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Funerali Papa Francesco

“Costruire ponti e non muri”: i messaggi contro la guerra e in difesa dei migranti nell’omelia per Papa Francesco

Nella solenne cornice di Piazza San Pietro, il cardinale Giovanni Battista Re ha celebrato i funerali di Papa Francesco. L’omelia ha ripercorso i momenti più alti del suo pontificato: l’amore per gli ultimi, l’impegno per la pace e l’invito costante a costruire ponti e non muri.
A cura di Francesca Moriero
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Nella mattina di oggi, sotto un cielo grigio, 160 delegazioni arrivate da tutto il mondo si sono radunate in Piazza San Pietro per i funerali di Papa Francesco. Con loro, circa 200mila fedeli, stretti attorno alla Basilica per rendere omaggio al Pontefice che ha segnato un'epoca. A celebrare la messa esequiale è stato il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che nell'omelia ha ripercorso con emozione i momenti più significativi del pontificato.

Fin dalle prime parole, il cardinale Re ha posto al centro la fede cristiana e la speranza nella vita eterna, ricordando che la morte non rappresenta la fine, ma "l'ingresso nella casa del Padre in una vita di felicità che non conoscerà tramonto". Re ha poi ringraziato, a nome del Collegio dei Cardinali, tutti coloro che hanno preso parte alla cerimonia, esprimendo un deferente saluto alle autorità presenti e sottolineando come "il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all'eternità, ci dice quanto l’intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti ed i cuori".

Tra i momenti che hanno più emozionato dell'omelia, il ricordo dell'ultima apparizione pubblica del Papa, pochi giorni fa, nella domenica di Pasqua: "La sua ultima immagine, che rimarrà nei nostri occhi e nel nostro cuore, è quella di domenica scorsa, Solennità di Pasqua, quando Papa Francesco, nonostante i gravi problemi di salute, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua", ha detto il cardinale.

Un Papa vicino agli ultimi

Nel suo ricordo, il cardinale Re ha insistito sullo stile pastorale di Papa Francesco, sulla sua attenzione ai poveri e agli emarginati: "Si è speso senza misura", ha detto, "in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati". Fin dall'inizio del pontificato, Francesco scelse uno stile ispirato a San Francesco d'Assisi, ha detto ancora Re, improntato alla semplicità e al servizio: "Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale", ha ricordato Re, "e diede subito l'impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti".

L'elezione del cardinale Bergoglio, il 13 marzo 2013, dopo gli anni trascorsi nella Compagnia di Gesù e l'esperienza pastorale a Buenos Aires, fu vista come l'inizio di un pontificato diverso, ha poi ricordato ancora Re, capace di "guardare al nuovo che emergeva nella società e a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa".

L'appello contro la guerra

Un passaggio particolarmente forte dell'omelia è stato poi dedicato all'impegno di Papa Francesco contro le guerre. Di fronte "agli orrori disumani" dei conflitti contemporanei, il Pontefice "ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all'onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra – diceva – è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole". Un messaggio, questo, che ha suscitato un lungo applauso tra la folla. Re ha poi ribadito: "La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta".

I migranti al centro della sua missione

Due applausi particolarmente sentiti sono poi esplosi anche quando il cardinale ha ricordato l'impegno di Papa Francesco in favore dei migranti. Un impegno che, secondo il cardinale, ha segnato profondamente il suo pontificato, che si è tradotto non solo in parole, ma anche in gesti concreti: "Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi", ha detto, "costante è stata anche l'insistenza nell'operare a favore dei poveri. È significativo che il primo viaggio di Papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell'emigrazione con migliaia di persone annegate in mare. Nella stessa linea è stato anche il viaggio a Lesbo, insieme con il Patriarca Ecumenico e con l'Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una Messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico".

Misericordia e gioia

Secondo il cardinale Re, il messaggio di Francesco si riassume poi nelle due parole che hanno guidato tutto il suo pontificato: misericordia e gioia: "Ha sempre ricordato", ha detto, "che Dio non si stanca mai di perdonare" e proprio alla misericordia dedicò il Giubileo Straordinario del 2015-2016, sottolineando che essa è "il cuore del Vangelo". Allo stesso modo, la gioia è stata una cifra distintiva: "una gioia semplice, concreta, vissuta anche nei momenti più difficili". Re ha anche ricordato il modo in cui Papa Francesco ha saputo comunicare, con spontaneità, con parole dirette e ricche di immagini, riuscendo a illuminare con la luce del Vangelo "le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti", che egli stesso amava definire "un cambiamento di epoca".

"Costruire ponti, non muri"

L'omelia si è chiusa con un forte richiamo a una delle esortazioni più care a Papa Francesco: "Costruire ponti e non muri".
"È un'esortazione che egli ha più volte ripetuto", ha ricordato Re, "e il servizio di fede come Successore dell'Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell'uomo in tutte le sue dimensioni". Mentre la voce del cardinale si spegneva, le campane della Basilica suonavano a festa e Piazza San Pietro si è stretta in un lungo, commosso applauso, l'ultimo abbraccio a un Papa che ha voluto restare sempre "in mezzo alla gente, con cuore aperto verso tutti".

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