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I rimpatri delle salme di Cutro sono un caso: il governo non mantiene le promesse fatte ai familiari

I familiari delle vittime del naufragio di Cutro raccontano che il governo italiano avvea prima promesso che li avrebbe aiutati a riportare a casa le salme, per poi lasciarli soli.
A cura di Redazione
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Safiullah Abdullakhil, sulla sinistra, familiare di una delle vittime del naufragio a Cutro.
Safiullah Abdullakhil, sulla sinistra, familiare di una delle vittime del naufragio a Cutro.

di Marco Billeci e Annalisa Girardi

C'è ancora tantissima confusione sulle salme delle vittime del naufragio a Cutro. E i parenti dei migranti annegati accusano lo Stato di averli lasciati soli nel tentativo di riportare a casa i propri morti. Safiullah Abdullakhil ha perso un cugino nel naufragio. Si chiamava Roman Kohestani e aveva appena 22 anni. Ora racconta come il governo italiano si sia prima detto pronto ad aiutare le famiglie delle vittime, per poi cambiare versione.

"Mio cugino è morto nel naufragio. Sono venuto a recuperare il suo corpo, per mandarlo nel nostro Paese, in Afghanistan. Ora il corpo è a Francoforte, è stato portato ieri. Giovedì sarà trasportato in Turchia, poi a Kabul. Il governo prima ci aveva detto che non era possibile inviare le salme in Afghanistan, ora ci dice che può farlo ma non paga per i costi del trasporto", racconta Safiullah.

Secondo il racconto del cittadino afghano, che ha lasciato il Paese prima del ritorno dei Talebani al potere per trovare rifugio in Olando, dove ora vive, in un primo momento il governo aveva detto di essere impossibilitato al trasporto delle salme in Afghanistan. La ragione? Non poteva avere contatti diretti con i Talebani. "Prima hanno detto ogni giorno che ci avrebbero aiutati, che i corpi si potevano mandare ovunque, e poi invece hanno detto che era impossibile", sottolinea Safiullah. Che spiega di essersi quindi rivolto a un'agenzia di viaggi privata per riportare il corpo del cugino in patria.

"L'agenzia mi ha detto che se pagavo potevano completare il trasporto, mi ha mandato le informazioni via mail. Mi hanno chiesto 4.500 euro. Quando ho mostrato al governo italiano che avrei dovuto fare questo pagamento, mi hanno detto che non c'era problema, che conoscevano l'agenzia e che potevano coprire loro i costi. Ma il pagamento non è ancora stato fatto, e l'agenzia mi ha detto che se i soldi non arrivano sul suo conto entro giovedì non completerà il trasferimento", racconta ancora Safiullah.

Spiegando di aver anche dovuto pagare personalmente le spese per il passaporto, necessario al trasporto della salma: nemmeno di coprire i costi dei documenti di viaggio si sarebbe fatto carico lo Stato italiano. Safiullah quindi conclude affermando con il governo dovesse intervenire prima: "Sono passati tredici giorni dal . Solo dopo le proteste hanno detto che ci avrebbero aiutati. È troppo tardi per incontrare le famiglie delle vittime".

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