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Presidenza Trump

Dazi Trump, oggi scattano nuove tariffe Usa: quali prodotti aumentano per l’Italia e l’Ue e chi sarà colpito

Da oggi, mercoledì 1° ottobre, entra in vigore una nuova tranche di dazi imposti dagli Stati Uniti di Donald Trump. Colpiti i mobili, i farmaci e i camion pesanti. Per l’Unione europea e l’Italia l’impatto delle nuove tariffe dovrebbe essere ridotto, perché c’è un accordo generale già approvato. Ma le conseguenze dei dazi stanno iniziando a farsi sentire.
A cura di Luca Pons
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Entrano in vigore oggi, 1° ottobre, i nuovi dazi annunciati dal presidente Usa Donald Trump la settimana scorsa. Si tratta di tariffe al 50% per tutti coloro che esportano negli Stati Uniti mobili da cucina o da bagno, al 100% per chi vende farmaci e al 25% per i camion pesanti. Va detto che, per l'Unione europea – e quindi anche per l'Italia – l'impatto sarà moderato.

Infatti, per i farmaci c'è già l'accordo Usa-Ue firmato questa estate che ha fissato il limite massimo dei dazi sui prodotti farmaceutici al 15%: questa soglia resterà in vigore. In generale, però, l'effetto economico delle tariffe imposte da Donald Trump sta iniziando a vedersi. Tanto sui Paesi europei, che hanno ridotto le loro esportazioni verso gli Stati Uniti, quanto sugli Usa stessi.

Quali sono i prodotti colpiti con i nuovi dazi Usa in vigore da oggi

Come spesso accade, Trump ha annunciato i nuovi dazi con un post sui social, con pochi giorni di preavviso e in termini vaghi, ed è toccato poi ai suoi funzionari dare chiarimenti e dettagli. Sappiamo che si tratta di tariffe del 50% su "tutti i mobili da cucina, da bagno e i prodotti associati", come ha affermato proprio Trump. In più, c'è un dazio del 30% sui mobili imbottiti. Il motivo, stando alla giustificazione fornita dal presidente, è sempre lo stesso: "proteggere" la manifattura locale dai prodotti che vengono dall'estero. Non è un caso che pochi giorni fa abbia parlato di "rendere di nuovo grande la North Carolina", che ha "perso completamente la sua industria di mobili" a causa di "Cina e altri Paesi".

Un altro aumento riguarda i farmaci, anche se come detto non si applicherà all'Ue e quindi all'Italia. Si tratta di tariffe del 100% "su tutti i prodotti farmaceutici, a meno che l'azienda che li vende non stia costruendo la loro fabbrica di produzione in America". L'Unione europea ha però siglato pochi mesi fa un accordo con gli Stati Uniti che ha fissato un tetto massimo ai dazi sui farmaci: il 15%. Come hanno confermato i funzionari della Casa Bianca, questa soglia continuerà a essere rispettata.

Infine, c'è un dazio del 25% sulle importazioni di camion pesanti. "I nostri grandi produttori di camion pesanti, come Peterbilt, Kenworth, Freightliner, Mack Trucks, e altri saranno protetti dall'ondata di interruzioni esterne". Anche in questo caso, Trump ha parlato di motivazioni di "sicurezza nazionale" per motivare le tariffe, anche se non è affatto chiaro che legame ci sia tra le due cose. È proprio parlando di sicurezza nazionale, però, che il presidente può continuare ad agire indisturbato sui dazi senza dover passare dal Congresso per l'approvazione. Una mossa contestata dai tribunali, e su cui nei prossimi mesi si esprimerà la Corte suprema.

Va detto che invece oggi non entrano in vigore i dazi annunciati da Trump a inizio settimana, quello del 100% sulle produzioni cinematografiche. In questo caso, infatti, si parla di un annuncio che per ora non ha avuto nessun riscontro concreto: né una data di avvio, né i dettagli più specifici sul suo funzionamento. Non è la prima volta che il presidente statunitense ha minacciato Hollywood con una tariffa di questo tipo.

Che effetti avranno le tariffe per gli italiani e gli europei

Come prima cosa, è utile ricordare il meccanismo base dei dazi. Questi non portano un aumento dei prezzi per le famiglie nei Paesi colpiti. Chi si trova a dover versare una tariffa più alta sono le aziende (ad esempio, italiane o europee) che esportano i loro prodotti verso gli Stati Uniti. Il costo ricade sulle imprese esportatrici, su chi negli Usa si occupa di importazione, e alla fine su chi fa la spesa negli States. Per questo, le famiglie europee non hanno di che preoccuparsi dal punto di vista dei prezzi: non ci sarà alcun cambiamento causato direttamente dai nuovi dazi.

Chi invece è colpito, come detto, sono le aziende interessate a vendere negli Usa. Infatti, nell'ultimo anno le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono scese del 21,2%. Lo ha riportato l'Istat, confrontando l'agosto del 2025 con quello del 2024. D'altra parte, se devo pagare un dazio maggiore per far arrivare i miei prodotti negli Usa, ci sono poche opzioni: o mi metto d'accordo con l'importatore americano per ‘spartire' i costi, o alzo il prezzo e rischio di perdere clienti, oppure è più conveniente cercare direttamente un'altra destinazione altrove nel mondo.

L'Istat ha stimato che "oltre la metà" del calo delle esportazioni italiane sia dovuta alle aziende che hanno smesso di vendere agli Stati Uniti a causa dei dazi. E per adesso gli italiani non sembrano aver ancora trovato un'alternativa: ad agosto, rispetto a un anno prima, sono aumentate solo le vendite al Regno Unito e alla Svizzera, in entrambi i casi di meno del 5%.

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