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Giorgetti pensa a “un’azione shock” per la natalità: cos’è il bonus da 10mila euro per chi fa figli

Una detrazione fiscale fino a 10mila euro per chi fa figli è la proposta fatta circolare dal governo per combattere il caro della natalità, e il ministro dell’Economia Giorgetti ha commentato: “Dobbiamo immaginare un’azione shock, non si possono tassare allo stesso modo i single e i genitori”.
A cura di Luca Pons
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"Non ci può lasciare indifferenti la curva demografica, dobbiamo immaginare di mettere in campo un’azione shock". Lo ha detto ieri il ministro dell'Economia del governo Meloni, Giancarlo Giorgetti, intervenendo al Senato per un'audizione sul Def. Il riferimento – implicito – è alla misura che il governo ha fatto circolare negli ultimi giorni: una forte detrazione fiscale per chi fa figli, che nelle ipotesi della maggioranza potrebbe arrivare fino a 10mila euro a figlio.

Questo è quanto ha dichiarato il sottosegretario alle Imprese della Lega, Massimo Bitonci: "La soluzione potrebbe essere una detrazione per ogni figlio, che al momento è accordata sotto forma di deduzione pari a 950 euro a figlio fino a 21 anni di età. L'obiettivo è aumentarla portandola a 10mila euro all'anno. Anche 5mila euro potrebbe essere una buona proposta".

"Non possiamo tassare allo stesso modo chi è single e chi ha figli"

Giorgetti non ha indicato cifre – anche perché, con una media di 400mila nati all'anno, 10mila euro ciascuno vorrebbe dire 4 miliardi il primo anno, 8 miliardi il secondo, 12 miliardi il terzo e così via, una misura praticamente insostenibile. Tuttavia il ministro ha confermato la linea delle detrazioni: "Penso sia il caso soprattutto di eliminare disincentivi alla natalità: non possiamo tassare allo stesso modo chi è single e chi ha una famiglia con figli, perché è evidente che quest’ultimo sopporta dei costi che alterano il concetto della progressività del carico fiscale", ha affermato. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, su Rete 4: "Gli italiani non fanno più figli. La popolazione invecchia sempre di più e questo significa fare un danno alla nostra economia. Non possiamo far scomparire l'Italia, detassare chi ha più di un figlio è un atto di giustizia", ha aggiunto.

Al momento l'ipotesi sul tavolo è quella di una detrazione Irpef che, intanto, si applichi solo ai nuovi nati e non a tutti i figli. Cosa che da una parte permette di contenere i costi, e dall'altra enfatizza l'obiettivo di aumentare le nascite. Nel 2022, per la prima volta nella storia d'Italia, i nati sono stati meno di 400mila, ed è dal 2008 che il numero di nuove nascite è in calo. La popolazione continua  a invecchiare e a diminuire, con effetti anche sulla spesa per le pensioni e per la sanità, e con sempre meno persone in età lavorativa. Questo è uno dei motivi per cui lo stesso Def dice che un aumento dell'immigrazione aiuterebbe moltissimo l'economia italiana.

Le ipotesi sui numeri: in media tra i 4mila e i 5mila euro di detrazione per ogni figlio

Le cifre non sono ancora ufficiali, come detto, ma tra le opzioni circolate c'è che la detrazione Irpef sia di 2.500 euro per il primo figlio. Un aumento rispetto ai 950 euro attuali, ma comunque una cifra relativamente contenuta rispetto agli annunci, dato che avere un figlio è relativamente frequente. I numeri salirebbero poi con il secondo nato: 7.500 euro di detrazione in più, nel complesso 10mila euro. Questi aumenterebbero a 12.500 euro per il terzo figlio e 17.500 euro per il quarto figlio. Insomma, in media si starebbe facendo un'ipotesi di detrazione tra i 4mila e i 5mila euro a figlio, dal secondo in poi.

Un'altra caratteristica su cui il governo avrebbe deciso di puntare è che lo sgravio fiscale spetterebbe al contribuente che versa meno nella coppia, che, statisticamente, è spesso la donna. Questa misura sarebbe pensata per favorire l'occupazione femminile, e se la cifra da detrarre fosse troppo alta per la capienza fiscale di una sola persona la si potrebbe condividere (ma al massimo fino al 50%) con l'altro coniuge.

Certo, per mettere in pratica queste ipotesi servirebbero comunque risorse economiche importanti. Fondi che, al momento, sembra difficile trovare. L'Ufficio parlamentare di bilancio ha detto, parlando del Def, che "nell'insieme sembrerebbero necessarie cospicue risorse di copertura che appaiono difficili da reperire". E si riferiva ‘solo' a rinnovi dei contratti collettivi, spesa sanitaria, pensioni e cuneo fiscale, senza tenere in conto un'eventuale "azione shock" sulla natalità.

Giorgetti ha chiesto tempo fino alla Nadef, che arriverà a settembre. Lì emergerà un quadro che renderà più chiaro "l'esatto perimetro" della prossima legge di bilancio, e quindi anche le "opportune coperture".

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