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Grillo (M5s) contro il Ponte sullo Stretto: “Proposta ideologica e miope”

Il dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina è tornato al centro del dibattito politico negli ultimi giorni. Ma il Movimento 5 Stelle resta fortemente contrario a quest’opera, come confermano le parole di Giulia Grillo: la deputata ed ex ministra della Salute spiega in un’intervista a Fanpage.it il perché della sua contrarietà e ritiene che questa proposta venga da una classe politica “miope e a corto di idee”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Giulia Grillo, ex ministra della Salute e deputata del Movimento 5 Stelle, lo Stretto di Messina lo conosce bene. Da siciliana qual è, il progetto del Ponte sullo Stretto lo ha seguito con attenzione, tanto da presentare – nel 2016 – un esposto contro il governo di Matteo Renzi per l’ipotesi di avviare i lavori per la sua realizzazione. E oggi torna ad affermare con forza che il Ponte è un’opera che non serve. Intervistata da Fanpage.it, Grillo attacca chi parla nuovamente di questo progetto, ritenendo che sia una proposta ideologica e fatta da chi probabilmente non conosce quel territorio. Per la deputata del Movimento 5 Stelle la questione del Ponte sullo Stretto è diventata una sorta di “bandiera di partito”, ma secondo lei il governo e la maggioranza non porteranno fino in fondo questa discussione. Non mancano, però, le accuse a chi – in primis proprio Renzi – ha rilanciato questo dibattito: per Grillo si tratta di una “classe politica miope, a corto di idee”. La speranza, per l’ex ministra, è che agli Stati generali dell’economia annunciati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ci sia un vero confronto sulle proposte realmente utili per far ripartire il Paese, anche grazie al contributo delle opposizioni, invocato con decisione da Grillo.

Perché il Movimento 5 Stelle è contrario al Ponte sullo Stretto?

La domanda è perché sì, non perché no. Chi dice che va fatto lo fa per vari motivi. C’è chi dice che serve per creare occupazione, cioè creare lavoro facendo un ponte: non mi sembra idonea come politica del lavoro. C’è chi parla del ponte come volano di sviluppo: quindi vuol dire che tutti i luoghi senza un ponte sono sottosviluppati? C’è chi dice che la Sicilia deve avere il ponte per l’alta velocità: perché deve essere vincolata al ponte? Visto che servirebbe a tutti i passeggeri. C’è chi dice che si produrrebbe minore inquinamento: mi fa piacere che chi vuole distruggere il paesaggio lo vuole fare per ridurre l’inquinamento, con un’opera che verrebbe costruita in una riserva naturale. Non so se chi ne parla se conosce lo Stretto. Probabilmente sono ideologici quelli che propongono il Ponte, non chi fa notare le assurdità di queste proposte.

I 170 miliardi del Recovery Fund non sono tutti regalati, gran parte li dovremo restituire: anche se abbiamo una classe politica miope e a corto di idee sulla riconversione industriale del Paese, non si deve passare da un progetto nato operativamente  dal 1980, è possibile che non abbiano altre idee per creare lavoro e occupazione se non con le grandi opere? È una politica che non ci porterà da nessuna parte, se puntiamo su questo allora abbiamo deciso che questo Paese deve rimanere al Medioevo per sviluppo e industria. In una terra con molti dei comuni in dissesto l’unica soluzione è davvero il ponte?

Sta dicendo che nella maggioranza, quindi, mancano idee e progetti per lo sviluppo del Paese?

Spero in questi Stati generali dell’economia che Conte ha voluto indicare come via per discutere con tutti. Uno dei grandi problemi in Italia è che non sappiamo spendere i soldi. Uno dei più grandi problemi in Sicilia è spendere i soldi europei. Se non siamo in grado di spendere soldi già stanziati da anni, come pensiamo di spendere questi?  Questi 170 miliardi devono servire a rilanciare un’economia che esce da una sofferenza, una situazione peculiare come quella del virus, che non sappiamo come evolverà. Non possiamo lanciarci in voli pindarici, dobbiamo investire in settori che siano volano permanente in tutti gli ambiti. Bisogna fare gli Stati generali insieme alle forze di opposizione, si deve fare con l’opposizione, perché è un passo troppo grande per chiunque. Non vuol dire che noi siamo scarsi e loro bravi, ma un dramma così grande non può lasciare escluso nessuno dal dibattito.

