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Grillo: “I sostenitori del ‘No’ al referendum sono dei dinosauri”

Beppe Grillo ha condiviso sul suo blog l’opinione dell’ex ambasciatore dell’Angola  Torquato Cardilli. “Tra due settimane il popolo italiano potrà riappropriarsi del proprio potere ricacciando nella foresta i dinosauri del Giurassico, destinati alla estinzione dalla cometa della riforma costituzionale”.
A cura di Davide Falcioni
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"Tra due settimane il popolo italiano potrà riappropriarsi del proprio potere ricacciando nella foresta i dinosauri del Giurassico, destinati alla estinzione dalla cometa della riforma costituzionale. È ora di svecchiamento, modernizzazione e di maggiore consapevolezza sociale!". Lo scrive su Facebook Beppe Grillo, condividendo sul suo blog un post redatto da Torquato Cardilli, ex Ambasciatore d’Italia in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola e convintamente schierato per il "sì" al taglio dei parlamentari.

A sostegno del "Sì" Cardilli si chiede: "A cosa serve avere un parlamento pletorico fatto di persone che votano per riconoscere a Ruby la qualità di nipote di Mubarak, infarcito di personaggi sistematicamente assenteisti (Ghedini, Angelucci, Brambilla, al 98% ecc.), o di un buon 10% di inquisiti, o di avvocati personali del principe o di sue favorite? Non è il caso di indurre i partiti a fare una preselezione evitando di trasformare il Parlamento nel circo Barnum con personaggi degni appena di fare l’usciere o che si comportano da miserabili approfittandosi del sussidio da Covid?". Benché non vi sia alcun automatismo tra la riduzione del numero dei parlamentari e un miglioramento della loro qualità l'ex ambasciatore, di cui Grillo condivide il pensiero, ritiene che la "casta" sia convintamente schierata per il "no": in realtà, però, tutti i partiti della maggioranza e quasi tutti quelli dell'opposizione (Lega, Fratelli D'Italia e Forza Italia) si sono apertamente schierati per il "sì", tranne poche e isolate voci al loro interno (come Giorgetti per la Lega e Cuperlo per il Partito Democratico).

Per il blog di Grillo "il costo complessivo del nostro parlamento, il più alto dei parlamenti occidentali, è di 1 miliardo e mezzo all’anno e il taglio dei parlamentari consentirà, specialmente in questi tempi di ristrettezze, un certo risparmio di circa 100 milioni l’anno, ossia quasi il 7% della spesa totale. Se qualsiasi Ente di Stato riducesse le spese in egual misura l’erario risparmierebbe oltre 11 miliardi". E ancora: "I dinosauri protestano per il fatto che un numero ridotto di parlamentari costituirebbe una minore rappresentatività popolare e un minore contatto con il collegio di elezione. Argomentazione speciosa perché già ora i partiti candidano i loro favoriti in collegi sicuri anche se del tutto sconosciuti e distanti migliaia di chilometri dal luogo di residenza e perché non viviamo più in un mondo agricolo-pastorale con un 20% della popolazione analfabeta che richiedeva un contatto ravvicinato tra eletto ed elettore per l’assenza di mezzi di comunicazione di massa, di televisione e di tutti gli strumenti social con cui oggi si raggiungono simultaneamente milioni di persone. Restare ancorati al numero stabilito 40 anni fa non è una conquista né politica, né culturale, ma rappresenta una fossilizzazione della società".

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