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Crisi di Governo 2022

Crisi di Governo: Iv ora chiede dialogo, Di Maio apre a maggioranza relativa, Salvini: “Elezioni”

Conte è atteso a mezzogiorno alla Camera, per il suo discorso e il voto di fiducia. Ma è domani al Senato che ci sarà la vera resa dei conti. Liliana Segre ha annunciato la sua partenza verso Roma per votare sì domani, Di Maio ha aperto ad una maggioranza relativa, anche perché quella assoluta sembra irraggiungibile. Rosato, presidente di Italia Viva, riapre al dialogo: “Vediamoci e capiamo se ci sono i margini”, ma da Pd e 5 Stelle escludono l’ipotesi – per ora. Salvini chiede elezioni o un Governo di centrodestra.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La resa dei conti è arrivata, nei prossimi due giorni si capirà qual è il destino del Governo Conte bis. Se proseguirà il suo lavoro, con una maggioranza in ogni caso meno solida della precedente, o se il presidente del Consiglio dovrà salire al Colle a rassegnare le proprie dimissioni. Il passaggio alla Camera è previsto per oggi a mezzogiorno, quando Conte cercherà, con il suo discorso, di ottenere il sostegno del Parlamento al suo Governo. Se tra i deputati la maggioranza non mancherà, lo stesso non si può dire dei senatori. Dal Governo sembrano ormai aver abbandonato l'idea di avere la maggioranza assoluta, si punta a quella relativa. Ancora ventiquattro ore per convincere qualche senatore in più, poi la comunicazione del presidente del Consiglio a Palazzo Madama e la vera resa dei conti.

Oggi Liliana Segre, novant'anni compiuti a settembre, ha detto di essersi messa in viaggio per Roma, nonostante il parere contrario del suo medico, che la voleva ferma fino al vaccino anticovid. Il motivo? Lo spiega lei stessa al Fatto Quotidiano: andare a votare sì alla fiducia al Governo Conte. "Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile", ha detto la senatrice a vita. Domani ogni voto sarà indispensabile, anche perché al Governo – ormai si è capito che 161 voti sono praticamente impossibili da raggiungere – basta la maggioranza relativa: "È una maggioranza – ha detto Luigi Di Maio al Corriere – La maggioranza assoluta serve per lo scostamento di bilancio e per pochissimi altri atti, e quando servirà ce l’avremo".

Se il Governo non dovesse avere la maggioranza, il presidente del Consiglio dovrebbe dimettersi, ma non è detto che non si proceda con un Conte ter. Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, tra i primi a decretare la fine dell'attuale Governo, è tornato possibilista su un ritorno del suo partito in maggioranza: "La prima cosa è vedersi e capire se ci sono i margini per andare avanti – ha spiegato – Io, per carattere, trovo sempre i margini per fare le cose". Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle continuano a dire, quasi all'unisono, "mai più con Renzi". Certo, se non dovesse arrivare la fiducia al Senato tutto cambierebbe ancora.

Le opposizioni, nel frattempo, continuano a chiedere insistentemente di andare alle elezioni. Matteo Salvini e Giorgia Meloni parlano di tornare al voto quasi quotidianamente. Il leader della Lega ha spiegato anche questa mattina che "i problemi per molte famiglie sono la salute, la scuola e le scadenze fiscali". Salvini ha detto che in queste condizioni non rimarrebbe al Governo: "Se Conte non ha i numeri le strade sono due: o le elezioni, oppure, se Mattarella lo ritenesse opportuno, il centrodestra ha progetti e poche cose da fare velocemente per tirare fuori il Paese dalla pandemia".

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