della Toscana Enrico Rossi è indagato per la gara da 4 miliardi sul Tpl

“Le accuse sono infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni”: queste le parole di Enrico Rossi, il governatore della Toscana, indagato dalla procura di Firenze, insieme ad altre sei persone, per la gara regionale per il trasporto pubblico locale (Tpl).
A cura di Annalisa Girardi
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"A volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti": così il governatore della Toscana, Enrico Rossi, conferma di essere indagato dalla procura di Firenze, insieme ad altre sei persone, per la gara regionale per il trasporto pubblico locale (Tpl). Si tratta di un bando da 4 miliardi di euro, assegnato ad Autolinee Toscane, controllata dal gruppo francese Ratp, che già controlla il sistema tramviario della capitale toscana. Sono indagati anche due funzionari regionali e la commissione giudicatrice. I reati contestati sono turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità.

"Le accuse sono infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni", ha continuato Rossi su Facebook. E ancora: "Per quanto mi riguarda l’accusa è di avere rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale.In realtà, coloro che hanno presentato l’esposto nascondono il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e che la stampa e le agenzie nazionali l’avevano ampiamente riportata, poiché la seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato.La cosa più vergognosa e triste di questa vicenda è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio di trasporto pubblico locale, provocando un danno alle casse regionale di due milioni di euro per ogni mese, e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi. Questa purtroppo è l’Italia"

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