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Federico (+Europa): “Dobbiamo dare più armi all’Ucraina, pacifismo nostrano regala speranze a Putin”

“Se non avessimo inviato armi all’Ucraina avremmo verosimilmente i russi a Kiev e il Paese in mano all’invasore. Le armi sono state, ovviamente, decisive. Solo così si potranno liberare presto i territori occupati dando un segnale che decisivo e prodromico alla conclusione della guerra”: lo ha detto in un’intervista con Fanpage.it Valerio Federico, della direzione di Più Europa, presentando l’appello per inviare più armi all’Ucraina.
A cura di Annalisa Girardi
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Aumentare il sostegno militare all'Ucraina e farlo velocemente: è quanto chiede Più Europa in un appello, firmato anche da esponenti di altri partiti, giornalisti e accademici. Valerio Federico, della direzione di Più Europa e primo firmatario, in un'intervista con Fanpage.it sottolinea come senza le armi per Kiev sarebbe stato impossibile difendersi e ribadisce che solo fornendo all'esercito ucraino più materiale da combattimento si potranno liberare i territori occupati. E, così facendo, costringere Mosca alla pace.

Avete lanciato un appello per aumentare il sostegno militare all’Ucraina: cosa chiedete concretamente?

Chiediamo che sia accresciuto, ma anche accelerato il sostegno all’Ucraina da parte dell’Unione Europea e degli Stati membri. Fino ad oggi l’invio di sistemi di arma, equipaggiamenti e munizioni da parte dei paesi dell’Unione è stato importante, ma insufficiente e in parte inadeguato: nonostante le forniture consistenti, in primis, di Stati Uniti d’America e Regno unito, la guerra è in una sostanziale situazione di stallo. I russi sono stati fermati, ma ancora non si intravede la concreta possibilità di liberare i territori occupati, e le velleità di Putin di avanzare non paiono ancora annullate. Le autorità ucraine chiedono continuamente e sistematicamente un salto di qualità nel sostegno militare, compresa la disponibilità di aerei da combattimento, un numero consistente di carri armati di nuova generazione, droni, artiglieria, missili a lunga gittata. Questi ultimi, nello specifico gli Storm Shadow, hanno cominciato ad essere utilizzati, ma sono stati inviati dagli inglesi, nonostante siano a disposizione anche di Francia e Italia.

Perché il via libera al piano ASAP non è sufficiente secondo voi?

Il piano ASAP va nella giusta direzione: 500 milioni da bilancio Ue per le industrie militari dei Paesi membri, con possibilità, inoltre, di utilizzare fondi PNRR allo scopo. Ma si tratta chiaramente di un contributo minimo rispetto a ciò che servirebbe oggi e mostra quanto l’Unione europea sia ancora lontana dal disporre di un bilancio sufficiente a sostenere proprie forze armate. Mi chiedo, cosa sta facendo l’Italia per rafforzare una vera e propria politica europea della difesa? E gli altri Paesi membri a partire dalla Francia? Mi chiedo inoltre se Ue e Italia abbiano le idee chiare sullo sviluppo del sistema di difesa utile a coprire i bisogni futuri, partendo da quanto oggi serve in Ucraina.

Una parte del mondo politico e della società civile pensa che a più armi corrisponda solo un’escalation del conflitto, cosa rispondete?

Rispondiamo che con meno armi inviate avremmo verosimilmente i russi a Kiev e l’Ucraina in mano all’invasore, con la Russia di Putin più forte, ai nostri confini, e magari a minacciare direttamente Georgia o Moldova. Le armi sono state, ovviamente, decisive e un’Ucraina, più e meglio armata ed equipaggiata, potrebbe liberare presto parte dei territori occupati dando un segnale che decisivo e prodromico alla conclusione della guerra.

Credete che a questo punto il conflitto si possa risolvere solo con la sconfitta militare della Russia?

Il conflitto potrà risolversi solo quando i russi comprenderanno di essere destinati alla sconfitta e considereranno un accordo come indispensabile. La sconfitta dell'Ucraina è una prospettiva non più ipotizzata in Occidente, lo abbiamo visto anche rispetto agli impegni presi nel G7. La macchina industriale militare europea è ripartita con aumenti consistenti di ordinativi effettuati da diversi stati Ue, Germania in primis: è sufficiente in merito dare un’occhiata ai dati della tedesca Rheinmetall. L’Europa, dopo essersi dimostrata impreparata (pensiamo al problema del munizionamento) sta riorganizzando il suo strumento militare. La via di una crescita nella fornitura di armamenti sembra segnata, ora è solo questione di tempo, ma il tempo pesa sulle vite e per l’Ucraina non può essere infinito. Da non sottovalutare le speranze che regalano a Putin, il pacifismo, sopratutto nostrano – a partire da strampalati referendum atti a disarmare gli aggrediti – e i sondaggi, che danno percentuali in Italia di contrari al supporto militare a Zelensky senza pari negli altri paesi Ue.

Non temete che le armi fornite dall’Ue possano essere usate per attaccare il territorio russo?

Gli accordi, come ad esempio quello relativo alla fornitura UK dei missili Storm Shadow, prevedono che le armi siano utilizzate per colpire i russi in territorio ucraino. Questo precisato, è difficile non considerare legittimo colpire da parte ucraina il territorio russo, il territorio dell’invasore, ma politicamente resta una via oggi da evitare.

Il nostro appello ha l’ambizione di unire su un’istanza prioritaria e urgente chiunque la condivida, dal centro a destra a sinistra a non allineati vari. Pensiamo che l’Unione europea debba fare il possibile per salvare l’Ucraina, riguadagnando così un ruolo di player globale anche sull’assetto geopolitico che seguirà la guerra, ma bisogna fare presto. Lo straordinario valore dei firmatari, la loro autorevolezza e conoscenza rispetto a questa guerra, dimostra la forza di questa richiesta: studiosi, giornalisti, parlamentari, analisti militari, inviati sul campo, si stanno ritrovando uniti su un obiettivo.

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