Grillo: “I sostenitori del ‘No’ al referendum sono dei dinosauri”
"Tra due settimane il popolo italiano potrà riappropriarsi del proprio potere ricacciando nella foresta i dinosauri del Giurassico, destinati alla estinzione dalla cometa della riforma costituzionale. È ora di svecchiamento, modernizzazione e di maggiore consapevolezza sociale!". Lo scrive su Facebook Beppe Grillo, condividendo sul suo blog un post redatto da Torquato Cardilli, ex Ambasciatore d’Italia in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola e convintamente schierato per il "sì" al taglio dei parlamentari.
A sostegno del "Sì" Cardilli si chiede: "A cosa serve avere un parlamento pletorico fatto di persone che votano per riconoscere a Ruby la qualità di nipote di Mubarak, infarcito di personaggi sistematicamente assenteisti (Ghedini, Angelucci, Brambilla, al 98% ecc.), o di un buon 10% di inquisiti, o di avvocati personali del principe o di sue favorite? Non è il caso di indurre i partiti a fare una preselezione evitando di trasformare il Parlamento nel circo Barnum con personaggi degni appena di fare l’usciere o che si comportano da miserabili approfittandosi del sussidio da Covid?". Benché non vi sia alcun automatismo tra la riduzione del numero dei parlamentari e un miglioramento della loro qualità l'ex ambasciatore, di cui Grillo condivide il pensiero, ritiene che la "casta" sia convintamente schierata per il "no": in realtà, però, tutti i partiti della maggioranza e quasi tutti quelli dell'opposizione (Lega, Fratelli D'Italia e Forza Italia) si sono apertamente schierati per il "sì", tranne poche e isolate voci al loro interno (come Giorgetti per la Lega e Cuperlo per il Partito Democratico).
Per il blog di Grillo "il costo complessivo del nostro parlamento, il più alto dei parlamenti occidentali, è di 1 miliardo e mezzo all’anno e il taglio dei parlamentari consentirà, specialmente in questi tempi di ristrettezze, un certo risparmio di circa 100 milioni l’anno, ossia quasi il 7% della spesa totale. Se qualsiasi Ente di Stato riducesse le spese in egual misura l’erario risparmierebbe oltre 11 miliardi". E ancora: "I dinosauri protestano per il fatto che un numero ridotto di parlamentari costituirebbe una minore rappresentatività popolare e un minore contatto con il collegio di elezione. Argomentazione speciosa perché già ora i partiti candidano i loro favoriti in collegi sicuri anche se del tutto sconosciuti e distanti migliaia di chilometri dal luogo di residenza e perché non viviamo più in un mondo agricolo-pastorale con un 20% della popolazione analfabeta che richiedeva un contatto ravvicinato tra eletto ed elettore per l’assenza di mezzi di comunicazione di massa, di televisione e di tutti gli strumenti social con cui oggi si raggiungono simultaneamente milioni di persone. Restare ancorati al numero stabilito 40 anni fa non è una conquista né politica, né culturale, ma rappresenta una fossilizzazione della società".