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Dai diritti Tv alle scommesse: le mille proroghe sul calcio che Lotito porta in parlamento

Il senatore di Forza Italia e presidente della Lazio Claudio Lotito era già finito al centro delle polemiche, per un suo presunto conflitto di interessi, quando a dicembre era stato considerato l’ispiratore della norma Salva-Calcio. Ora torna alla carica, proponendo una serie di emendamenti al decreto Milleproroghe, che riguardano direttamente il mondo del pallone.
A cura di Marco Billeci
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Quando a dicembre è scoppiato il caso del cosiddetto "Salva Calcio", il senatore di Forza Italia Claudio Lotito giurava e spergiurava, che le impronte sul testo non erano le sue. Certo, si affannava a spiegare il presidente della Lazio, lui condivideva l'idea di dare (anche) alle grandi società della serie A la possibilità di spalmare in cinque anni i debiti accumulati con il fisco. Ma assicurava di  non essere stato lui a portare il tema in parlamento, bensì un altro senatore, Dario Damiani, che aveva firmato l'emendamento in questione.

In pochi, anche tra i suoi colleghi, gli credettero, tanto che il Salva Calcio venne ribattezzato "norma Lotito". Ed uscito dalla porta del decreto Aiuti quater, è stato poi approvato all'interno della legge di bilancio. Ora, il patron degli Aquilotti torna alla carica e stavolta si espone in prima persona. Lotito ha presentato una serie di proposte di modifica al cosiddetto decreto Milleproroghe, in discussione al Senato, che riguardano direttamente il mondo del pallone. E ha sollevato nuovi dubbi e accuse su un presunto conflitto d'interessi, tra la sua attività politica e quella ai vertici del mondo del pallone.

Le richieste di Lotito

Il primo degli emendamenti targati Lotito chiede di prorogare di due anni la durata dei diritti Tv, per le competizioni sportive, in scadenza nel 2024. Tra questi, ci sono quelli acquisiti da Dazn e Sky per la serie A che dunque, se il testo fosse approvato, sarebbero allungati, fino al 2026. Il senatore di Forza Italia aveva già presentato una proposta simile a dicembre, nell'ambito della discussione sul decreto Aiuti quater, ma non se ne era fatto nulla. Adesso ci riprova, ben consapevole di entrare a gamba tesa, su un tema cruciale per le entrate dei club di A. Il tutto, proprio negli stessi giorni in cui il governo ha convocato Dazn, a seguito delle proteste degli utenti per i disservizi nella trasmissione delle partite.

Sempre in materia di finanziamenti ai grandi club del calcio, Lotito propone di abrogare il divieto di fare pubblicità per le società di scommesse, per quanto riguarda la parte "indiretta", cioè quella relativa ad esempio alle sponsorizzazioni di squadre o eventi. Il divieto era stato introdotto nel 2018, per contrastare il gioco d'azzardo. Ma sulla questione, il presidente della Lazio ha più volte dimostrato di avere le idee chiare, da ultimo in un'intervista alla Gazzetta dello Sport ,del 4 gennaio scorso, in cui ha affermato: " Noi (società di calcio ndr) ci siamo autopuniti in questi anni […]  Sì, dobbiamo combattere la ludopatia, ma avere una pubblicità indiretta sulla maglia è tutta un’altra cosa".

La consulta dei tifosi e gli sgravi fiscali

Il senatore di Forza Italia però non si ferma qui e ancora sotto forma di emendamento al Milleproroghe propone di abolire l'obbligo – stabilito per legge nel 2019, ma sempre rinviato – per le società sportive professionistiche di costituire al proprio interno un organismo consultivo, a tutela degli interessi dei tifosi. Una misura non certo gradita al patron laziale, che ha spesso avuto rapporti burrascosi con la tifoseria biancazzurra.

Ancora, Lotito vuole norme più stringenti sull'oscuramento dei siti di streaming pirata. E da ultimo chiede di intervenire su un'altra disposizione controversa: quella che permette, tra gli altri, agli sportivi professionisti che si trasferiscono dall'estero in Italia, di pagare, per cinque anni, solo il 50 percento delle tasse sul reddito. Una modifica alla legge introdotta nel 2022, ha stabilito che l'agevolazione si applica solo agli atleti o ai tecnici con un reddito superiore al milione di euro (o 500mila, se si è diventati professionisti dopo il 1990).

Il presidente della Lazio suggeriscd due importanti specifiche. Da un lato, propone che il tetto minimo per accedere al beneficio si calcoli solo sulla base dei compensi ricevuti dai soggetti interessati ,per l'attività sportiva e non comprendendo altre fonti di introito. Dall'altro, chiede che i nuovi limiti introdotti per ottenere lo sgravio non si applichino a eventuali rinnovi di contratto, di calciatori o altri atleti, con le società di appartenenza, anche se comportano una modifica della retribuzione.

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