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Ecco “Open Pnrr”, il sito per monitorare il Recovery Plan: “Italia in ritardo, manca trasparenza”

La Fondazione Openpolis lancia Openpnrr.it, un sito che raccoglie tutti i dati e le informazioni per permettere di monitorare lo stato di avanzamento del piano di ripresa e resilienza italiano. “Oltre ai dati ufficiali, apriremo ai contributi di cittadini e associazioni, l’obiettivo è creare la wikipedia del Pnrr”, dice a Fanpage.it il presidente di Openpolis Vittorio Alvino.
A cura di Marco Billeci
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Da qualche giorno è online il sito Openpnrr.it, realizzato dalla Fondazione Openpolis, che da anni si occupa di trasparenza e open data nell'ambito della politica e della pubblica amministrazione.  Il portale  – sviluppato insieme al Gran Sasso Science Institute e finanziato dalla Open Society Foundation – mette a disposizione un gran numero di numeri e informazioni per verificare lo stato di attuazione delle riforme e degli investimenti legati al Piano di Ripresa e Resilienza. "Il progetto nasce dalla  necessità di recuperare delle informazioni in maniera strutturata e puntuale nel tempo da raccogliere in un unico luogo – spiega a Fanpage.it il presidente di Openpolis Vittorio Alvino -, per permettere ai cittadini di seguire con la dovuta trasparenza un processo così importante e complesso come il Pnrr".

Il governo ha da tempo lanciato un proprio sito internet dedicato al Piano di Ripresa, "Italia Domani". Perché quelle pagina web non sono sufficienti?

Il presupposto del nostro lavoro era di basarsi sui dati pubblici, ma questo è diventato un problema, perché ancora oggi le informazioni continuano a scarseggiare. Il sito ufficiale del Pnrr ha prima di tutto lo scopo di comunicazione istituzionale. La parte che riguarda il monitoraggio, fin da quando è stata messa online l'autunno scorso, ha presentato dati sbagliati, insufficienti, incompleti contraddittori. Quindi abbiamo deciso di fare uno sforzo aggiuntivo, andando a recuperare anche i dati dispersi tra fonti differenti, come i siti dei ministeri o delle amministrazioni locali.

Tra le funzioni principali di "Openpnrr" c'è la possibilità di effettuare un monitoraggio del piano "su misura" di ogni utente. Come funziona?

Abbiamo pensato che una funzione fondamentale del progetto deve essere quella di rendere i dati fruibili anche ai non addetti ai lavori. Quindi ognuno in base ai propri interessi, può scegliere di selezionare temi specifici da seguire o circoscrivere la ricerca a determinati territori e  ricevere aggiornamenti direttamente sulla propria mail. Inoltre, in una seconda fase vorremmo coinvolgere i soggetti delle comunità locali, per aggiungere ai dati ufficiali che noi mettiamo a disposizione anche forme di monitoraggio indipendente di cittadini, associazioni, enti del terzo settore. Vogliamo cioè sollecitare una supervisione attiva sul Pnrr, per capire non solo se i tempi sono rispettati, ma anche come vengono fatte le cose e con quali ricadute sui territori.

L'obiettivo è di realizzare una sorta di Wikipedia del Pnrr?

In qualche maniera sì, esatto. Vogliamo evitare che questo patrimonio informativo venga disperso, ma che sia messo a frutto, anche per confrontarlo con il punto di vista del governo.

C'è molto dibattito sui presunti ritardi nel rispettare le scadenze fissate dalla Commissione europea, per mettere in campo le misure del piano e le riforme collegate. Una condizione peraltro necessaria per accedere alle prossime tranche di finanziamenti. Secondo i vostri ultimi dati, siamo al 41,88% di riforme realizzate rispetto al 50,15% previsto per la fine di questo trimestre, e al 20,38% su un obiettivo del 24,89% per gli investimenti.

La fotografia che si basa sui dati disponibili ci dice che rispetto alla scadenza di fine giugno, siamo in ritardo su diversi appuntamenti. Per il governo questo non è preoccupante, perché si dice che una serie di misure che risultano ufficialmente ancora non avviate, sono in realtà  già a buon punto, ma la documentazione su di esse verrà messa a disposizione solo in prossimità della deadline.  È possibile che sia così, è già successo altre volte nei mesi passati, ma in base ai dati ufficiali non possiamo esserne sicuri. Il problema principale però è un altro…

Quale?

Produrre misure così complesse in tempi così ristretti, fa sorgere domande sulla qualità dei contenuti, sia delle riforme che degli investimenti. Se anche le scadenze verranno rispettate, possiamo dire che non c'è stato abbastanza tempo per approfondire e avere anche un pubblico dibattito su quello che viene fatto. Insomma, di fronte a un tour de force per rispettare i tempi, non c'è la possibilità di entrare nel merito dei provvedimenti. Questo è un problema generale che riguarda tutta la gestione del Pnrr, che è già nato in fretta, nelle segrete stanze della contrattazione privata tra il governo e la Commissione europea e che sta procedendo in una maniera tale per cui nemmeno il parlamento è in condizione di fare le opportune verifiche.

Altra criticità è quella legata alle differenti performance delle pubbliche amministrazioni tra le diverse aree del Paese, in particolare tra Nord e Sud. Questo tema emerge anche dalle vostre elaborazioni?

Assolutamente sì. Purtroppo quello dei divari nell'efficienza della PA tra le diverse parti del Paese è un problema noto e aver scelto di destinare una quota minima fissata per legge di risorse al Sud, il 40 percento, di per sé non risolve la questione. Se buona parte dei soldi viene messa a disposizione attraverso bandi, ci devono essere persone in grado di fare progetti, gestirne l'esecuzione etc… Se queste professionalità al Sud mancano, gli obiettivi di lungo termine non verranno raggiunti. Questo problema si riscontra un po' in tutti gli ambiti tematici del Pnrr, come abbiamo potuto verificare dai bandi che riguardano la realizzazione di nuovi asili o le risorse idriche. Ci sono regioni come Sicilia o Abruzzo che non hanno partecipato alle gare o non sono riusciti ad aggiudicarsi fondi. Se non corretto, questo elemento distorsivo può portare al paradosso per cui i divari territoriali, invece di diminuire, si aggraveranno.

Sui temi della trasparenza del piano, cosa deve fare il governo per correggere il tiro?

Produrre dati di qualità, affidabili e aggiornabili. Questa è una condizione essenziale per portare avanti il Pnrr in modo adeguato. Continuare a sottovalutare l'esigenza di avere un monitoraggio efficace, porterà solo a una maggiore confusione nella gestione del progetto. Adesso che siamo ancora in una fase iniziale, è il momento di dotarsi di un sistema informativo all'altezza della sfida e poi mettere a disposizione tutti i dati. Il successo del Pnrr infatti non dipende solo dall'impegno delle amministrazioni, ma c'è bisogno del coinvolgimento e della partecipazione di tutto il Paese-

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