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È davvero colpa di Giorgia Meloni se è aumentata la benzina?

Dal primo gennaio il prezzo dei carburanti è aumentato di una ventina di centesimi, perché il governo Meloni ha deciso di lasciar scadere il taglio sulle accise e – in sostanza – ripristinare le imposte che prometteva di cancellare.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Giorgia Meloni ha aumentato il prezzo della benzina? Il 31 dicembre centinaia di migliaia di automobilisti si sono messi in coda ai distributori automatici di tutta Italia per fare il pieno di carburante. L'ultimo giorno del 2022, infatti, è coinciso con l'ultimo giorno dello sconto sulle accise. Così, dopo mesi e mesi di riduzioni sul costo dei carburanti, si torna al prezzo pieno. Non è la prima volta per il governo Meloni, tra l'altro, visto che a fine novembre già una parte delle accise erano state ripristinate. Ma quindi è colpa della presidente del Consiglio e del suo esecutivo se il prezzo di diesel e benzina è aumentato? Facciamo un passo indietro.

La decisione di tagliare le accise – che sono delle imposte calibrate su un litro di carburante e inserite in diverse fasi della storia italiana – è stata del governo Draghi, che dalla primavera scorsa ha ridotto di 25 centesimi le accise sui carburanti. Poi la misura è stata prorogata nel tempo, si è arrivati oltre i trenta centesimi tra decreti successivi e l'Iva tagliata di conseguenza. Fatto sta che il governo Draghi ha lasciato in eredità uno sconto attivo sul prezzo della benzina e del diesel di circa 35 centesimi in vigore fino al 18 novembre.

Il governo Meloni, fin dal suo insediamento, è sembrato molto dubbioso sul destino della misura. Si tratta di un provvedimento molto costoso per le casse dello Stato – si stima che siano stati spesi circa 7 miliardi di euro per coprire lo sconto da marzo a dicembre – e il prezzo del greggio è sceso rispetto ai picchi che hanno costretto Draghi a inserire lo sconto sulle accise. Perciò il governo prima ha detto che avrebbe prolungato il taglio fino a fine anno, poi ci ha ripensato dividendo in due tranche il ritorno alla normalità. Dal primo dicembre lo sconto è diventato di 15 centesimi sul litro, dal primo gennaio è stato azzerato del tutto.

La decisione del governo sta facendo molto discutere – e scatenando ironia e critiche degli avversari politici – poiché Giorgia Meloni è sempre stata la prima a promettere di eliminare le accise sui carburanti, con tanto di video iconici da campagna elettorale. E ora, invece, trovandosi al governo, la presidente del Consiglio ha deciso non solo di non tagliarle, ma di ripristinare anche le imposte così com'erano fino a qualche mese fa. Il problema, tra l'altro, riguarda gran parte del governo, visto che il taglio delle accise è anche uno dei tanti cavalli di battaglia di Matteo Salvini.

Insomma, il governo Meloni ha sostanzialmente alzato il prezzo della benzina e del diesel, cancellando dei tagli alle accise fatti negli ultimi mesi. C'è da dire che i carburanti sono arrivati al minimo storico nell'ultimo anno e mezzo, ma l'aumento – che nel risultato finale è di circa 18 centesimi – si fa sentire alle pompe di benzina. E le promesse passate pesano come macigni, nel silenzio del governo.

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