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Governo, Salvini: “Che schifo i senatori a vita, sono la casta della casta della casta”

Durante il suo intervento al Senato in occasione del voto di fiducia al governo Conte, il leader della Lega Matteo Salvini attacca duramente la nuova maggioranza e lo stesso presidente del Consiglio. L’ex ministro dell’Interno avverte Conte sui decreti sicurezza e lancia la sua personale battaglia contro i senatori a vita.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una lunga invettiva contro il nuovo governo e il suo presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: l’intervento di Matteo Salvini, leader della Lega, al Senato in vista del voto di fiducia all’esecutivo, si concentra su una serie di critiche mosse alla nuova maggioranza. Salvini chiama più volte il presidente del Consiglio “Conte-Monti”, paragonandolo all’ex inquilino di Palazzo Chigi. Salvini accusa M5s e Pd di essere affamati di poltrone e sottolinea come il governo si basi anche sul voto di alcuni senatori a vita, criticando questa figura ritenuta inutile e da abolire a tutti i costi, definendola la casta della casta della casta. Salvini ricorda che l’attuale maggioranza parlamentare è, in realtà, “minoranza nel Paese”. E avverte Conte e la neo-ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese: i decreti sicurezza non si toccano “per il bene dell’Italia”, secondo Salvini.

Ecco i passaggi più significativi del discorso di Salvini:

Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, di Monti e di Renzi. Parto dal 7 agosto: Giuseppe Conte è semplicemente imbarazzante. Parole non mie. Lo diceva una persona che oggi le voterà la fiducia. Io stasera chiamo mia figlia e mio figlio, ma parlerò con i miei figli a testa alta, con una poltrona in meno ma con tanta dignità in più ed è una cosa che non cambierei mai. Io oggi non la invidio, presidente Conte, con una poltrona figlia di slealtà, tradimento, interesse personale, può essere la più importante del mondo, ma non riuscirei a occupare neanche un quarto d’ora.

Abbiamo anche scoperto l’allergia da parte sua e della sinistra al popolo e alla piazza, come se fosse un delitto. Ieri c’era gente a volto scoperto, senza petardi e manganelli, ieri poliziotti e carabinieri erano sorridenti in casa loro, abituatevi. Siete minoranza nel Paese, magari siete maggioranza per un gioco di palazzo nel Parlamento. Ma siete minoranza anche nei vostri partiti. Qua l’unica paura chiara a tutti è la paura di tornare al voto e di essere lasciati a casa dagli italiani e dover ricominciare a fare un lavoro, ammesso che ci sia un lavoro da fare a casa. Noi a questa paura e all’odio rispondiamo con un sorriso.

Leggo che qualcuno vuole tornare indietro su quota 100. La flat tax è stata cancellata. I decreti sicurezza vengono rimangiati: se qualcuno pensa di tornare alla legge Fornero e ai porti aperti non fa un dispetto a Salvini, ma agli italiani, e faremo una sana e dura opposizione. L’importante era fermare la Lega. Per voi è importante fermare la Lega, per noi far ripartire l’Italia. Ho letto che oggi ci sarà una riunione urgente sul problema più sentito dagli italiani: la nuova legge elettorale. Stiamo tornando al pentapartito. Non vi invidio.

Noi andiamo avanti sui temi, senza aver paura di confrontarci con gli elettori. Sembra sia fuori moda e fuori luogo, noi siamo pubblici dipendenti e siamo dei privilegiati e dovremmo avere il dovere di confrontarci con i nostri datori di lavoro. Chi ha paura del voto degli italiani ha la coscienza sporca. Se oggi c’è qualcuno che si trova a disagio quel qualcuno, signor Conte, è lei. Presidente per tutte le stagioni e le maggioranze, la prossima la farà con Forza Italia o Rifondazione comunista, magari coi marziani. Inchiodato alla poltrona come le vecchie mummie della prima Repubblica.

