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Gregoretti, la memoria difensiva di Salvini: “Nessun sequestro, sulla nave c’erano 2 scafisti”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha depositato la sua memoria difensiva in vista del processo sul caso della nave Gregoretti che si aprirà il 3 ottobre a Catania. L’ex ministro dell’Interno ritiene che non ci sia stato alcun sequestro e sostiene che a bordo dell’imbarcazione ci fossero due scafisti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha depositato la sua memoria difensiva in vista del processo che si svolgerà a Catania il 3 ottobre sul caso della nave Gregoretti. L’ex ministro dell’Interno sostiene che non ci sia stato alcun sequestro di persona né alcuna “privazione della libertà personale”. Secondo Salvini i migranti sulla Gregoretti sono rimasti a bordo “solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento”. Ancora, secondo il leader leghista, sulla nave della Marina militare c’erano “due scafisti”. I due scafisti, riporta la memoria difensiva, sarebbero stati fermati dopo lo sbarco. Tra i punti salienti del documento da presentare al processo del 3 ottobre, riportati in una nota dalla Lega, ce ne sono altri riguardanti quanto avvenuto.

Gregoretti, Salvini accusato di sequestro di persona

L’accusa nei confronti di Salvini è quella di “sequestro di persona pluriaggravato”, che potrebbe costare una pena fino a 15 anni di carcere. Alla memoria difensiva è anche stata allegata la corrispondenza tra la presidenza del Consiglio, il ministero degli Esteri, la Commissione europea e i Paesi dell’Ue, che servirebbero a testimoniare la volontà di procedere con il ricollocamento dei migranti.

La memoria difensiva di Salvini

Il leader leghista ritiene che i migranti siano rimasti sulla nave senza pericoli e con la massima assistenza, ma solo per il tempo necessario per concordare il trasferimento negli altri Paesi europei. La memoria difensiva, di 50 pagine, ricostruisce quanto avvenuto tra il 27 e il 31 luglio 2019 dopo il soccorso di alcuni migranti nel Mediterraneo. Tra le 135 persone a bordo, riporta la nota, i medici non avevano riscontrato “casi sanitari gravi”, escludendo così l’ipotesi di un’evacuazione medica. Il porto di sbarco sarebbe poi stato indicato alle 18:10 del 27 luglio, ad Augusta.

Il racconto del leader leghista prosegue, ricordando che dalla notte del 28 luglio la nave è rimasta ormeggiata, permettendo lo sbarco dei minori, come richiesto dalla procura di Catania. Secondo Salvini a bordo non si registravano episodi di insofferenza. Si arriva così al 31 luglio, quando viene fatto sbarcare un immigrato con sospetta tubercolosi. Poche ore dopo viene comunicata l’autorizzazione allo sbarco delle 115 persone a bordo. Questa attesa, si spiega ancora nella memoria difensiva, sarebbe stata necessaria per concordare la redistribuzione in altri Paesi europei dei migranti, operazione portata avanti dal governo italiano.

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