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Divorziano dopo 12 anni, lei si rifiutava di consumare il matrimonio: ex marito deve pagare assegno

In 12 anni lei ha deciso di non consumare il matrimonio, finito con un divorzio. Motivo per cui l’ex marito ha presentato ricorso contro la richiesta di dover versare alla donna un assegno divorzile: la richiesta, però, è stata respinta e l’uomo dovrà continuare a sostenere economicamente l’ex moglie, anche se in misura minore rispetto a quanto richiesto da lei.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non aver consumato il matrimonio, per 12 anni, non è motivo sufficiente per dispensare il marito dall’assegno post-divorzio dall’ex moglie. I giudici hanno stabilito che il marito deve comunque versare l’assegno, anche se, inoltre, il divario economico tra i due è notevole e anche se da parte della donna non sia stato dimostrato, durante il matrimonio, alcun trasporto verso l’ex marito. L’ex moglie, con un lavoro da insegnante, ha dato durante la convivenza un contributo economico alla famiglia anche se l’uomo era particolarmente benestante e proprio questo elemento viene ritenuto fondamentale dai giudici. A riportare la sentenza è il Sole 24 Ore.

I giudici di merito avevano già dichiarato la cessazione degli effetti civili del matrimonio, respingendo la domanda dell’uomo che chiedeva di far ricadere sull’ex moglie tutte le responsabilità di una convivenza ritenuta impossibile. La donna non mostrava alcun trasporto verso il marito e proprio per questo motivo la coppia non ha mai consumato il matrimonio. Circostanza, peraltro, ammessa dalla donna. Che, nonostante questo, ha chiesto un assegno di 3mila euro al mese e 300mila euro di danni al marito. Il tribunale ha accolto solo in parte la richiesta della donna, stabilendo che l’assegno divorzile dovesse essere di 1.250 euro al mese, ma ha deciso che non ci sarà un risarcimento dei danni ma solamente la costituzione di un pegno di beni mobili fino a 12.500 euro.

L’uomo, invece, ha sottolineato che l’ex aveva sempre beneficiato dei suoi acquisti grazie alla comunione dei beni, tanto da diventare proprietaria esclusiva di due beni immobiliari. In più l’uomo sottolinea di avere una nuova famiglia con un figlio piccolo da mantenere. La Cassazione ha però respinto il ricorso, considerando che la mancata consumazione del matrimonio è un tema inammissibile e concentrandosi sul divario economico tra i due e sul contributo dato dall’ex moglie durante la convivenza. L’uomo dovrà quindi versare l’assegno alla donna per riconoscere il contributo dato dalla donna alla famiglia durante il matrimonio. Sostanzialmente sono stati riconosciuti gli sforzi fatti con un salario minore rispetto a quello dell’ex marito. Infine per i giudici non incide il fatto che l’uomo ora abbia una nuova famiglia e un figlio piccolo, sostenendo che peraltro la sua situazione economica non verrebbe intaccata dalle spese dell’assegno.

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