Finora da parte del governo c’è stata una chiusura nei confronti delle opposizioni?

Credo che le intenzioni ci fossero, conoscendo anche Conte. Però credo abbia influito il limite del tempo, la pressione temporale, perché ci vuole tempo a incontrare associazioni, comuni, opposizioni. Quando hai poco tempo purtroppo rischi di sacrificare il dialogo, il confronto, magari anche idee utili. Se hai fretta devi agire con la fretta. Adesso, però, abbiamo del tempo per capire come impostare questo piano, io farei una full immersion. Le intenzioni sono importanti, per quanto vedo da fuori, poi da dentro lo sanno solo il governo e le opposizioni. Penso che al di là di legittime mire di consenso, sarebbe saggio in questa fase da parte di tutti metterle da parte e recuperare le proprie posizioni e il consenso elettorale quando servirà. Altrimenti la vedo dura per tutti. Sia per la maggioranza che per l’opposizione, perché mettersi di traverso in questa fase sarà difficile poi da spiegare.

Nel Movimento 5 Stelle è cambiata in parte la posizione sul Ponte sullo Stretto? Come giudica le dichiarazioni del viceministro Cancelleri?

Secondo me Cancelleri è stato frainteso. È il viceministro, quindi nel momento in cui il presidente del Consiglio risponde a una domanda, ha cercato di contestualizzarla ed è stato frainteso anche perché lui è stato per molto tempo portatore di una posizione molto chiara, anche come candidato presidente della Regione Sicilia. Quindi lo difendo, sono sicurissima che non volesse dire di aver cambiato idea.

In passato lei stessa ha presentato un esposto contro Renzi proprio per il progetto del Ponte sullo Stretto: se sarà questo governo a portare avanti il progetto farebbe lo stesso?

Io non penso che succederà. Più che presentare un esposto, prima vorrei chiedere perché, visto che faccio parte di questa maggioranza, prima vorrei capire. Gli esposti si fanno anche come atti più politici. Io mi sento di dire che se già lo stesso Monti ha messo una pietra sopra questa opera… Mi sembra essere, al massimo, una bandiera di un partito o di qualche politico.

La Sicilia, però, ha bisogno di qualche opera alternativa al Ponte per essere realmente collegata al resto d’Italia?

Lo Stretto di Messina ha una caratteristica, quella di avere delle acque molto calme, quasi come quelle di un lago. Quindi dobbiamo pensare a una modalità più simile a quella dei laghi. E dovremmo pensare anche a uno strumento per lo sviluppo turistico. Però va fatto con uno studio apposito, un progetto con finalità non solo di sviluppo economico fine a se stesso ma anche turistico, considerando altre caratteristiche oggi ignorate. Il progetto di mobilità deve essere integrato con quello turistico, crocieristico, con le altre attività economiche che si possono sviluppare sul territorio. La mobilità dello Stretto è una mobilità che per sua vocazione non ha solo quella di trasporto fine a se stesso, ma deve essere calata in un contesto che guarda anche ad altri aspetti, sempre con la finalità di creare sviluppo. Poi se pensi al Ponte devi pensare anche a far emigrare le famiglie che abitano in quelle zone, che sono ampiamente popolate, non è di certo una vallata nel nulla. Inoltre mi viene difficile pensare ai collegamenti autostradali. Bisogna pensare ad altri progetti. Si dice che il Ponte sullo Stretto dovrebbe costare 4-5 miliardi, ma con le opere accessorie si arriverebbe anche a 20 miliardi.

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