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Crisi di Governo 2022

I partiti che sosterranno Mario Draghi: avrà la maggioranza per formare un nuovo governo?

Tra poche ore Mario Draghi salirà al Quirinale, dove è stato convocato dal presidente della Repubblica che intende affidargli l’incarico di presidente del Consiglio per formare un nuovo “governo di alto profilo”. Alcune forze politiche si sono già espresse a favore di un esecutivo guidato dall’ex governatore della Bce, come Italia Viva, mentre altre, tra cui il M5s e FdI, hanno detto di essere contrarie. Ancora una volta la partita si gioca in Senato: andiamo a vedere un po’ numeri.
A cura di Annalisa Girardi
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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato Mario Draghi al Quirinale e intende affidargli l'incarico di formare un nuovo "governo di alto profilo" per far fronte alle sfide che si pongono di fronte al Paese, tra il Recovery Plan e la pandemia. L'ex governatore della Bce dovrebbe quindi mettere in piedi un esecutivo tecnico, ma si apre anche l'incognita dei numeri in Parlamento, specialmente in Senato. Il Movimento Cinque Stelle ha già detto che non sosterrà Draghi e anche Fratelli d'Italia insiste perché si torni alle urne. La Lega non si espone al momento e anche Forza Italia non ha ancora preso una posizione esplicita, sebbene le dichiarazioni delle ultime settimane lascino pensare al via libera degli azzurri. Cautela anche da parte del Partito democratico, che ha solo detto di essere pronto al confronto per il bene del Paese, ringraziando il capo dello Stato per aver "posto rimedio al disastro provocato dalla irresponsabile scelta della crisi di governo". Italia Viva ha annunciato di essere pronta a sostenere Draghi e ha chiesto di mettere fine alle polemiche. Andiamo a fare un po' di conti.

Come è stato per la fiducia al Conte bis, ancora una volta la vera partita si gioca in Senato. Dove, lo ricordiamo, servono 161 voti per arrivare alla maggioranza assoluta. Come anticipato, i renziani hanno detto che voteranno a favore di un governo tecnico guidato da Mario Draghi. Se ai 18 senatori del gruppo Italia Viva – Psi si sommassero tutti quelli del Partito democratico e anche quelli di Forza Italia si arriverebbe a 105 senatori a sostegno del governo tecnico. Tra il gruppo Misto, quello degli Europeisti – Maie – Centro democratico e quello delle Autonomie ci sono altri 40 senatori: queste forze politiche non si sono però ancora esposte a favore o contro un esecutivo guidato da Draghi ed è quindi impossibile sapere come si comporteranno.

Anche se tutti i senatori appartenenti a questi gruppi prendessero posizione a fianco di un "governo di alto profilo", come l'ha definito il capo dello Stato, comunque non si arriverebbe alla soglia della maggioranza assoluta. Per quella servirebbe il sostegno di un gruppo come la Lega, che conta di 63 senatori, e che però ha lasciato intendere che comunque, anche se decidesse di appoggiare il governo tecnico, sarebbe soltanto in un'ottica di transizione, per arrivare a votare a maggio. "Non abbiamo pregiudizi nei confronti di Draghi. Vogliamo parlare di taglio di tasse e apertura dei cantieri con la prospettiva del voto. Voterà mezza Europa e lo faranno tante città italiane per cui la democrazia non può essere sospesa in questi mesi", ha commentato Matteo Salvini.

Oggi il centrodestra si riunirà e allora si potrà capire la direzione che intende prendere la coalizione. Che potrebbe anche decidere di intraprendere percorsi separati, come fatto durante il governo gialloverde, senza per questo rompere l'alleanza. Fratelli d'Italia ha già detto di non ritenere un governo tecnico la soluzione in questo momento, insistendo perché i cittadini tornino alle urne: i suoi 19 senatori, quindi, probabilmente non voteranno a favore di Draghi in Aula. Infine, dei voti sicuramente contrati, sono quelli del Movimento Cinque Stelle, che a Palazzo Madama occupa ben 92 scranni. Anche in questo caso però, potrebbero esserci fuoriuscite.

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