Nel nostro futuro la famiglia è al centro. Io non capisco questo nervosismo quando tutto il Parlamento dovrebbe essere unito dalla difesa strenua dei più deboli e da quelli che non hanno voce: tutti dovrebbero chiedere chiarezza su Bibbiano. Per noi la famiglia è al centro, ma noi non condanniamo prima del processo. Ma per noi il bimbo ha una mamma e un papà, viene adottato se ha una mamma e un papà e non deve essere sottratto a quella mamma e papà.

C’è tanto nel contratto delle poltrone nel suo intervento di ieri. Noi cercheremo di limitare i danni che farete. La salute dei nostri figli vuol dire anche guerra vera a ogni tipo di droga. E se qualcuno pensa di portare lo Stato spacciatore passerà sui nostri corpi. Vi aspettiamo al varco, abbiamo sentito quel genio di Saviano dire che bisognerebbe legalizzare la cocaina. Portatela una legge in quest’Aula e non vi facciamo uscire a mangiare e dormire.

Abbiamo un’idea di giustizia che prevede che gli italiani siano persone perbene, oneste e innocenti fino a prova contraria. E su questo mi permetto un richiamo sullo stile: in più di una occasione ha giudicato suoi colleghi prima ancora che ci fosse non solo una condanna, ma anche un processo. Giudicati e condannati. Noi non ce lo siamo mai permessi, perché in un paese civile si è condannati quando si è condannati dalla giustizia in via definitiva. Quando ci sono state polemiche sul suo curriculum, sui suoi studi fantasma, su di lei, noi non abbiamo detto una parola: questa è differenza di stile, lo stile è sostanza, non solo apparenza. Su questo speriamo che non si vada verso una Repubblica giudiziaria.

Oggi, qualcuno diceva, è un giorno di festa perché hanno messo il rivoluzionario Paolo Gentiloni agli Affari economici. Io aspetterei a festeggiare, perché è un commissario controllato dal noto falco Dombrovskis. Se avete svenduto l’interesse italiano per qualche poltrona lo avete fatto male perché vi hanno rifilato una sòla. Spero di essere smentito.

Sono stato onorato di servire questo Paese come ministro e conto di tornare a farlo il prima possibile. Conti su di me se potrò esserle utile nel lavoro per il bene di questo Paese. Non si pieghi alla sinistra decidendo di cancellare i decreti sicurezza perché farebbe il male di questo Paese.

Europa, mi permetto di ricordare con orrore quell’immagine di quell’uomo che sussurrava alla Merkel: non fa bene a un Paese libero. A proposito di stile, di lealtà e di tradimento. Alla faccia. Comunque noi ci siamo, faremo opposizione leale in Parlamento. Ovviamente nelle piazze. Una volta la sinistra cresceva nelle piazze, adesso qualcuno vorrebbe chiuderle. Rassegnatevi. Partite con un peccato originale: il vostro governo nasce senza un minimo di appoggio popolare, di dignità popolare. Legittimo formalmente, ma abusivo sostanzialmente. Magari nelle prossime riforme si può anche ripensare ad alcune formule che mettono la fiducia in base al voto di un senatore a vita, una figura superata dalla storia della nostra Repubblica. È la casta della casta della casta. Affidare il governo a una manciata di senatori a vita che vengono qua quando hanno tempo… Tiro un sospiro di sollievo per non dover affidare la fiducia a una schifezza del genere.

Non so per cosa avete barattato quello che state facendo. Non lo dico al Pd, dove c’è profumo di poltrona c’è il Pd. Lo chiedo a chi era entrato in questo palazzo per fare la rivoluzione: pensate di poterla fare con questi compagni di viaggio? Credete che vi hanno votato per chiedere la fiducia di Monti e Casini? Oggi le facce un po’ rancorose e sfuggenti stranamente non sono tra i banchi dell’opposizione, ma della futura maggioranza. Noi torneremo a governare questo Paese per amore dell’Italia e non per amore della poltrona, quelle le lasciamo a voi. Onore e dignità valgono più di mille poltrone. Viva l’Italia e viva la democrazia in questo Paese.

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