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“Da Conte nessuna condotta illecita”: indagine su scorta per la compagna archiviata. Le motivazioni

L’inchiesta sull’uso improprio della scorta da parte dell’ex presidente del Consiglio Conte è stata archiviata a fine marzo. Fanpage.it ha avuto modo di visionare le motivazioni della decisione dei giudici, secondo i quali dalla ricostruzione emerge una “totale assenza di una condotta illecita” addebitabile all’ex premier, che non commise alcun reato.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'inchiesta nei confronti dell'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stata chiusa a fine marzo. La procura di Roma aveva aperto le indagini per peculato, in relazione all'uso della scorta intervenuta in soccorso della compagna dell'ex premier, Olivia Paladino. La stessa procura aveva trasmesso poi il fascicolo al tribunale dei ministri, per svolgere ulteriori approfondimenti e appurare se davvero l'ex premier avesse utilizzato in modo improprio la scorta. Il tribunale dei ministri aveva poi archiviato l’inchiestaOra Fanpage.it ha avuto modo di visionare le motivazioni di quella decisione.

La ricostruzione dei fatti

La vicenda risale allo scorso 26 ottobre, quando la compagna di Conte era stata raggiunta sotto casa da un giornalista de Le Iene, Filippo Roma. La donna per sfuggire alle domande insistenti si sarebbe rifugiata in un supermercato, dove sarebbero intervenuti alcuni agenti della scorta dell'allora presidente del Consiglio. L'indagine era partita dall'esposto presentato in procura da Roberta Angelilli, esponente di Fratelli d'Italia ed ex parlamentare europea. Dopo l'iscrizione di Conte nel registro degli indagati, e l'invio del fascicolo al tribunale dei ministri, era stato il ministero dell'Interno, attraverso una nota, a spiegare che gli uomini erano in servizio "di osservazione e controllo al di sotto dell’abitazione della compagna del premier", perché Conte era in casa e stava per lasciare l’abitazione. Il ministero aggiungeva inoltre che Conte non aveva avuto alcun ruolo nella vicenda.

Da quanto viene ricostruito nell'ordinanza di archiviazione il personale della scorta, attendendo l'uscita di Conte, aveva notato la presenza di una troupe televisiva de ‘Le Iene', che stazionava davanti all'ingresso di un supermercato che si trovava a pochi metri di distanza. Alcuni agenti avrebbero deciso di dirigersi a piedi verso la troupe. All'ingresso del negozio sarebbero stati informati dal gestore del punto vendita del fatto che Olivia Paladino si trovava "nascosta" all'interno del locale, propio perché inseguita dal giornalista. A quel punto, verificata "l'indisponibilità della Paladino a rilasciare dichiarazioni", gli uomini della scorta avrebbero aiutato la donna a uscire e lei sarebbe rientrata a casa a piedi, senza utilizzare l’auto blu.

Le motivazioni dell'ordinanza del tribunale

Stando a questa ricostruzione, scrivono i giudici, "risulta evidente come il presidente del Consiglio non intervenne in alcun modo nella opportuna decisione con la quale il personale addetto alla sua scorta decise, autonomamente, di intervenire a seguito della situazione venutasi a creare innanzi al supermercato ubicato a pochi metri dal luogo in cui stavano prestando il loro servizio".

I giudici aggiungono che "in tale quadro, nella totale assenza di una condotta illecita a lui addebitabile, deve senz'altro escludersi che nei confronti del presidente Conte possa essere sostenuta un'accusa in giudizio relativamente al delitto di peculato iscritto nel presente procedimento ovvero ad altro e diverso reato".

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