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Governo, Renzi: “Tutti sanno che non ci saranno elezioni, aspettiamo Conte in Senato”

Matteo Renzi assicura che non saranno le urne il modo per risolvere lo scontro nel governo e scongiurare la crisi: “Tutti sanno che non ci saranno elezioni. Dobbiamo aprire le scuole, non i seggi. Dobbiamo aumentare il numero dei vaccinati, non dei candidati. Dobbiamo scrivere il Recovery plan, non i libri dei sogni elettorali. Le elezioni fanno paura a chi verrebbe politicamente decimato come i trecento parlamentari del Movimento Cinque Stelle”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Tutti sanno che non ci saranno elezioni. Dobbiamo aprire le scuole, non i seggi. Dobbiamo aumentare il numero dei vaccinati, non dei candidati. Dobbiamo scrivere il Recovery plan, non i libri dei sogni elettorali. Le elezioni fanno paura a chi verrebbe politicamente decimato come i trecento parlamentari del Movimento Cinque Stelle, non ai diciotto senatori di Italia viva". Lo ha detto Matteo Renzi, che in una intervista al Corriere della Sera spiega che lo scontro tra Italia viva e il presidente del Consiglio Conte non si risolverà con un ritorno alle urne. "Conte ha risposto alle sollecitazioni di Italia viva, dicendo: ‘Ci vediamo in Parlamento'. Lo aspettiamo al Senato, allora, che posso dire di più?".

Le possibilità per superare la crisi sono a questo punto un Conte ter, senza i ministri renziani (le ministre Bellanova e Bonetti si dimetterebbero), per arrivare almeno al semestre bianco che inizia ad agosto 2021: in questo caso al Senato mancherebbero i numeri, e servirebbero almeno 12 senatori per sostituire i parlamentari di Iv. Oppure si profila all'orizzonte l'ipotesi di un nuovo esecutivo guidato da un altro premier: "Non so che formula prevarrà", afferma l'ex presidente del Consiglio. "So che questo è il tempo di mettere al centro l'interesse dell'Italia e degli italiani contro gli egoismi di parte. L'appello del presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno perché prevalgano le ragioni dei ‘costruttori' mi sembra saggio e illuminante".

Secondo il leader di Italia viva, Conte puntava a sostituire il partito con l'apporto di un gruppo di senatori ‘responsabili': " Ci hanno provato e la risposta molto secca dei gruppi che fanno riferimento al segretario Cesa e al presidente Toti ha indebolito il progetto. Alla fine il soccorso all'operazione ‘responsabili' è arrivato solo dalla senatrice Mastella che è stata generosa pensando a ciò che i grillini avevano detto su di lei e sulla sua famiglia in passato. Generosità non sufficiente, forse, a garantire le strategie dei pensatori di riferimento del premier, taluni editorialisti che gli suggerivano di sostituire Italia viva".

Renzi non dice però se la delegazione di Italia viva lascerà o meno il governo, nel caso in cui al prossimo Cdm la nuova bozza del Recovery plan sia considerata insufficiente dai suoi: "Le ministre Bellanova e Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto sono persone serie. Stanno al governo perché hanno delle idee, non per vanagloria. Se queste idee non piacciono, noi non siamo come gli altri: le poltrone le lasciamo".

Smentisce poi le voci di un rimpasto, con una poltrona ministeriale per lo stesso Renzi, magari agli Esteri, con un passaggio di Di Maio agli Interni: "Siamo gli unici a dimetterci, altro che storie. Ma parliamo di contenuti, la prego", risponde l'ex premier a Maria Teresa Meli. Renzi esprime giudizi sui diversi protagonisti della crisi di Governo: "C'è un limite istituzionale che è invalicabile: Berlusconi, Prodi, D'Alema, Monti hanno scelto una persona cui affidare i Servizi segreti. Conte no. Eppure servirebbe qualcuno in grado di spiegare che con le istituzioni si deve essere prudenti: i nostri agenti rischiano la vita per le istituzioni, non per qualche follower in più su Facebook".

Con i "parlamentari dem", afferma, "condividiamo l'idea che una legislatura stia in piedi solo se si fanno le riforme: come una bicicletta che trova l'equilibrio solo pedalando, perché se sta ferma cade. Dunque con il Pd ci sono convergenze. Quanto a Di Maio, no. Non lo sento da molte settimane. E sinceramente fatico a capire come il ministro degli Esteri del Paese che riceve più risorse dall'Ue possa dire no al Mes per vecchie ruggini sovraniste".

Perché, si domanda, "anche i vaccini, dopo le mascherine, i tamponi, Invitalia, sono affidati ad Arcuri? Ma chi è, Superman?". Quanto al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, "ha colto il valore delle nostre critiche". Ha paura delle elezioni? Dicono che i suoi senatori la abbiano. "Io non ho paura di niente, meno che mai della democrazia. Quanto ai diciotto senatori di Italia viva mi faccia dire che sono orgoglioso di loro: stanno resistendo a ogni forma di pressione, di lusinga, di minaccia. Ci sono quotidiani che organizzano mail bombing e finti profili pagati per attaccarli sui social. Ma sono diciotto persone serie".

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