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Grillo vuole il reddito di cittadinanza universale in Italia, ma M5S risponde che “non è possibile”

Replicando a Beppe Grillo, il deputato pentastellato Alfonso Bonafede ha dichiarato che l’introduzione del “reddito di cittadinanza universale” al momento è impossibile, ma che “il reddito di cittadinanza si farà”. Il deputato dem Anzaldi ha pesantemente attaccato il M5S sul punto, ma il reddito di cittadinanza universale di Grillo e quello proposto dai grillini in campagna elettorale sono due misure diverse.
A cura di Charlotte Matteini
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Pochi giorni fa, con un post pubblicato sull'omonimo blog, Beppe Grillo è tornato a parlare di reddito di cittadinanza universale, sostenendo che con l'avanzare della tecnologia e del progresso molti posti di lavoro spariranno e dunque sarà necessario provvedere a introdurre un reddito che spetti di diritto a ogni cittadino, per nascita. Nel corso della mattinata, il deputato grillino Alfonso Bonafede, rispondendo a una domanda sul tema ai microfoni di 24 Mattino su Radio24 ha dichiarato: "Beppe Grillo parla di reddito di cittadinanza universale ma ancora non è possibile. Il reddito di cittadinanza invece si farà".

Quella che sembra una contraddizione di termini ha aizzato l'ira del del deputato dem Michele Anzaldi, che su Facebook ha scritto: "Dopo cinque anni di propaganda in tutte le trasmissioni tv, a tutte le ore e a reti unificate, ora i cinquestelle dicono che si erano sbagliati, che il reddito di cittadinanza per tutti era una bufala, che è ‘irrealizzabile'. Non è uno scherzo, è quello che ha dichiarato senza vergogna Bonafede, il braccio destro di Di Maio, a Radio24. Siamo oltre qualsiasi abuso della credulità popolare! Davvero pensano che gli italiani siano ‘rincoglioniti', come ha detto Di Battista? I conti non potevano farli prima delle elezioni? Per anni hanno promesso soldi, illudendo le persone e speculando sulla pelle di chi non ce la fa. Passata la festa, gabbato lo santo. Vergogna".

In realtà, quello di Bonafede e del Movimento 5 Stelle non è un passo indietro rispetto alle promesse da campagna elettorale, perché la misura proposta dai pentastellati, con tanto di disegno di legge depositato in parlamento nella scorsa legislatura, prevede un reddito di cittadinanza legato all'inserimento o reinserimento dei cittadini maggiorenni e disoccupati nel mondo del lavoro, una cifra erogata a tempo indeterminato ma legata all'accettazione di regole particolari, come la disponibilità a fare colloqui e l'accettazione di una proposta di lavoro considerata "congrua" rispetto al percorso di studi e all'esperienza maturata (in tutto, la proposta di legge prevede si possano rifiutare solo fino a 3 proposte di lavoro, pena il decadimento del sussidio). Il reddito di cittadinanza universale auspicato da Beppe Grillo, invece, è molto diverso dal "sussidio di disoccupazione potenziato" che i 5 Stelle vorrebbero introdurre nell'ordinamento e prevede l'erogazione di una somma di denaro mensile per diritto di nascita a prescindere da qualsiasi condizione.

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