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Distanziamento sui treni, dopo un weekend di disagi Toti accusa: “Regioni non sono state coinvolte”

“Il corretto procedere sarebbe stata l’acquisizione del parere del Cts, poi una conferenza Stato Regioni e poi una decisione collegiale. In un Paese che sta tornando alla normalità, non si capisce perché si può fare un aperitivo insieme e non prendere un treno insieme, questa non è politica e non nemmeno un modo di governare, nascondendosi dietro i pareri del Cts”: così il governatore della Liguria in un’intervista ha attaccato la vicenda del distanziamento a bordo treno, prima tolto e reinserito a distanza di ventiquattro ore con un’ordinanza del ministero della Salute.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo i disagi di ieri, torna il distanziamento tra passeggeri a bordo treno. Lo scorso fine settimana, Italo e Trenitalia avevano deciso di eliminare la misura che obbligava a lasciare un posto libero tra i viaggiatori per garantire il rispetto delle distanze di sicurezza, ma dopo nemmeno ventiquattro ore il ministero della Salute aveva emesso un'ordinanza con la quale obbligava le società ferroviarie a fare dietrofront. Il tutto è risultato in un weekend di biglietti cancellati, prenotazioni annullate e treni fermati. Italo da subito aveva fatto sapere di aver cancellato 8mila biglietti, mentre Trenitalia aveva contattato i passeggeri per offrire un rimborso in caso di annullamento della tratta oppure un cambio biglietto per un'altra corsa. "Nel primo giorno di applicazione dell'ordinanza, nonostante il poco tempo a disposizione, e' stato fatto tutto il possibile per dare sicurezza a tutti i passeggeri", aveva aggiunto la società in una nota.

La decisione di annullare il distanziamento a bordo treno, aveva poi sottolineato Trenitalia, sarebbe stata perfettamente coerente "con quanto previsto dal Dpcm dello scorso 14 luglio che consentivano la deroga al distanziamento sociale a bordo dei treni Alta velocità e a Media e Lunga Percorrenza in presenza di specifiche condizioni", ma fin da subito gli esperti del comitato tecnico scientifico avevano espresso la propria preoccupazione, affermando che si stessero sottovalutando i rischi della situazione epidemiologica attuale.

Dall'altro lato, invece, c'è anche chi critica la scelta di tornare al 50% della capacità dei treni. Come, ad esempio, il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, che in un'intervista al Corriere della Sera sottolinea come l'ordinanza del governo "non stia in piedi, crei allarme ingiustificato e sia sbagliata nel merito". Il governatore ligure afferma che a questo punto non siano più necessarie esigenze di prevenzione e attacca sul mancato coinvolgimento delle Regioni: "L'ordinanza è arrivata senza alcun confronto in una materia che è palesemente in una materia concorrente, e francamente questo atteggiamento è inaccettabile. Se questo Paese è ripartito è soprattutto merito delle Regioni che si sono prese le responsabilità di scrivere le linee guida, in una notte drammatica che ancora tutti ricordano".

Sulle avvertenze del comitato tecnico scientifico Toti taglia corto: "Direi che tra contagiati e crollo del Pil la politica debba fare una mediazione, non possiamo essere governati dal Cts". E precisa: "Il corretto procedere sarebbe stata l’acquisizione del parere del Cts, poi una conferenza Stato Regioni e poi una decisione collegiale. Mi auguro che nei prossimi giorni il governo convochi la Conferenza e trovi delle regole che vanno bene per tutti, visto che peraltro non è condiviso nemmeno dal ministero delle Trasporti. In un Paese che sta tornando alla normalità, non si capisce perché si può fare un aperitivo insieme e non prendere un treno insieme, questa non è politica e non nemmeno un modo di governare, nascondendosi dietro i pareri del Cts".

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